

Cento capolavori dell’artista che punta a rendere visibile l’invisibile
Dal 11 febbraio al 2 giugno 2025, è possibile ammirare cento capolavori di Edvard Munch a Palazzo Bonaparte. Si tratta di un’esposizione straordinaria, con oltre cento opere eccezionalmente prestati dal Munch Museum di Oslo, tra cui le iconiche La morte di Marat (1907), Notte stellata (1922–1924), Le ragazze sul ponte (1927), Malinconia (1900–1901), Danza sulla spiaggia (1904), e una delle versioni litografiche de L’Urlo (1895).
Sono passati quasi vent’anni dall’ultima mostra dedicata a Munch a Roma. L’artista norvegese, che ha sempre puntato a rendere visibile l’invisibile, ritorna con le sue opere per raccontare le emozioni più profonde dell’animo umano. Munch è uno dei pittori che meglio ha interpretato i sentimenti, le passioni e le inquietudini della sua anima, comunicandoli in modo potente e diretto. La sua continua sperimentazione di forme creative diverse — dalla pittura classica al cinema, dall’incisione alla fotografia — ha mantenuto una straordinaria coerenza e un potere evocativo che ancora oggi appare estremamente contemporaneo.
L’esposizione si concentra sul ‘grido interiore’ di Munch, sulla sua capacità di costruire, attraverso blocchi di colore uniformi e prospettive discordanti, uno scenario di condivisione di esperienze emotive e sensoriali: un processo creativo che sintetizza ciò che l’artista ha osservato, ricordato e caricato di emozioni. Sgomento, visioni, violenza emotiva si traducono nelle sue opere in immagini forti, dall’emotività talvolta diretta, altre volte soffocata, ma sempre con l’intento ossessivo di riprodurre il più fedelmente possibile l’impressione delle scene incise nella memoria, instaurando così un’immediata empatia con lo spettatore, che percepisce, oltre a vedere, la sofferenza e l’angoscia raffigurate.
I suoi volti senza sguardo, i paesaggi distorti, l’uso potente del colore, e la necessità di comunicare dolori indicibili e angosce profondamente umane sono riusciti a trasformare le sue opere in messaggi universali, facendo di Munch uno dei più grandi esponenti dell’Espressionismo in Europa. Le sue opere riflettono il suo interesse per le forze invisibili e la natura dell’universo.
Per Edvard Munch, “La natura non è solo ciò che è visibile agli occhi: racchiude anche le immagini interiori dell’anima, le immagini impresse oltre la nostra retina”.
Le sue tele ci raccontano anche della vita dell’artista, segnata da grandi e precoci dolori, dalle sue difficili relazioni amorose, dal dolore fisico causato da un traumatico incidente, dall’alcolismo, dalla malattia e da una vita vissuta “sull’orlo di un precipizio”.
L’esposizione romana si articola su due piani, suddivisi in sette sezioni: Allenare l’occhio; Quando i corpi si incontrano e si separano; Fantasmi; Munch in Italia; L’universo invisibile; Di fronte allo specchio (Autoritratto); L’eredità di Munch.
La mostra è curata da Patricia G. Berman, una delle massime studiose al mondo dell’artista, con la collaborazione scientifica di Costantino D’Orazio.
Munch – il grido interiore, dall’11 febbraio al 2 giugno 2025. Orario: dal lunedì al giovedì 9.00 – 19.30; venerdì, sabato e domenica 9.00 – 21.00
Biglietti: Open € 22,00; Intero € 18,00; Ridotto € 17,00 – Tel. +39 06 87 15 111
www.arthemisia.it, www.mostrepalazzobonaparte.it, info@arthemisia.it
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