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Ciao, Ettore

I funerali del direttore del giornale locale "Viavai" domani 30 giugno 2014 alle ore 10,00 presso la Chiesa di S. Barnaba in via A. Tempesta

ettoreRanallettaEttore Ranalletta, storico direttore del giornale locale “Viavai” ci ha lasciato all’improvviso, in silenzio, quel silenzio che lui odiava.

Nato a Roma il 4 dicembre del 1953, dopo alcuni anni dell’infanzia trascorsi in Colombia, era tornato nella sua città. E’ stato editore del mensile d’informazione “Viavai”, pubblicazione diffusa nel VI Municipio di Roma e in parte del V e del VII. Ha ricoperto anche l’incarico di presidente dell’omonima associazione, fondata nel 1999, che si occupa del rilancio culturale delle periferie della capitale. Era un appassionato della storia della periferia romana e un cultore dell’egittologia.

Perdiamo un amico e soprattutto l’informazione locale perde una penna indomita che ha saputo dare voce alle denunce a ai bisogni di tutta la comunità, prima del Municipio Roma VI e dal giugno 2013 di un territorio quello del V municipio, con la stessa popolazione di città come Firenze e Bologna. Ettore è stato sempre critico soprattutto nei confronti di chi, nascondendosi dietro questo o quel partito, millantava di fare politica nell’interesse della cittadinanza.

L’ho conosciuto più approfonditamente durante una chiaccherata/intervista con l’ex presidente del Muncipio Roma VII Roberto Mastrantonio, in cui, ricordo, anticipava che con l’accorpamento dei Municipio VI e VII a rimetterci sarebbero stati solo i residenti che avrebbero visto amplificate e meno controllate le situazioni di degrado e di insicurezza.

Si parlò allora degli insediamenti abusivi di Casilino 700 (nel canalone) e 900, che di li a poco sarebbero stati chiusi e bonificati. Ettore disse allora che senza un progetto razionale ed inclusivo (e tutti sappiamo cosa pensava di una comunità che pretende di vivere fuori degli schemi, spesso fuori della legge e comunque sempre a carico di chi paga tasse e servizi) le situazioni di insediamenti abusivi sarebbero esplose senza controllo, creando una miriade di microinsediamenti con costi iperbolici per le continue bonifiche. E così in effetti è stato.

Ettore Ranalletta ha inseguito il sogno di un paese liberato dalla burocrazia, dall’inefficienza e dalla mala politica. Un sogno che purtroppo non si è realizzato e che deve costituire per noi un motivo in più per non darla vinta a quella burocrazia, inefficienza e malapolitca che lui strenuamente ha combattuto.

Ora resta il dovere di renderti l’estremo omaggio riconoscente per la tua indefessa opera e onorarti venendo a salutarti domani 30 giugno alle ore 10,00 presso la Chiesa di S. Barnaba in via A. Tempesta.

Ciao Ettore, e che la terra ti sia lieve.


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