Progetto Casal Grottoni: le nuove sfide e polemiche sul futuro della zona sud della città

Chiesto un confronto con il Campidoglio da l'assessore Gagliardi e dalla presidente Di Salvo

Il progetto di edificazione di Casal Grottoni, tra Decima e Torrino, sembra destinato a non scomparire mai definitivamente. Nonostante le battaglie contro il cemento durino ormai da quasi vent’anni, i palazzinari ritornano periodicamente a bussare alla porta della politica, reclamando i loro diritti.

Ecco che, nelle ultime settimane, Roma Sud è tornata a essere teatro di tensioni. In zona via Sciangai, dove oggi ha sede la multinazionale Accenture e in passato l’IBM, si prevede la costruzione di quasi 60mila metri quadri di edifici residenziali e commerciali, con una predominanza di quest’ultimo. Questo progetto rappresenta una compensazione, ovvero la possibilità di edificare altrove rispetto al sito originario, il comprensorio “Vicolo Clementi”.

Nel 2009, l’allora XII municipio aveva già chiesto di rivedere la delibera comunale che autorizzava l’intervento urbanistico, citando un eccessivo volume di spazi commerciali in un’area già saturata di attività. Da allora, si sono succeduti raccolte di firme, commissioni e incontri pubblici. Anche se il progetto non è mai decollato (a differenza di quello a via della Grande Muraglia, che ha preso vita), oggi si profilano nuove complicazioni.

Il IX municipio ha scritto all’assessore all’urbanistica Maurizio Veloccia, chiedendo un incontro e l’apertura di un tavolo di confronto. La lettera, datata 3 settembre, è firmata dall’assessore Manuel Gagliardi e dalla presidente Titti Di Salvo.

“Dal 2013 – si legge nella lettera – gli operatori hanno cercato di modificare la destinazione d’uso da non residenziale a residenziale, ma la proposta è sempre stata respinta”. Tuttavia, l’allerta del Pd locale riguarda l’espansione dell’intervento in un’area già ampiamente cementificata.

Si parla di circa 180mila metri cubi di cemento in una zona densamente popolata, tra il Raccordo e la via Ostiense, con un terreno dalle caratteristiche problematiche.

“Il sito presenta una topografia estremamente complessa – spiegano Gagliardi e Di Salvo – con altezze variabili che richiederebbero la costruzione di sei torri da 16 piani. Solo chi vive ai piani superiori avrà una vista decente”. Inoltre, i canali d’accesso sono problematici, con un traffico pesante su vie cruciali come piazza Cina, via Cina e via della Grande Muraglia.

Anche il comitato di quartiere Torrino-Decima si solleva contro il progetto, come vent’anni fa. Il presidente Pino Genesio esprime il suo disappunto: “Speravamo che questi progetti fossero ormai archiviati – afferma – e siamo felici di vedere che anche il municipio è dalla nostra parte. La comunità locale è fermamente contraria a questo intervento, ritenuto insostenibile per carico urbanistico, ambientale e di trasporti”.

Genesio accusa il Campidoglio di ignorare le preoccupazioni e chiede un vero confronto. Il comitato critica le compensazioni edilizie, suggerendo invece la rigenerazione di aree già degradate come la Città del Rugby.

Inoltre, il progetto originario prevedeva la costruzione di una nuova fermata della Roma-Lido, da trasformare in una stazione della metro B con parcheggio di scambio: “Questa condizione non è più prevista – sottolinea Genesio – e non si capisce come si possa approvare un progetto del genere senza questa garanzia. Sebbene non possiamo revocare i diritti edificatori, il Comune deve proporre interventi di rigenerazione urbana, non di nuova costruzione, specialmente in aree inadeguate come Casal Grottoni”.


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Un commento su “Progetto Casal Grottoni: le nuove sfide e polemiche sul futuro della zona sud della città

  1. PROGRESSO MULTIPOLARE

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    ha detto:

    IL VERDE VA DIFESO LUNGO LE COSTE INVASE DI CEMENTO E BALNEATORI PRIVATI, BASTA A CHI STA CONTRO A CHI FA LAVORARE E COSTRUIRE EDIFICI PER FARE PIU CITTA ROMA, QUINDI ANDATE A OSTIA O S.MARINELLA A FARE AMBIENTALISMO VERO.

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