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Comune di Roma: probabili dimissioni di San Valentino per Walter Veltroni

Il Sindaco vorrebbe presiedere alla seduta di approvazione del Piano Regolatore. Rutelli in prima fila per la sostituzione

Dopo la rinuncia di Marini nella serata del 4 febbraio2008 a formare un Governo a tempo per la modifica della legge elettorale, si avvicina la data delle dimissioni di Veltroni dalla carica di Sindaco di Roma.
Il Presidente Napolitano, con molta probabilità, scioglierà le Camere entro la settimana. Dopo tale decisione, inizia l’iter di scioglimento che avviene, in via definitiva, con pubblicazione del decreto sulla Gazzetta ufficiale.
Dalla data di pubblicazione del decreto dovranno passare 7 giorni entro i quali i sindaci che intendono candidarsi dovranno rendere ufficiale la propria decisione.
Il conto, quindi, è presto fatto: se il decreto viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale entro il 6 febbraio le dimissioni di Veltroni arriveranno il 13, se viene pubblicata il 7, arriveranno il 14.
È San Valentino quindi il giorno dell’addio di Veltroni al Campidoglio. Un giorno per certi versi "comodo" in quanto consente all’attuale primo cittadino di Roma di poter presiedere la storica seduta del consiglio comunale in cui verrà approvato il Nuovo Piano Regolatore di Roma. Un progetto a cui Veltroni tiene molto, visto che il lavoro preparatorio è durato 4 anni e vede la luce dopo quello del 1962.
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I tempi ci sono ed anche il decreto Amato – che li dimezza per rendere efficaci le dimissioni dei sindaci che intendono candidarsi al parlamento – viene incontro a questa ipotesi, in quanto consente di "fare tutto" arrivando comodamente alla data del 24 febbraio: la dead-line che tutti auspicano di non superare per evitare il commissariamento lungo (un anno) del Comune.

Sul versante delle candidature al Campidoglio in questi giorni si è rafforzata l’ipotesi Rutelli. L’attuale ministro e vicepremier ha infatti un appeal innegabile nella Capitale ed ha quindi la forza di catalizzare sulla sua persona i voti di tutto l’elettorato di centrosinistra. Ma oltre ad essere "una carta sicura" l’ipotesi Rutelli, in un certo senso, serve anche a rafforzare la linea nazionale del PD, ovvero quella di affrancarsi sul piano delle alleanze. Rutelli infatti potrebbe, da solo, puntare a superare (con la lista PD e le liste civiche satelliti) la maggioranza dei voti e quindi anestetizzare l’influenza dell’ala più esterna dello schieramento.
Sicuramente il PRC (o la "Cosa Rossa", nel caso in cui si dovesse giungere in tempi brevi all’unificazione di Verdi, PdCi, Rifondazione e SD) non starà a guardare e muoverà le sue pedine per evitare di venir estromessa dal governo della città.

Pertanto, la situazione è ancora tutta in divenire, anche se si intravedono i contorni di uno scenario possibile. Certo è che a Roma e Provincia il PD si gioca molto. I dati economici regionali e comunali hanno dimostrato che il centrosinistra può "vendere" in Italia un modello Roma e un modello Lazio come esempi di governo efficace. La partita che si gioca all’ombra del Cupolone, insomma, potrebbe essere il propulsore di una campagna elettorale nazionale che sempre più analisti iniziano a delineare come tutt’altro che scontata.


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