Stessa spiaggia, stesso mare, ma più salato nel 2008
Aumenti di quasi il 13%: molto più dell'inflazione e nonostante l'adeguamento dei canoni demaniali ai prezzi di mercato sia stato temporaneamente congelato
1- Foto Faraglia – GMT
La spiaggia sarà anche la stessa dell’anno scorso, ma quest’anno il mare, in molte località costiere del Lazio, sarà più "salato". E non per colpa della salsedine. Nonostante l’adeguamento dei canoni demaniali ai prezzi di mercato nel Lazio sia stato temporaneamente congelato (in verità riguardava solo le aree commerciali degli stabilimenti – bar, ristoranti e discoteche – e non gli arenili) gli aumenti di lettini e ombrelloni ci sono stati eccome. Di quasi il 13% Molto più dell’attuale tasso di inflazione che comunque, nell’ultima rilevazione, ha raggiunto il livello record del 3,3%, il più alto dal 1996.
Nel Lazio dai 15 ai 30 euro. Un ombrellone e 2 lettini costano, infatti, quest’anno per un giorno dai 15 euro di uno stabilimento popolare di Ostia Lido, ai 25 di un bagno di Sperlonga. Che diventano 30 per il sabato e la domenica. Se, invece, si sceglie una settimana al mare in una delle località balneari laziali sono necessari dai 105 euro di uno stabilimento "economico", ai 210 euro della bella Sperlonga. Dai 400 euro ai 750 euro, infine, il costo di un abbonamento mensile. Tanto, forse troppo, per le tasche già "stressate" dei ceti più popolari. Soprattutto se si considera che, a fronte del costo medio di un ombrellone e due lettini in alta stagione di 20 euro nel Lazio, sulla riviera adriatica ne bastano circa 15, e nel Mezzogiorno più o meno 12.
Decisamente troppo, se si considera che a queste cifre vanno aggiunte le ulteriori spese che nascono dai parcheggi a pagamento e dal "carobar". Non a caso il Lazio risulta terzo nella classifica regionale del "carospiaggia": dopo la Liguria e Toscana, entrambe con un costo medio per un ombrellone e due lettini superiore ai 21 euro. Inoltre, nella nostra regione non si dovrebbe più pagare l’accesso in spiaggia ma in diversi stabilimenti non è così. Spesso i gestori che concedono l’ingresso libero ai bagnanti che vogliono sfruttare il bagnasciuga non si comportano nel migliore dei modi accogliendoli come intrusi di cui farebbero volentieri a meno.
Tra le località laziali più care Sperlonga e il Circeo, con un costo medio giornaliero rispettivamente di 27 e 24 euro. Seguono Fregene (21 euro), Ostia che offre stabilimenti per tutte le tasche (19 euro) e Gaeta (17 euro) dove però non sono conteggiati gli stabilimenti dei carissimi hotel sulla statale Flacca (ma qui i costi del servizio spiaggia sono inclusi nel pacchetto). Da notare che, con il cambio di competenze introdotto quest’anno, gli stabilimenti non comunicano più le tariffe adottate alle Capitanerie di Porto, ma ai singoli uffici demanio dei Comuni e quindi una visione complessiva dei listini prezzi degli stabilimenti al momento si può avere solo mettendo insieme le tessere di un complicato puzzle.
Ma aumenta il numero di quelli che si difendono scegliendo la spiaggia libera. Non solo i tanti ragazzi che non si fanno problemi a stendere un telo sull’arenile, ma anche madri di famiglia.
I balneari hanno sottoscritto un accordo con l’ex ministro del Turismo, Francesco Rutelli, con il quale si impegnavano a non aumentare i prezzi, in cambio del raddoppio della durata delle concessioni (da 10 a 20 anni). Con quali scuse possono giustificare ora questi nuovi rincari?