

Tuona invece il leader di FdI, Fabio Rampelli: " Non possiamo ridurre il simbolo della Dolce Vita a una banale questione burocratica con biglietti d'ingresso"
L’annuncio del sindaco Roberto Gualtieri sull’introduzione del numero chiuso per l’accesso alla Fontana di Trevi ha acceso un vivace dibattito.
Dopo aver confermato l’esigenza di gestire i flussi turistici durante i lavori di manutenzione straordinaria, il primo cittadino ha ipotizzato l’introduzione di un biglietto d’ingresso: “Potrebbe essere di 1 o 2 euro”, ha dichiarato in un’intervista a Sky, innescando immediatamente polemiche.
La celebre Fontana, emblema della Dolce Vita e meta imprescindibile per i turisti di tutto il mondo, sarà presto oggetto di un importante intervento di manutenzione. Per evitare il sovraffollamento, il Comune prevede di installare una passerella che consenta di gestire al meglio i flussi dei visitatori.
A partire da dicembre, il personale di Zétema Progetto Cultura sarà incaricato di sorvegliare l’area, senza l’uso di tornelli, ma attraverso un sistema di contingentamento che permetta di ammirare il monumento in modo più ordinato e sicuro.
“Al momento non è previsto alcun biglietto – ha chiarito Gualtieri – ma ci stiamo pensando. Se lo introducessimo, sarebbe una cifra simbolica, giusto per regolare l’afflusso e tutelare la fontana”.
Le reazioni non si sono fatte attendere, soprattutto da parte dell’opposizione. Tra i critici più accesi c’è Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera dei deputati e figura di spicco di Fratelli d’Italia, che ha definito la proposta di un biglietto come un “attacco all’immaginario collettivo”.
Rampelli sostiene che le vere priorità dovrebbero essere il rafforzamento della sorveglianza e il miglioramento della gestione dell’area, piuttosto che l’introduzione di un sistema di pagamento per l’accesso.
“Non possiamo ridurre il simbolo della Dolce Vita a una banale questione burocratica con biglietti d’ingresso – ha dichiarato Rampelli –. Quello che manca sono i controlli, la pulizia e una gestione più attenta dei negozi di souvenir che danneggiano l’immagine di uno dei luoghi più iconici di Roma”.
Mentre le critiche si moltiplicano, Gualtieri ha difeso con forza la sua visione, sottolineando come la “limitazione degli ingressi sia cruciale per preservare il monumento e consentire a tutti di apprezzarlo senza il caos che spesso regna intorno ad esso”.
Ha inoltre ricordato che “tutte le monete raccolte nella fontana vengono donate alla Caritas per aiutare i più bisognosi, dimostrando come Roma intenda conciliare tutela del patrimonio e solidarietà”.
La questione resta tutt’altro che chiusa: da un lato, la necessità di proteggere un tesoro artistico inestimabile; dall’altro, il timore che una regolamentazione possa minare l’accessibilità e il richiamo globale della Fontana di Trevi, icona incontrastata dell’immaginario turistico e culturale.
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Fontana di Trevi e’ una meraviglia a cielo aperto e non vedo perché far pagare per godersela.Ma vale solo per i turisti o anche per il cittadino romano di passaggio?