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Nuova protesta al Cie di Ponte Galeria. Tredici immigrati si cucino la bocca

Il vicesindaco Nieri: "Bisogna mettere fine a questa vergogna indegna del nostro Paese"

Bocche cucite e sciopero della fame. Ancora queste le modalità della protesta messa in atto, sabato 25 gennaio, da tredici immigrati, tutti marocchini, provenienti da Lampedusa, ospiti del Centro di Accoglienza di Ponte Galeria. Dopo l’agitazione dello scorso dicembre, gli immigrati sono tornati a cucirsi la bocca per manifestare il desiderio di uscire dal centro, reputando che la loro permanenza sia diventata troppo lunga.

185906939-9fd2c09c-c92f-4cd8-b6bc-183822e01551Sette degli aderenti alla protesta risultano essere gli stessi dell’azione di Natale. Altri 20 immigrati, invece, hanno deciso di procedere con lo sciopero della fame non ritirando – da domenica 26 gennaio – i pasti forniti dall’amministrazione. Al momento sono tutti in buone condizioni di salute, anche se godono dell’assistenza di medici e infermieri 24 ore su 24.

“La nuova clamorosa protesta degli immigrati rinchiusi nel Cie di Ponte Galeriasi conferma che si è perso e si sta continuando a perdere tempo – afferma il vicesindaco di Roma, Luigi Nieri – bisogna mettere fine a una vergogna indegna del nostro Paese. Non si possono trattenere persone che non hanno commesso alcun reato in strutture degradate e insalubri come i Cie. Le condizioni vergognose in cui sono costretti a vivere i migranti rinchiusi nei Cie italiani – aggiunge Nieri – testimoniano in maniera plastica che la nostra legislazione in materia di immigrazione presenta gravissimi vulnus, è sbagliata e va corretta con urgenza – conclude – Queste strutture vanno superate al più presto”.

 


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