Serenella Ferretti e la sua Tor Tre Teste, un amore… assicurato

Incontriamo Serenella Ferretti assicuratrice a Tor Tre Teste, nella sede di via Falck 5. Con lei parliamo del quartiere e della sua attività lavorativa.

«Dico sempre che Tor Tre Teste è la mia vita, sia personale che lavorativa in quanto io sono nata e cresciuta nel quartiere fino a metà degli anni 90 quando, stando in affitto dove abitavo con i miei genitori e mia sorella, abbiamo avuto lo sfratto perché crescevano anche i figli dei proprietari e avevano bisogno dell’appartamento. Quindi ci siamo trasferiti. Ma già nel 1991 avevo trovato lavoro nella storica agenzia ex Ras di via Candiani, accanto al mitico ciabattino napoletano Umberto e quindi sono cresciuta anche a livello lavorativo qui a Tor Tre Teste.

L’agenzia nel 2006 è diventata Allianz e quando il mio titolare nel 2015 decise di ritirarsi l’Allianz volle chiudere questa sede e mi trasferirono in centro. Là, però, sono iniziati i problemi perché non mi ci sono trovata molto bene. Io sono una persona molto schietta e sorridente e questo mio modo di fare è andato in contrasto con il modo di fare di quella agenzia dove erano più freddi e silenziosi, e quindi la titolare ha iniziato a screditarmi davanti a tutti e un bel giorno ho deciso di andarmene».

Qual è il segreto del successo della sua attività?

«Il rapporto speciale con le persone che, secondo me, è una ricchezza inestimabile. Il rapporto fiduciario con le persone mi ha aiutato tantissimo, perché mi ha permesso di ricominciare con un po’ di pazzia e di coraggio, in contrasto con il mio essere timida e timorosa. Il fatto di essere stata dipendente per 27 anni in quella Agenzia, che quindi sentivo un po’ come una mia casa, nel momento in cui mi sono ritrovata da sola mi ha consentito di essere aiutata da tutti, chi in un modo chi in un altro, chi con un consiglio chi con un atto pratico. Un cliente in particolare mi ha detto: “vieni a vedere un locale; c’è scritto affittasi”. Ed era questo dove sono adesso, il cui proprietario è un mio vecchio assicurato che mi conosce da 20 anni, quindi secondo me il successo (io sono piccola ancora) dipende da buon rapporto con le persone. Tuttavia, nonostante il Covid, e alcuni problemi di salute, sono qua. Ho lavorato, mi sono un po’ ingrandita, sempre con molta cautela, ma secondo me la fiducia dei clienti è stato il vero segreto».

Quindi l’affidabilità è il fattore principale, quando si parla di assicurazioni…

«Sì perché è un grande vantaggio conoscere le persone: si evitano problemi, incomprensioni, parole dette in modo sbagliato, a volte anche la circolazione di Cid falsi (modello di constatazione amichevole di incidente). Conoscere le persone è un aiuto imprescindibile.
Anche da semplice dipendente mi sono sempre messa dalla parte dell’assicurato per cercare di aiutarlo, magari in un sinistro chiamando in direzione, facendogli uno sconticino, mi sono sempre presa a cuore le situazioni».

Come sono gli abitanti di Tor Tre Teste?

«Le persone del quartiere per me sono un mito! Tor Tre Teste è piccola, si è ingrandita un po’, ma rimane di piccole dimensioni. Noi della vecchia guardia possiamo raccontare molte storie, ci conosciamo l’uno con l’altro anche se poi a distanza di anni è logico che ci si perda un po’. Ci si sposa, vengono i figli, si va ad abitare in altri quartieri, però spesso restano qui i legami importanti: i familiari, i genitori. Ci conosciamo tutti, proprio come in un piccolo paese».

Il Covid. Come ha inciso nella sua attività?

