Dirigente ministero massacrato a bastonate a piazza di Spagna, dietro l’aggressione c’è un collega

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il mandante avrebbe fornito al complice, un vecchio amico e compaesano, tutte le informazioni utili per compiere l’attacco

È un volto noto della segreteria tecnica del Provveditorato alle Opere Pubbliche per Lazio, Abruzzo e Sardegna l’uomo finito in manette questa mattina, con l’accusa di essere il mandante dell’aggressione brutale avvenuta lo scorso 4 ottobre ai danni del suo superiore.

Il provvedimento è stato eseguito dai Carabinieri della Compagnia di Roma Centro, su disposizione del GIP del Tribunale di Roma, dopo un’indagine serrata coordinata dalla Procura capitolina. L’uomo è accusato di tentato omicidio aggravato dalla premeditazione, rapina aggravata e ricettazione.

Il pestaggio sotto casa

Era una mattina come tante, quella del 4 ottobre 2024. Il Provveditore, stimato dirigente pubblico, stava entrando nell’androne del suo palazzo nei pressi di piazza di Spagna, quando un uomo, parzialmente travisato da una mascherina chirurgica, lo ha aggredito con violenza inaudita, colpendolo ripetutamente con un bastone. Dopo averlo lasciato quasi privo di sensi, il rapinatore gli ha sottratto un borsone contenente effetti personali.

Il colpo era apparso da subito studiato nei minimi dettagli. E ora, dopo mesi di indagini, emerge il retroscena più inquietante: dietro l’assalto ci sarebbe un collega della vittima, che avrebbe orchestrato l’agguato per vendetta.

immagine di repertorio

Una vendetta pianificata

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il mandante avrebbe fornito al complice — un vecchio amico e compaesano — tutte le informazioni utili per compiere l’attacco: abitudini, orari, posizione dell’abitazione. Un piano studiato con lucidità e freddo calcolo, nato, secondo gli inquirenti, da motivi professionali: un rancore covato a lungo dopo che la vittima aveva ridimensionato il suo ruolo all’interno dell’ufficio.

I soldi nascosti nell’auto sportiva

Ma c’è di più. Durante le perquisizioni, i Carabinieri hanno scoperto una somma ingente di denaro contante: circa 80.000 euro nascosti nel bagagliaio dell’auto sportiva dell’arrestato. Banconote di piccolo taglio, raccolte con elastici, custodite in modo sospetto e senza alcuna spiegazione plausibile, soprattutto alla luce dei redditi dichiarati.

Nel corso della nuova perquisizione eseguita stamattina, gli investigatori hanno trovato altri 46.000 euro in contanti, di cui 9.000 euro presumibilmente falsi. Anche su questo punto sono in corso approfonditi accertamenti.

Una vicenda inquietante

Un dirigente aggredito a colpi di bastone, un collega che orchestra tutto per rancore, un fiume di denaro nascosto tra auto e casa, forse legato ad attività illecite. Un caso che mostra quanto il confine tra ufficio e vendetta possa essere, talvolta, pericolosamente sottile.


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