Categorie: Incontri e Convegni
Municipi: ,

L’architetto Toyo Ito in conferenza al MaXXI il 15 ottobre

La mostra dei suoi ultimi progetti inaugurata l'8 ottobre. L'Università di Pescara gli conferisce la Laurea H.C.

L’ architetto giapponese Toyo Ito il 15 ottobre 2005 alle ore 11,00 terrà una conferenza al MAXXI (Museo nazionale delle arti del XXI secolo, in via Guido Reni 2, nel II municipio) dal titolo “Post-Sendai Mediatheque” in cui verranno presentati i suoi progetti di recente realizzazione.

L’appuntamento con l’architetto Toyo Ito è legato alla mostra in corso al MAXXI dal titolo “1 to 200. Architettura come processo”, inaugurata l’8 ottobre.

La conferenza sarà introdotta dal Direttore generale della DARC (Direzione generale per l’architettura e l’arte contemporanee) Pio Baldi e dal Preside della Facoltà di Architettura di Pescara Alberto Clementi. Saranno presenti il Direttore del servizio architettura DARC e del MAXXI architettura, Margherita Guccione, i Professori dell’Università di Architettura di Pescara, Mosè Ricci, Francesco Garofalo, Lucio Zazzara, Livio Sacchi che hanno curato le iniziative “Toyo Ito in italia”.

La mostra “1 to 200 _ Architettura come processo” è stata progettata da Toyo Ito per presentare alcuni dei suoi lavori più recenti, due in Giappone, (l’edificio TOD’S a Tokyo e il Central Park Grin Grin a Island City, Fukuoka) e uno in Spagna (il Parco per il Relax a Torrevieja, Valencia). Sono anche presenti i due moduli della panchina Naguisa, acquistati dal MAXXI per l’esterno del museo.

L’albero, la conchiglia e la duna sono le metafore naturalistiche che danno forma ai paesaggi mutevoli e contemporanei, tra architettura e natura, disegnati dai tre interventi. Originate da geometrie complesse e non euclidee sono architetture leggere, dalle configurazioni sinuose o intrecciate, che vengono esaltate da un uso dei materiali legato alle loro valenze ottiche, al di là di ogni tradizionale concetto di appoggio o gravità.

L’allestimento propone una sequenza di spazi, uno per ogni opera, in cui viene mostrato in primo piano il modello in scala 1:200 mentre sulla parete di fondo vengono proiettate le immagini del progetto, della realizzazione e dell’inserimento nel sito dell’opera, nel passaggio dunque alla scala reale. Pur essendo in uno spazio tripartito l’impressione è di una narrazione ininterrotta: i nuovi paesaggi, generati dai progetti, si espandono tra gli oggetti reali (  modelli) e le forme astratte e tridimensionali che corrono sulle pareti, riflettendosi nel piano translucido del pavimento.

Il passaggio di scala – da 1 a 200 a 1 a 1 – rappresenta l’idea del processo architettonico che parte da un concetto astratto per passare progressivamente ad una definizione più puntuale fino all’integrazione dell’opera nella realtà del luogo. Questo processo è reso evidente dalle odierne tecnologie informatiche ma ancora oggi i momenti del progetto e della costruzione sono disgiunti. Nel futuro il processo si evolverà diventando un unico processo fluido e continuo, come del resto avviene in natura. "L’architettura – sostiene Ito – si muove verso la natura e alla fine architettura e natura potranno divenire un’unica entità".

Info DARC: 06-58434853-54

Oltre agli appuntamenti romani, per l’architetto giapponese seguirà un fitto calendario di impegni:
il 14 ottobre si inaugurerà, presso l’Ex Mercato ortofrutticolo di Pescara, la mostra Toyo Ito made in Italy, che ospiterà i suoi lavori di design; lo stesso giorno terrà una lezione alla Facoltà di Architettura di Pescara, in occasione del conferimento della Laurea Honoris Causa  e verrà presentato il progetto, a lui affidato dal Comune di Pescara, per la realizzazione di una installazione permanente nella piazza principale della città.
Il 26 e 27 ottobre si svolgerà, presso la Facoltà di Architettura di Pescara, il convegno internazionale Culture del mutamento, che metterà a confronto per due giorni studiosi giapponesi ed europei sui temi della città, del patrimonio, del paesaggio e dell’architettura contemporanea.
Dal 25 al 28 ottobre: la mostra-forum Art Crossing vedrà la partecipazione di due gruppi di artisti e architetti giapponesi (Atelier BowWow e CommandN), insieme ad autori italiani come Cliostraat e Francesco Iodice. Tema centrale dell’evento è lo sguardo reciproco sui comportamenti di chi abita le metropoli orientali e occidentali.

Le informazioni dettagliate su questi avvenimenti si possono trovare sul sito: www.eu-japan.net .

Toyo Ito, nato nel 1941, si è laureato in architettura a Tokyo nel 1965. Dopo aver lavorato con Kikutake Kiyonori, ha iniziato la sua attività autonoma nel 1971, occupandosi soprattutto di edilizia residenziale. Dal 1990 ha partecipato a concorsi internazionali, tra cui quello per il MOMA di New York e per il Centro per le Arti e l’Architettura Contemporanee di Via Guido Reni a Roma, oggi MAXXI. Insegnante in diverse università in Europa, Giappone e Stati Uniti, Ito ha realizzato importanti edifici tra cui la "Torre dei Venti" a Yokohama (1986), il Museo di Yatsushiro (1991), la "T" Hall a Taishi (1999) e "O Dome" a Odate (1997).

All’origine di quanto Ito ha costruito o progettato, vi è il tentativo di liberare l’architettura dalla gravità e la denuncia dei conflitti che scandiscono la convivenza della forma con la pesantezza. Se l’essenza dell’architettura è il punto d’incontro tra la pesantezza dei materiali che la spingono verso il basso e lo spirito dell’uomo che la innalza verso l’alto, la poetica dell’artista ricerca la leggerezza, partendo dal minimalismo di Tadao Ando e attraverso l’utilizzo di materiali da costruzione non tradizionali, strada più volte tentata nel corso del ’900.

Il primo esempio in cui traduce questa sua poetica è la casa in alluminio a Fujisawashi, Kanagawa (1970-71), materiale utilizzato poi anche per la casa a Sakurajosui, Tokyo (1997-2000); una conferma viene trent’anni dopo dalla copertura polimaterica del parco agricolo di Oita (2001). Seguendo questo indirizzo di ricerca, le opere di Ito finiscono per esaltare le valenze ottiche dei materiali e, al contempo, per ricorrere a forme sempre più libere. Gli impianti dei suoi progetti tendono ad assumere configurazioni sinuose e insinuanti, mentre i rivestimenti tradiscono le originarie geometrie di figure semplici e stereometricamente definite per prediligere curve complesse e configurazioni avvolgenti.


Le foto presenti su abitarearoma.it sono state in parte prese da Internet, e quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da segnalarlo alla redazione che le rimuoverà.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Scrivi un commento