

Il 4 aprile ci sarà uno sciopero studentesco e un presidio sotto al Ministero dell’Istruzione, per continuare la battaglia contro il definanziamento dell’università pubblica
Il 20 marzo, giornata nazionale dell’università, doveva essere un momento di celebrazione, ma alla Sapienza si è trasformato in una rivolta. Studenti, ricercatori e docenti precari sono scesi in piazza per denunciare tagli, precarietà e privatizzazione del sistema accademico.
Dopo un lungo corteo che ha attraversato i viali della Città universitaria, la protesta è sfociata in un gesto eclatante: l’occupazione dell’Aula Magna della facoltà di Lettere, durata diverse ore.
Sotto i soffitti della storica aula campeggiava uno striscione eloquente: “Contro tagli, guerra, precarietà: riprendiamoci l’università”.
Mentre il Ministero dell’Università e della Ricerca (Mur) e la Crui (Conferenza dei Rettori) lanciavano l’iniziativa Università Svelate, dipingendo un sistema inclusivo e accessibile, i manifestanti raccontavano un’altra verità: 1,2 miliardi di euro di tagli, tasse universitarie in aumento, borse di studio sempre più ridotte e un’università che diventa terreno fertile per gli interessi privati e l’industria bellica.
Nel corteo, organizzato dall’Assemblea Precaria Roma, sfilavano anche i collettivi studenteschi Zaum e Cambiare Rotta.
E tra i cartelli di protesta, spiccava un’immagine provocatoria: un fotomontaggio della rettrice Antonella Polimeni con lame di forbice al posto delle mani, un chiaro rimando a Edward Mani di Forbice, il celebre personaggio di Tim Burton.
Un simbolo forte, per accusare la rettrice di eseguire senza opposizione i tagli imposti dal governo.
L’occupazione dell’Aula Magna è stata solo l’inizio. Il prossimo atto della mobilitazione è già fissato: il 4 aprile ci sarà uno sciopero studentesco e un presidio sotto al Ministero dell’Istruzione, per continuare la battaglia contro il definanziamento dell’università pubblica.
Al fianco degli studenti, anche il sindacato Usb, che ha indetto uno sciopero del personale scolastico, puntando il dito contro le politiche del ministro Giuseppe Valditara.
Ma la tensione in ateneo non si ferma qui. La sera del 19 marzo, in piazzale Aldo Moro, la Sapienza è stata teatro di un’altra protesta: un presidio per la Palestina, con bandiere, striscioni e fumogeni. ù
La manifestazione si è svolta senza incidenti, ma il messaggio è stato forte e chiaro. E sui muri della Città universitaria sono comparse scritte pesanti contro la rettrice: “Polimeni criminale” e “Sapienza complice”.
Mentre le istituzioni universitarie parlano di inclusione, nelle aule e nelle strade la rabbia cresce. L’università italiana è ancora un diritto per tutti o sta diventando sempre più un privilegio? Alla Sapienza, la battaglia è appena iniziata.
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