

L’Associazione Culturale “Jaisha” presenta una serata al Teatro Civico
Il 12 ottobre presso il Teatro Civico di viale Ballarin 102, l’Associazione Culturale “Jaisha”, fondata lo scorso giugno per non dimenticare la vicenda della piccola Jaisha Scott, ha presentato la serata dal titolo “Solo bambini cattivi?”, organizzata con il Patrocinio dell’XI municipio. Alla presenza di Pamela Pantano, Assessore alle Politiche di Promozione dell’Infanzia e della Famiglia del Comune di Roma e Antonio Bertolini, Presidente Commissione Politiche Scolastiche Municipio Roma XI, alcuni membri dell’Associazione hanno presentato i progetti e le attività in cantiere.
Al termine degli interventi si è svolta una kermesse con le esibizioni di: John Goodman Experience gruppo Folk-Rock acustico anni ’70; Katia Picciariello, con le cover di Canzone d’Autore italiana e Pop Internazionale; Antonio Persia, con la Canzone d’Autore originale Disorder Fate, con il loro stoner, metal, psichedelica, rock e cover.
L’Associazione Culturale "Jaisha" è costituita da laureati, studenti e lavoratori; sono confluiti in questo progetto, sia per perseguire obiettivi a carattere umanitario e di denuncia sociale e sia per organizzare momenti di incontro per approfondire argomenti politici e culturali con particolare attenzione all’ambito musicale. Questo aspetto costituisce uno dei punti di forza del Progetto, poiché, coloro che condividono il percorso intrapreso, sono in massima parte musicisti che hanno già alle spalle lusinghieri risultati, ottenuti sperimentando alcuni linguaggi musicali e comunicativi all’avanguardia.
La vicenda di Jaisha ebbe luogo il 24 aprile del 2005 in un nido d’infanzia della Florida, a S. Petersburg. La “contesa” tra una bambina di cinque anni, e la sua maestra, ebbe una fine sconvolgente: dopo ripetuti richiami serviti solo ad incrementare la rabbia che la bambina stava esprimendo con tutte le sue forze, vennero fatte intervenire le forze dell’ordine! Addestrati a ben altri tipi di situazioni i poliziotti non seppero distinguere tra una bambina di cinque anni disobbediente e altri soggetti definiti “sociopatici” (quasi sempre adolescenti, quasi sempre armati, quasi sempre annebbiati dalla rabbia o da qualche sostanza). La giovane poliziotta chiamata ad intervenire ritenne opportuno usare una forza dieci volte più violenta di quella che stava usando la bimba per fare valere le sue proteste. La bambina prima venne placcata, poi ammanettata, mentre urlava dei “no!” acuti e spaventati. Sono fatti di rabbia; quella di Jaisha, che non sa ancora stare alle regole, provando a vedere se c’è un limite, quella della maestra, sola ed attonita, dotata solo della sua impazienza e di poche e superficiali ricette psicopedagogiche standard, quella della polizia. Tutti arrabbiati, tutti soli.
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