Vertenza Almaviva: nulla di fatto nel primo incontro al Mise tra azienda, Governo e sindacati

Azienda e parti sociali si incontreranno nuovamente al Mise il 27 ottobre 2016
di Alberto Salmè - 14 Ottobre 2016

Fumata nera sul tavolo, molto attesto, del pomeriggio del 12 ottobre che non ha decretato alcuna buona notizia, anche se sulla querelle si tornerà il giorno 27. Situazione di stallo in cui Almaviva Contact ha ribadito di non essere nelle condizioni di ritirare i 2511 esuberi (1666 di questi su Roma) annunciati il 5 ottobre ai rappresentanti dei lavoratori e al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Una decisione, spiegava l’azienda, presa nel quadro di una nuova riorganizzazione aziendale e “dovuta al drastico aggravamento del conto economico e dei risultati operativi”. Ciò peraltro rompeva l’accordo preso con i sindacati e il Governo lo scorso maggio volto ad evitare 3000 licenziamenti e che prevedeva contratti di solidarietà di sei mesi, questione ribadita dal viceministro allo Sviluppo Economico Teresa Bellanova che ha richiamato il colosso dei call center, durante l’ultimo incontro, invitandolo al rispetto di quanto stabilito in primavera.

almavivaadantonelliSecondo l’a.d. Almaviva Andrea Antonelli invece “Non è stata l’azienda a far saltare l’accordo. L’accordo firmato il 31 maggio è saltato perché né il governo né i sindacati hanno fatto quello che si erano impegnati a fare” individuando nel Governo l’incapacità di “far rispettare la legge sul servizio effettuato fuori dall’Unione europea, che prevede che il cittadino per ragioni di privacy debba sia essere informato sia dare l’assenso preliminare. E’ una legge del 2012, ancora disattesa: controlli e sanzioni sulla delocalizzazione non ne vedo” e nei sindacati la mancata sottoscrizione “un’intesa specifica sulla gestione della produttività e la qualità del lavoro a livello individuale”.

almavivavertenzaAccuse ben precise alle quali hanno risposto da più parti dando la misura dell’asprezza della nuova vertenza: “La situazione è difficile, non abbiamo bisogno di ulteriori provocazioni, non dobbiamo individuare responsabilità, ma trovare soluzioni”, ha spiegato la Bellanova a conclusione del tavolo di mercoledì scorso, annunciando contestualmente l’avvio delle procedure finalizzate a sanzionare le aziende che non rispettano la normativa in merito alla delocalizzazione e di aver già convocato lunedì 17 le aziende committenti, per proseguire il confronto sul superamento delle gare al massimo ribasso, nonché del trasferimento all’estero delle attività (altro tema caro ad Antonelli).

Ma dopo aver richiesto all’azienda la sospensione della procedura, la viceministro ha riconvocato il tavolo per il prossimo 27 ottobre, constatando il rifiuto netto dell’azienda: “Non ci sono i presupposti per passare alla seconda fase dell’accordo siglato a maggio al ministero dello Sviluppo economico con il governo e i sindacati sulla vertenza Almaviva Contact” ha detto Antonelli.

C’è stato solo uno scaricabarile tra governo, sindacati e istituzioni. Non è venuto fuori nulla di nuovo, il governo ha chiesto il ritiro delle procedure d’esubero all’azienda che ha risposto ‘assolutamente no’, ma è una cosa che ci aspettavamo” ha dichiarato Piero Coco della Cgil, spiegando che:chi ci sta rimettendo sono i lavoratori, questo scaricabarile deve terminare. Nella prossima riunione su Almaviva che si terrà al Mise il  27 ottobre ci auguriamo che il governo faccia passi avanti rispetto a quelle leggi finora disattese, come quelle delle gare al massimo ribasso. Sulle sanzioni alla delocalizzazione il governo dice che sta intervenendo, ma ad oggi le sanzioni non le abbiamo viste”.

Sulla crisi Almaviva era intervenuto anche il Governatore del Lazio Nicola Zingaretti con toni molto duri: “Esprimo forte preoccupazione e considero gravissima la decisione di Almaviva che ha annunciato la chiusura dei call center di Roma e ha aperto una procedura di licenziamento per 1.666 lavoratori. Reputo grave l’atteggiamento dell’azienda volto a utilizzare in modo strumentale i licenziamenti per ottenere vantaggi competitivi sul mercato dei call center“. Si schiera dalla parte dell’azienda invece il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia: “Le attività di Almaviva Contact hanno avuto negli anni un continuo peggioramento nei risultati economici e finanziari anche a causa dell’assenza di parità di condizione tra gli operatori del settore, una situazione che si è determinata per la sostanziale inattuazione della legge del 2012 per la delocalizzazione dei call center nei paesi extra Ue”.

 


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