Stranezze di (fuori) città, l’amministrazione comunale e il dovere di tutelare il decoro urbano

Ventosa, frazione di Santi Cosma e Damiano, antico borgo del sud con la sua foto d’epoca

I monti e le colline degli Aurunci incominciarono a sollevarsi dal fondo del mare, iniziarono a incresparsi e produrre delle fratture.

Enormi strati di roccia calcarea si inarcarono sempre di più e sulla piana del Garigliano comparve una collina allungata. 

Su quella collina e’ nata Ventosa, che entrava nella storia nell’anno 830.

“Terra ventosa”, ubicata sotto di monte S. Maria, esposto a tutti i venti.

Una missiva del 3 ottobre 1815 racconta che esisteva nella diocesi di Gaeta un paesetto chiamato Ventosa, posto sulla cima di un monte ed era a un paio di miglia dal paese sottostante, Santi Cosma e Damiano. 

I paesi erano uniti da una strada disastrata di montagna.

In estate, quando il sole  bruciava, chi saliva arrivava a Ventosa sudato e trovava il vento che lo gelava.

In inverno la strada di montagna era impraticabile per l’acqua piovana che scorreva forte da sopra il monte.

Nel 1940 la via di accesso al paese era sempre la stessa, scomoda e aspra. 

Iniziava in salita da Santi Cosma e Damiano, procedeva incassata nel terreno argilloso e fangoso, continuava sotto la  roccia della collina dove il terreno era più  asciutto.

Salita ripidissima, una curva a destra e una curva a sinistra, altra salita e si arrivava alla piazzetta antica dello “scarecato”.

C’era  la bottega di generi alimentari, l’osteria, c’era chi vendeva la frutta e la verdura, c’erano gli artigiani.

Il paese dopo la salita, aveva viuzze e vicoli in salita che arrivavano vicino alle abitazioni di povera gente.

Casupole su casupole costruite una sull’altra in piccole vie strette da non far passare gli asini.

C’era la povertà ma c’era anche la non povertà.

A qualche centinaio di metri, nella parte più alta del paese c’erano le belle case dei contadini meno poveri.

Nel 1970 con le autolinee Zeppieri “il paesano poteva tornare al paese..

Una corsa giornaliera da Roma S. Giovanni, con partenza alle ore 14 e arrivo a Ventosa alle ore 19. 

Tutto il viaggio si svolgeva lungo la via Appia. 

I “napoletani” dopo il 1970 iniziarono ad acquistare le case vuote, le ristrutturavano e i villeggianti aumentavano anno dopo anno.

Oggi il piccolo e antico borgo del sud, che a due chilometri verso i monti confina con la provincia di Frosinone e a sette chilometri verso il mare confina con la provincia di Caserta, ha sessantadue vecchie case con affisso il cartello VENDESI.

Oggi è un piccolo e antico borgo del sud che sta morendo. Oltre le case vuote c’è il degrado.

Il cronista ritiene che la spiegazione migliore la possono dare le foto che si allegano.


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