

La vittoriosa battaglia del pastaio di via Tor de’ Schiavi
Incontrare Stefano Parsi è sempre piacevole, come incontrare un amico che ha vinto, anche grazie al sostegno di questo giornale, una sua particolare dura e lunga battaglia contro il tiro incrociato di un’ottusa burocrazia.
Non esitammo un istante domenica 22 marzo 1992 (ed a porre nella prima pagina del nostro giornale edizione Centocelle un resoconto di quella giornata) ad esprimere la nostra solidarietà al “pastaio” Stefano Parsi ed alla sua generosa battaglia durante una manifestazione davanti al suo negozio-laboratorio di via Tor de Schiavi organizzata dall’associazione “Quelli della domenica” con la partecipazione dell’allora consigliere comunale dei Verdi Francesco Rutelli. Erano presenti anche il presidente dell’allora VII Circoscrizione Sergio Scalia e i consiglieri circoscrizionali Battaglia e Migliore. La rivendicazione (con raccolta di 5 mila firme) di Parsi e degli altrettanto battaglieri Gianni Riposati e Riccardo Conte dell’associazione “Quelli della domenica” era: una delibera comunale ed una legge regionale per autorizzare l’apertura domenicale. Rutelli presentò un’interrogazione al sindaco “per conoscere perché nel giro di una settimana è stata prima concessa e poi revocata l’apertura festiva facoltativa per i pastai della VII Circoscrizione; perché nel reprimere le violazioni delle norme sulle aperture festive dei negozi non si adotta un comportamento uniforme e se non ritenga necessario ampliare al più presto la facoltà di apertura festiva.”
Sempre sull’edizione di Centocelle ancora in prima pagina nel febbraio 1993 nuovo articolo “Il cuore di Centocelle è con Parsi ed Eleonora” in cui nella battaglia per l’apertura domenicale, nonostante lo stillicidio dei verbali dei vigili urbani (un’autentica persecuzione) il pastaio di via Tor de’ Schiavi il 7 febbraio collega la sua battaglia per ottenere il diritto al lavoro con un’iniziativa di solidarietà per Emanuela, una bambina del quartiere, affetta da fibrosi cistica, alla quale Stefano devolve metà degli incassi domenicali di febbraio.
E poi (numero di maggio del 1994, p. 2) l’annuncio: “Il pastaio Parsi ha vinto la sua battaglia. Con l’ordinanza di Rutelli del 25 marzo”. E questo dopo una lunga battaglia dal 1992 con 19 verbali di contravvenzione dai vigili urbani del VII Gruppo per aver venduto pasta all’uovo di sua produzione nei giorni festivi. Contravvenzioni elevate nonostante la legge quadro per l’artigianato n. 443/art. 2 escluda “limitazioni di esercizio all’attività artigiana”. Stefano Parsi, per registrare i toni intimidatori, che si sono spinti fino alla richiesta di documenti di identità dei clienti presenti, istallò una telecamera a circuito chiuso, presentò un esposto alla Procura della Repubblica ed al Comando dei vigili urbani del Comune, arrivò, esasperato, a minacciare, dopo essersi chiuso nel laboratorio di bruciarsi vivo. Dopo cinque anni di battaglie portate avanti con l’Associazione “Quelli della Domenica”, finalmente la positiva conclusione con l’ordinanza n.281 del 25 marzo del sindaco Rutelli che fa rientrare l’attività dei laboratori artigianali per la produzione di pasta all’uovo fresca, nella disciplina prevista dall’art. 9 della delibera 10.694 del dicembre 1988.
Con la sobrietà che lo contraddistingue – Parsi è uomo di poche parole e molti fatti – ecco come sintetizza un’attività pluriennali ed un’eccellenza riconosciuta nel settore.
L’apertura del mio primo esercizio commerciale dedicato al settore della pasta fresca risale al 1987 quando decisi di portare questo prodotto nel quartiere di Centocelle in via Tor de’ Schiavi. A seguito del successo di quest’attività sono arrivati ben altri sette negozi: al Don Bosco, al Casilino 23, in via Parlatore e in via Ponzio Cominio.
Un settore che ci ha portato grosse soddisfazioni anche grazie all’affetto dei nostri clienti, rimasti fedeli al Pastificio Parsi nel corso degli anni.
Quali le ragioni e il segreto del successo della ditta?
Sicuramente la ragione del successo della mia attività può essere attribuita allo speciale rapporto instaurato con il cliente. Siamo riusciti sempre a soddisfare ogni loro esigenza sia per quanto riguarda la vasta scelta dei prodotti freschi che negli orari di apertura.
Nel settore della pasta fresca siamo stati i primi ad attuare l’apertura domenicale con le relative conseguenze. La clientela richiedeva il servizio durante i giorni festivi, dato che con la chiusura dovevano acquistarlo nei giorni precedenti, così informandomi a riguardo ho scoperto che anche per la pasta fresca come per le pasticcerie era lecito aprire.
E i commercianti del quartiere come la presero?
Questa mia decisione però non accolse molto favore dai commercianti del territorio e sempre più spesso ricevevamo visite dei vigili urbani. L’accanimento verso la mia attività mi portò a chiudermi un giorno al suo interno cospargendolo di benzina, minacciando di darmi fuoco. Ero davvero esasperato.
E dopo come andò a finire?
Dopo quell’episodio mi venne data ragione sull’apertura non senza problemi, poiché ottenni puruna denuncia per procurato allarme. Tutto questo però ci ha permesso di poter essere sempre vicini ai nostri clienti.
Come sono mutati i comportamenti dei clienti?
Non ho notato drastici cambiamenti in questi anni nel comportamento dei nostri clienti possono variare i loro gusti, questo ci porta a seguirne l’evoluzione con l’introduzione di prodotti nuovi ampliando il raggio di scelta. Ovviamente offrendo sempre loro il servizio la domenica e nei festivi.
Per concludere ecco una testimonianza da internet: “Per un’amante della cucina come me. la pasta fresca è un dono che di tanto in tanto mi concedo, e se devo far visita agli amici spesso è il mio "presente", un vassoio di pasta, appunto… dei ravioli ricotta e spinaci comprati da Pasta all’Uovo di Parsi, poco distante dalla loro casa. Così ora questo laboratorio artigianale è diventato un posto di fiducia e mi attendono si aspettano sempre un vassoio di pasta all’uovo. (…) Le signore che lavorano a Pasta all’Uovo sono sempre allegre e credo sia per le mani d’oro. Ah! Da non trascurare: vendono anche la farina per il cous cous.”
Le foto presenti su abitarearoma.it sono state in parte prese da Internet, e quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da segnalarlo alla redazione che le rimuoverà.