«Io mi sono dovuta sottoporre ad interventi in ospedale proprio a ridosso della prima ondata e sono tornata in ufficio a febbraio 2020 e marzo è partita la pandemia.
Con la mia attività potevo stare aperta la mattina e devo dire che anche in quella occasione tutti i miei clienti pensionati – Serenella accompagna questo ricordo con un sorriso amorevole – sono stati i primi che, nonostante ci fossero in atto le deroghe predisposte dal Governo, alla scadenza pagavano tutti quanti. Mi è rimasta impressa la frase di un signore che mi ha detto: Serené io tanto vengo a piedi e non penso che mi fermino quindi prendo i soldi e ti porto quelli dell’assicurazione. Al che io gli ho detto guarda che ci sono altri 30 giorni, ma lui: no, preferisco darli a te che magari a te sono più utili che a me. Certo la crisi si è sentita però non posso lamentarmi».

E adesso si è aggiunta la Guerra?

«La Guerra sta creando pesantezza nel pensiero delle persone. Ho alcuni preventivi di polizze come forma di accantonamento, ma sono fermi, perché con questa atmosfera si sono irrigiditi. Sì c’è un po’ di pesantezza».

E come spera di fronteggiare questa situazione?

«Con il vecchio sistema della presenza, del sorriso e fornendo chiavi di lettura differenti».

Un consiglio assicurativo?

«Di aspettare. Di rischiare meno in questo periodo orientandosi su polizze più “tranquille” gestite in Italia con un rendimento più basso ma costante; non andare verso le azioni o depositi in Borsa.
Su quello che già si ha, il consiglio è di stare fermi, non togliere nulla, perché poi la crisi passa e se si ha una polizza con compagnie serie come la Allianz, che io ho nel cuore, o Generali, comunque prodotti italiani non li dobbiamo toccare assolutamente perché in questo momento ci andremmo a perdere. Altra cosa che si può fare in questo momento sono i fondi pensione».

Poiché è facile prevedere un aumento dell’inflazione, contrariamente a come ci siamo abituati negli ultimi decenni, cosa cambia nei prodotti assicurativi?

«Noi siamo controllati dall’Ivas che impone un certo tipo di documentazione da dare al cliente assicurativo quindi, a differenza del passato con preventivi fatti a rendimenti previsti molto alti  – ma che poi nella realtà non si realizzavano quasi mai –, ora l’Ivas impone  preventivi con rendimento massimo del 4% (poi se si concretizza di più ben venga mentre se è inferiore, quello è il tetto massimo del rendimento). E questa è già una tutela e non si possono “camuffare” i rendimenti, quindi una inflazione alta non credo possa influenzare molto. Va anche ricordato che comunque i preventivi sono delle previsioni non possono essere delle certezze, poi uno si basa sullo storico, sulle esperienze passate, ecc».

Cosa dovrebbe fare il Governo?

«Servirebbero più incentivi per far riprendere l’economia. Le persone sono molto frenate. Il settore immobiliare è in crisi, quello delle automobili è in crisi, c’è il mercato dell’usato che è schizzato alle stelle. Parlando con un concessionario mi ha detto che in 30 anni non gli era mai capitato che il suo parco auto usato si fosse valorizzato rispetto allo svalorizzarsi».

E il V municipio cosa dovrebbe/potrebbe fare in questo momento per Tor Tre Teste?

«In questo periodo servirebbe qualche iniziativa. Magari allegra, divertente, bizzarra. Ad esempio musica, qualcosa per i bambini, cose così».

Ci siamo dimenticati qualcosa?

«Si, mi farebbe piacere che qualcuno a distanza di anni mi riconoscesse, si ricordasse che sono io, quella che stava a via Candiani. E un ringraziamento per tutte le persone che continuano ad avere fiducia in me. Sono convinta che le persone apprezzino l’ottimo rapporto che ho con loro, perché mi hanno aiutato sotto tutti i punti di vista personale e lavorativo. Lavorativo perché: “Serenella eccoti i soldi, tieniti pronta e mi fai la polizza e mi chiami”. Personale: chi con un messaggio, con una telefonata, chi passava ogni giorno a vedere come stavo… Io penso che questo non abbia prezzo e penso che sia questo valore che non fu capito nella Agenzia centrale dove mi trasferirono e dove venivo ripresa, perché… dedicavo troppo tempo al rapporto con le persone».

Assicurazioni Serenella Ferretti, via G. E. Falck 5, tel. 062286021 – 3493149221.


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