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Panchina rossa e bambole di pezza: la protesta di “Bruciamo Tutto” alla Sapienza contro la violenza sulle donne

L'azione dimostrativa del movimento davanti l'ingresso della sede di Lettere e Filosofia

Un’azione dimostrativa ad alto impatto ha avuto luogo stamane alla Sapienza di Roma, nel giorno dell’anniversario del femminicidio di Giulia Cecchettin, la 22enne di Vigonovo (in provincia di Venezia) uccisa a coltellate dall’ex fidanzato Filippo Turetta.

Il movimento “Bruciamo Tutto” ha scelto questo momento simbolico per portare avanti una protesta contro la violenza di genere e per chiedere maggiore sicurezza e libertà per le donne.

Erano circa le 9:00, quando un gruppo di attiviste e attivisti ha posizionato una panchina rossa, simbolo della lotta contro la violenza sulle donne, davanti all’ingresso principale della facoltà di Lettere e Filosofia.

La panchina è stata collocata in modo da bloccare l’accesso all’edificio, e il gruppo ha dato inizio all’azione con un urlo collettivo, stringendosi le mani in segno di unità e resistenza.

Impronte nere e bambole di pezza:

L’azione si è intensificata quando le attiviste hanno spruzzato tempera nera sulla panchina, accompagnando il gesto con lo striscione del movimento.

Alcune di loro hanno lasciato impronte nere sul pavimento dell’ingresso, come simbolo del segno indelebile che la violenza lascia sulle vittime e sulla società.

In aggiunta, bambole di pezza sono state disposte a terra, un altro potente simbolo di fragilità e di sofferenza, a ricordare le vittime di femminicidio.

L’evento si è concluso con la partecipazione al minuto di rumore organizzato dal collettivo Non una di Meno, che ha visto un’ulteriore manifestazione di solidarietà e resistenza.

Le attiviste hanno tenuto cartelli tra le mani, esprimendo chiaramente la loro richiesta: “Vogliamo essere libere – di camminare per strada senza paura, di amare senza essere uccise”.

Il messaggio è stato chiaro e forte: la lotta per i diritti delle donne deve iniziare anche nelle università, luoghi di formazione e di crescita.

Un’azione pacifica ma potente:

La manifestazione, che ha visto il coinvolgimento attivo di giovani donne e uomini, si è svolta senza tensioni o problemi, ma con un forte impatto visivo e simbolico.

Il movimento “Bruciamo Tutto” ha ribadito che la loro è una resistenza civile, un grido che va oltre l’anniversario di un singolo caso di femminicidio, ma si fa portavoce di tutte le donne che ogni giorno combattono contro la violenza e la discriminazione.

Un’azione che, pur nella sua semplicità, ha lanciato un messaggio potente: la lotta contro la violenza di genere deve essere continua e deve partire dai luoghi simbolici della cultura e dell’istruzione.


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