Ilaria Zardo una “tedesca italiana” premiata a Roma

L'11 settembre 2015 presso il Centro Culturale Lepetit con la prestigiosa medaglia ‘Giulio Cesare’

L’11 settembre 2015 presso il Centro Culturale Lepetit, si è svolta una toccante cerimonia di premiazione di una valente ricercatrice di fisica che si è fatta onore in tre nazioni europee.

Ci riferiamo alla prof.ssa Ilaria Zardo che ha ricevuto dalla consigliera comunale Cecilia Fannunza, a nome dell’Assemblea Capitolina, la prestigiosa medaglia ‘Giulio Cesare’ quale riconoscimento del suo lavoro di studio e ricerca e per aver tenuto alto il nome della città di Roma. Era presente anche l’assessore municipale Alessandro Rosi, in rappresentanza del presidente del V Municipio Palmieri.

Alla cerimonia è intervenuto un numeroso pubblico che ha aderito con entusiasmo all’invito del Centro culturale Lepetit, il cui presidente Giorgio Grillo, ha motivato la scelta, in accordo con la parte politica, di assegnare l’ambito premio in un quartiere periferico del V municipio anziché in Campidoglio. Quasi a ripercorrere a ritroso un itinerario di studi che partito dal V municipio, dopo aver superato brillantemente esami impegnativi in Europa, è riapprodato in un quartiere della periferia romana, ricca di giovani talenti che si sanno far valere in un contesto più ampio.

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Foto di Franco Giorgi

La cerimonia è stata preceduta da un’intervista del direttore di Abitare A Vincenzo Luciani alla giovane professoressa che, emozionatissima, ha fornito risposte pronte, acute e ricche di verve. Ilaria Zardo era accompagnata dal marito e dai suoceri tedeschi e dai genitori residenti a Villa De Sanctis, i quali tutti, emozionati ed orgogliosi, hanno accudito i due nipotini al seguito (un irrequieto maschietto di tre anni e una bimbetta di pochi mesi, nel passeggino).

PremIlariaZardoConLucianiLuciani ha alternato abilmente domande riferite al privato della giovane professoressa a quesiti relativi alle materie di studio che hanno valso a Ilaria Zardo riconoscimenti importanti in ambito accademico fuori del nostro paese.

La Zardo ha ricordato l’importanza dei suoi primi studi all’Università La Sapienza, fondamentali per il prosieguo. Infatti da giugno 2007 a settembre 2010 lei ha portato a termine un dottorato in cotutela tra l’Università di Roma e l’Università tecnica di Monaco in Germania sul tema “Crescita e studi di spettroscopia Raman di nanofili semiconduttori non catallizati da oro” ottenendo il voto “Summa cum laude“.  Per  questo ha pure ottenuto il premio “Migliore discussione della tesi” all’università di Roma.

Incalzata da Luciani, Ilaria Zardo ha saputo pure dare un’idea di massima dei suoi complessi studi. Mentre compiva i quali ha incontrato l’uomo della sua vita, di nazionalità tedesca, che ha sposato.

Dal 2012 al 2015 Ilaria ha lavorato come Postdoc nell’Università tecnica di Eindhoven (in Olanda) ad un progetto su “Proprietà termoelettriche di singoli nanofili semiconduttori“, divenendo pure nota nella comunità scientifica attraverso pubblicazioni e stabililedosi da Postdoc come ricercatrice autonoma. Infine le è stata conferita una cattedra di fisica sperimentale della materia condensata all’ Università di Basilea (in Svizzera), dove attualmente insegna.

Facendo un passo indietro: quando era ancora dottoressa della Università tecnica di Eindhoven le è stato assegnato il premio Herta-Sponer, che viene conferito in Germania, ad una giovane scienziata donna per un rilevante lavoro scientifico nel campo della fisica. Il premio ha lo scopo di incoraggiare giovani ricercatrici donne offrendo loro premi pubblici attraendo quindi più donne ad impegnarsi nella fisica. La motivazione del premio recita: “Per i lavori eccezionali nella comprensione della dinamica reticolare e della struttura elettronica a bande di nanofili semiconduttori con struttura cristallina di tipo wurtzite e zincoblenda. La sua ricerca innovatrice dà un importante contributo allo sviluppo di complesse nanostrutture semiconduttrici per applicazioni termoelettriche.”

Con estrema bravura la Zardo, applauditissima, ha saputo dar conto in maniera comprensibile ai più delle sue materie di studio, ma più ancora ha attirato l’attenzione del pubblico su aspetti collegati alla sua condizione di migrante e studiosa in ben tre nazionalità estere, sui suoi progetti futuri, sulle diversità di vita rispetto a quella originaria, sui suoi rapporti con l’Italia e con Roma, su come ha saputo superare le difficoltà di apprendere nuove lingue e di rapportarsi a diversi stili e condizioni di vita.

Ne è emersa una immagine di una donna forte, intelligente, temprata e determinata, ma al tempo stesso dolce e amabile (“una tedesca italiana”, ha commentato al termine qualcuno tra il pubblico), la quale ha rivolto un appello ai giovani ad osare di più, a sentirsi europei e a saper cogliere le occasioni a sapere inseguire i propri obiettivi, i propri sogni. In una parola a saper cogliere le opportunità che vengono offerte oggi dall’Europa, a sentirsi a tutti gli effetti europei.

Molto bello ed emozionante anche l’incontro con il pubblico dopo la cerimonia.

Foto di Vittorio Tallarico

 

 


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