Operazione dei Carabinieri a Monterotondo: tre soggetti fermati con arnesi da scasso e coltello

A seguito dell’arresto, i tre sono stati posti agli arresti domiciliari nelle rispettive abitazioni, in attesa del rito direttissimo

Nel pomeriggio di ieri, i Carabinieri della Compagnia di Monterotondo hanno compiuto un’importante operazione che ha portato all’arresto di tre persone, due ragazzi di 18 e 19 anni e un uomo di 41 anni, tutti sospettati di essere coinvolti in un tentativo di furto all’interno di una villa della zona.

L’allarme è scattato presso la centrale operativa dei Carabinieri, che ha immediatamente allertato la Sezione Radiomobile.

Gli agenti si sono precipitati in via Montedoro, dove era stato segnalato che due giovani si erano introdotti nel giardino di una villa, approfittando dell’assenza del proprietario, impegnato al lavoro.

Ma al loro arrivo, i Carabinieri hanno notato anche un terzo uomo, il 41enne, che attendeva in un’auto poco distante.

L’uomo, ipotizzano i militari, stava agendo da “palo” e coordinava i complici grazie a un cellulare usa e getta.

All’arrivo dei Carabinieri, i due ragazzi hanno tentato una rapida fuga, mentre l’uomo alla guida ha cercato di disfarsi del cellulare, lanciandolo via.

L’intervento immediato dei militari, però, ha sventato ogni tentativo di elusione: tutti e tre sono stati fermati a pochi metri dall’abitazione, portando a termine l’operazione con efficacia e precisione.

Dalla perquisizione effettuata, sono stati rinvenuti strumenti da scasso, un coltello e il cellulare utilizzato per comunicare con i complici.

Durante gli interrogatori, i due giovani hanno motivato le loro azioni con difficoltà personali: uno dei ragazzi ha dichiarato di trovarsi in una difficile situazione economica a causa di debiti da gioco, mentre l’altro ha lamentato l’assenza di un’occupazione stabile.

Il 41enne, tuttavia, ha preferito non rilasciare alcuna dichiarazione.

A seguito dell’arresto, i tre sono stati posti agli arresti domiciliari nelle rispettive abitazioni, in attesa del rito direttissimo, come stabilito dall’Autorità Giudiziaria competente.

Questo episodio rappresenta un’ulteriore prova della capacità operativa e della rapidità d’intervento dei Carabinieri di Monterotondo.


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