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L’orrore nell’ex baraccopoli del Foro Italico: imprenditore si libera di rifiuti e li butta nel campo nomadi

Nei guai imprenditori e dipendenti di ditte di ristrutturazioni edili e cittadini che lì scaricavano lavatrici e mobili

L’orrore dell’ex campo nomadi del Foro Italico, situato lungo gli argini del fiume Tevere, è da premio Oscar. Una situazione che da circa 40 anni affligge la capitale in corrispondenza dell’ex baraccopoli, sgombrata nell’estate 2020, che sorgeva lungo l’Olimpica e Via della Foce dell’Aniene.

Una maxi discarica abusiva dove nel corso degli anni si sono verificati anche incendi di diversi cumuli di cianfrusaglie e scarti di ogni tipo. Centinaia di tonnellate di rifiuti lasciati lì e poi bruciati.

La polizia locale, dopo una lunga indagine condotta dall’unità di sicurezza pubblica ed emergenziale, ha scoperto il sistema di un imprenditore attivo nel settore edile e di un suo dipendente. Dopo le ristrutturazioni fatte l’uomo, insieme al lavoratore che lo accompagnava, nell’area dell’ex campo si è liberato di 15 quintali di rifiuti speciali. Lasciando così calcinacci, assi, mattonelle e quant’altro in prossimità delle sponde del fiume Tevere.

L’imprenditore è stato denunciato e nei suoi confronti elevate anche sanzioni per oltre 9mila euro. Stando a quanto appreso durante da tre mesi di indagini, tra il 2023 e l’inizio del 2024, la quantità di rifiuti speciali tuttavia sarebbe enorme. Basti pensare che la polizia locale, con l’ausilio dei sistemi di videosorveglianza, hanno calcolato una movimentazione di circa 200 tonnellate di rifiuti provenienti da attività di demolizione edilizia scaricati nell’ex campo nomadi.

Sempre nella stessa area, la polizia locale ha identificato e sanzionato anche un cittadino che aveva abbandonato lì mobili e una lavatrice, più altri tre imprenditori con i loro dipendenti che si erano liberati di un ingente quantitativo di rifiuti composto parti metalliche, materiali e imballaggi di plastica, pannelli pubblicitari, tutto oggetto di trasporto abusivo. Tali illeciti hanno portato a sanzioni per un ammontare pari a 35mila euro.


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