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Fu di Achille Serrao la prima idea del Premio Ischitella-Pietro Giannone

Le curiosità di un Premio letterario nazionale per poeti nei dialetti d’Italia giunto alla XV edizione (2)

L’invenzione, la prima idea del Premio Ischitella-Pietro Giannone fu di Achille Serrao. Il luogo dove nacque fu la casa dell’amico poeta Vincenzo Luciani in via Ruggero Bonghi/corso Cesare Battisti a Ischitella, dove il grande poeta campano soggiornò in più occasioni, alla quale si legò tanto da dedicarle una splendida poesia “A casarella ’e Vicenzino” (La casetta di Vincenzino) che riproponiamo in fondo all’articolo, nella versione in dialetto campano, nelle traduzioni in italiano dello stesso Serrao e in quelle in inglese di Luigi Bonaffini e in spagnolo di Emilio Coco.

In quella casetta a metà del corso di Ischitella Achille Serrao ebbe l’intuizione ardita di scegliere Ischitella (luogo periferico quanto altri mai) come luogo di raccolta e convegno per i poeti di ogni parte d’Italia di tutte le diverse lingue locali, premiando e valorizzando raccolte inedite, da trasformare in libro da offrire ai poeti vincitori insieme con un soggiorno in quello che doveva affermarsi negli anni come piccola patria dei poeti.

Achille propose una giuria di tutto rispetto e competenza presieduta dal prof. Dante Della Terza.

L’insieme di questi elementi impose fin dalle prime edizioni il Premio Ischitella-Pietro Giannone come uno dei premi di poesia in dialetto tra i più qualificati d’Italia.

Il Premio poté prendere il largo e affermarsi grazie al contributo determinante del Comune di Ischitella -e in particolare dell’allora assessore Pierino Comparelli (ben supportato dal sindaco Enzo Basile) – che ne garantì il finanziamento e curò l’ospitalità dei poeti, un’ospitalità calda e generosa, ben ripagata dall’affetto ricambiato di tanti poeti e persino da loro poesie dedicate alla cittadina garganica, tutt’altro che di circostanza. Il libro 43 poeti per Ischitella ne è testimonianza eloquente.

E’ da elogiare l’impegno, mai venuto meno in questi quindici anni, a sostegno del Premio delle amministrazioni comunali (sindaco Enzo Basile e assessore Cultura Pietro Comparelli dal 2004 al 2007) – Anna Maria Agricola (assessore Cultura) e il sindaco Piero Colecchia (dal 2008 al 2015) – al Commissario Giuseppe Vivola e al subcommissario Trinio Maffei nel 2016 – al sindaco Carlo Guerra e a Valeria Disciglio (assessore Cultura) dal 2017 al 2018

E ciò nonostante la grave crisi economica che ha attanagliato l’Italia in questi ultimi 10 anni e la conseguente crisi finanziaria che ha ridotto di molto il contributo, pur sempre apprezzabile, del Comune. Cosa che, per esempio, mi ha costretto (lo faccio ben volentieri per amore del mio paese natale) a provvedere direttamente da diversi anni ormai, all’ospitalità della Giuria e dei poeti vincitori grazie soprattutto al solidale sostegno degli Amici del Premio Ischitella, in primis Anna Rita Russo, Carmela Agricola, Anna Maria Agricola e Giuseppe D’Errico, Raffaella Falco e Michele Castelluccia, Giovanni D’Errico e, dallo scorso anno, dalla Pro Loco di Ischitella. La lista degli Amici del Premio è fortunatamente molto più lunga e comprende tante persone innamorate di Ischitella e che forniscono prestazioni artistiche e organizzative con ammirevole continuità.

Tutto quanto ho elencato ed altro ancora rappresenta il vero “segreto” del successo del premio di poesia nei dialetti d’Italia Ischitella-Pietro Giannone.

Il succo di quanto finora esposto è che solo attraverso la passione e l’intelligenza di tante persone si può costruire una manifestazione di alto livello qualitativo pur in assenza di sponsor di grande peso, comunque auspicabili e attesi.

Concludo, come promesso in avvio, con il grato ricordo di Achille Serrao, un poeta che ha amato, come pochi Ischitella, al punto di farne una sua seconda patria.

 

Ad Ischitella è sbocciato l’ultimo grande amore del nostro poeta, quello con la compositrice Paula Gallardo (un’altra protagonista del nostro Premio) che ha dato vita ad uno splendido fiore di nome Maria. Entrambe saranno con noi in occasione della

due giorni del Premio il 1 e 2 settembre 2018.

 

ACHILLE SERRAO

 

’A casarèlla ’e Vicenzino

Per Vincenzo Luciani

 

Nu muorzo ’e vita cu nu ppoco ’e vocca

vola ll’auciéllo pe’ truvà ’a mangianza

(e chi t’’a dà… ’o dulore ’mparanza?

’A sciorta fa accussì: a chi attocca attocca…).

 

Dint’a stu cunto ’e terra ll’aucelluzzo

spetaccia suone ’a n’accisaglia ’e viento

sparagna core e voce, dà nu tuzzo

’nfacci’ô celeste e canta miccio e a stiento

’a canzone

 

sul’isso, vidulo d’aria

’ncopp’a nu filariéllo ’e panne stise

d’’a casarèlla ’e Vicenzino.

E tuttavòta chistu canto acciso

se sperde

 

e Ischitella nce s’addorme ’nzino.

 

LA CASA DI VINCENZINO. Un morso di vita a becco stretto / vola l’uccello per trovare seme / (e chi te lo dà… il dolore in compenso? / Così è il destino: a chi tocca tocca…). // In questo racconto di terra lo scricciolo / strappa suoni a un turbine di vento / serba cuore e voce, dà un colpo / all’azzurro e canta flebile e a stento/ la canzone // lui solo, vedovo d’aria / su una filiera di panni stesi / della casa di Vincenzino. / E tuttavia questo canto tramortito / si diffonde // e Ischitella vi si addormenta in grembo.

(2005 – Revisione 2012)

 

 

La casa de Vicentino

Para Vincenzo Luciani

Un mordisco de vida con el pico apretado

vuela el pájaro para hallar la semilla

(¿y quién te da… el dolor a cambio?

así es el destino: a quien le toca le toca…).

 

En este cuento de tierra el chochín

arranca sonidos a un torbellino de viento

guarda corazón y voz, le da un golpe

al azul y canta flébil y a duras penas

la canción

él solo, viudo de aire

sobre una hilera de ropa tendida

de la casa de Vicentino.

Y sin embargo este canto aturdido

se difunde

e Ischitella se duerme en su regazo.

 

 

Vincenzino’s small house

For Vincenzo Luciani

 

A morsel of life held in a tight beak

the wren flies off a to look for food again

(and in exchange who will give you… pain?

That’s how it goes: if it’s your turn you’re up the creek…). `

 

In this tale of earth the tiny bird

snatches away some sounds from a wind eddy

he spares heart and voice, he strikes upward

against the blue and sings the song, but feebly

and with the greatest effort

 

he alone, widowed of air

perched on a clothesline

outside Vincenzino’s house.

An yet his ragged song takes wing

 

and Ischitella falls asleep in it.

 

 

 

 

 


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