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Il Pret-a-porter approda a Palazzo Valentini

Per il progetto ‘Fashion Couture 2005’, sfila la Collezione Primavera Estate 2006 nel cortile cinquecentesco

L’artigianalità, l’esclusività e la creatività dei maestri dell’alta moda al servizio del progetto ‘Fashion Couture 2005’, che lo scorso 8 luglio nel cortile cinquecentesco di Palazzo Valentini ha visto sfilare sotto il cielo della capitale la “Collezione Primavera Estate 2006”: così il pret-a-couture, abiti d’atelier su taglia e non su misura, riproducibili in serie, di stilisti come Fausto Sarli, Chiara Boni, Franco Ciambella e Renato Balestra è approdato sulle passerelle romane grazie alla collaborazione del presidente della provincia Enrico Gasbarra.

“In Italia – ha spiegato Gasbarra alla vigilia dell’evento – il campo della moda non è mai stato abbastanza affiancato dalle istituzioni, che non ne hanno probabilmente compreso l’importanza economica e artistica. Solo di recente i riflettori dell’alta moda si sono riaccesi sulla capitale, grazie all’intervento del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e di sua moglie Franca”. Ricerca, studio, formazione e tanta occupazione: e’ la complessa rete che secondo il presidente della provincia romana si cela dietro un settore strategico come questo e che nel solo Lazio comporta 423 milioni di euro di esportazioni, ma che, ahimè, importa merce per un totale di 590 mila euro. Emerge quindi la necessità di rilanciare la moda attraverso un percorso formativo, il ‘Fashion Couture’ che per nulla si contrappone agli appuntamenti di alta moda di questi giorni; solo così si potranno rendere ’’competitive le diverse case che non chiedono assistenzialismo alle istituzioni ma semplicemente di aprire le strade giuste per consentire loro di esprimere le proprie potenzialità creative’’.

’’Un ’pret-a-porter di lusso’ – ha sottolineato Ciambella – che non trascuri creatività, qualità ed esclusività dei capi. Una grande sfida quella del prodotto di alta gamma che si adegua ai prezzi del mercato. Fare moda con un significato prettamente artigianale oggi non ha più senso’’. Oltre ai quattrocento invitati, diciotto catene di compratori internazionali, da cui oggi giunge una grande richiesta di “stile e immagine”.


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