Il 15° Incontro Corale alla chiesa dei Santi Apostoli

Frutto dell’impegno del Centro Culturale “Lepetit” e dell’associazione Culturale “L’incontro” e della organizzazione del Coro Accordi e Note

Il 15° Incontro Corale è il frutto dell’impegno del Centro Culturale “Lepetit” e dell’associazione Culturale “L’incontro”, di cui Giorgio Grillo è presidente, della organizzazione e dell’interessamento della presidentessa del Coro Accordi e Note Palmira Pasqualini, e dell’impegno, della pazienza e della professionalità del maestro del Coro Accordi e Note Roberto Boarini.

concertossapostoliL’iniziativa di quest’anno nasce dalla collaborazione ormai consolidata di tre cori che già lo scorso anno hanno fruttuosamente cooperato dando vita ad uno straordinario concerto a Venezia. Quest’anno il coro di Venezia è venuto a Roma e noi romani abbiamo fatto il possibile per ricambiare la calorosa, amichevole e spontanea accoglienza con cui i veneziani ci hanno accolto lo scorso anno. Ci ritroviamo per le prove il giorno prima del concerto e comprendiamo subito che di nuovo l’intesa c’è. C’è armonia e consonanza tra le nostre voci che costituiscono, come le impronte digitali, l’unicità di ciascuno di noi: non esistono due timbri di voce uguali. Ciascuno con la propria unicità porta nel coro il proprio timbro e la fusione produce un risultato che ha dello straordinario. Cantare in coro e riuscire ad ascoltare le voci dei compagni di canto è un modo davvero entusiasmante di sentire la musica e di respirarla insieme!

Il 12 Novembre 2016, nel pieno centro di Roma, la basilica dei Santi 12 Apostoli, con la sua solenne architettura, la maestosità dell’interno con il quadro d’altare più grande di Roma, i bellissimi affreschi e le decorazioni, il monumentale sepolcro di Papa Clemente XIV opera del Canova, fa da prestigiosa cornice al concerto in cui viene eseguito il Gloria di Antonio Vivaldi, grande compositore italiano del barocco.

concerto12-11-16La navata centrale della elegante basilica è gremita e il pubblico deborda ad occupare anche parte delle navate laterali.

Il concerto  sta per iniziare: dall’ampia cripta sotto l’altar maggiore si leva un canto che ha del magico; voci che salgono dal basso e che si spandono su tutta la chiesa; non si vede nessuno, solo l’udito è il senso attivato.

Poi i cantori veneziani, accolti da un caloroso applauso, emergono dalla cripta per completare la loro esecuzione di incantati brani a cappella.

Li dirige magistralmente la Maestra Diana D’Alessio (so che in ambito musicale si usa dire “il maestro” anche per le donne, che però a mio avviso non è sinonimo di prestigio, ma solo di un incallito maschilismo! La nostra bellissima lingua coniuga il genere e quindi perché non usarlo?)

Questo graditissimo e sostanzioso…..”antipasto musicale” è stato servito ed ora il pubblico è pronto ad assaporare ….”il piatto forte” del concerto: Il Gloria, una delle pagine più conosciute e avvincenti del compositore veneziano.

Entra l’orchestra del Centro Culturale Lepetit, il primo violino Giulia Pavan da il La per accordare gli strumenti; entrano le bravissime soliste Grazia Neri, soprano e Serenella Fanelli, contralto; entra il coro, anzi entrano i tre cori:  il Coro Accordi e Note diretto da Roberto Boarini, il Coro Sonero Sostenible FAO staff coop diretto da Carolina León Páez, L’Associazione Corale Cantori Veneziani diretto da Diana D’Alessio. L’organico finale ammonta a quasi 90 elementi, una potenza corale commensurata alla maestosità della cattedrale che ci ospita.

La Maestra Diana D’Alessio dirige il concerto in modo straordinario! E l’orchestra e il coro e le soliste, sotto la sua eccezionale direzione danno il meglio di sé e il concerto è davvero un grande, grande successo.

Il Gloria è brillante e poetico al contempo, le 12 sezioni di cui si compone alternano forme, tempi, ritmi, tonalità e organico. Si apre con la maestosa entrata del coro “Gloria in excelsis”, seguita dall’intimo e sofferto “Et in terra pax”; prosegue con brani solistici e corali di grande efficacia e dinamismo, come il canone del “Domine Filii Unigenite”, e di intenso lirismo, come la struggente ed accorata invocazione  del “Miserere Nobis”. Il ritorno dello stile maestoso del primo movimento, nel “Quoniam tu solus sanctus” è una sorta di chiusura del circolo che introduce la solenne fuga finale “Cum Sancto Spiritu”, brano scritto da Giovanni Maria Ruggeri e copiato e adattato da Vivaldi.

Il pubblico contiene a stento il suo entusiasmo sino alla fine dell’esecuzione e finalmente esplode in un applauso travolgente e liberatorio! Ci siamo appassionati insieme, abbiamo comunicato con il linguaggio delle emozioni! L’immancabile richiesto bis ci trova tutti ancora carichi di dopamina!

La musica ha di nuovo compiuto il suo miracolo; quello di trasportare in un mondo altro, al di fuori delle preoccupazioni del presente, al di là dei bisogni del quotidiano e del contingente, facendo dimenticare le inquietudini e le apprensioni, conducendo in un mondo in-cantato dove il tempo si dissolve e dove regnano pace e armonia.

E poiché ciascuno di noi ha contribuito ad eseguire la musica, ciascuno di noi ha contribuito ad operare il miracolo!

Antonio Vivaldi

Antonio Vivaldi, forse il più grande compositore Italiano del Barocco, nasce a Venezia nel marzo del 1678. La stessa levatrice lo battezza perché lo ritiene in pericolo di morte; la sua salute cagionevole (era probabilmente malato di asma) fu forse la causa che gli fece intraprendere gli studi in seminario e che gli fece smettere di dire Messa poco dopo la sua ordinazione al sacerdozio. Un aneddoto racconta come il suo esonero dal dire Messa fosse invece imposto dai suoi superiori perché Antonio, preso da un raptus compositivo, avesse lasciato l’altare per recarsi in sacrestia a comporre una fuga!

Viene iniziato alla musica dal padre violinista e, giovanissimo, diviene Responsabile dell’attività musicale e Maestro dei Concerti dell’Ospedale della Pietà, uno dei quattro orfanotrofi – conservatori di Venezia.

All’Ospedale della Pietà risiedevano le “putte”: fanciulle orfanelle, bastarde o abbandonate, a cui veniva impartita una educazione musicale. Il maestro Vivaldi poteva dunque disporre a suo piacimento di strumentiste e cantanti esperte (le loro esecuzioni erano celebri in tutta Europa). Ciò gli consentiva di sperimentare le sue composizioni e di variare le combinazioni dell’organico vocale e strumentale senza limiti di tempo e di costi. Un bel vantaggio, non c’è che dire!

Gli storici lo descrivono come  vanitoso, quasi megalomane, con uno spiccato senso dell’umorismo e dotato di uno straordinario talento sia come compositore che come violinista. Aveva eccezionali doti di inventiva ed una accesa fantasia, era stravagante e vulcanico.

Le sue molteplici composizioni possiedono brillantezza, vitalità e lirismo; sono caratterizzate da forti contrasti sonori e dinamismo musicale anche perché alla Pietà le esecutrici erano nascoste alla vista da una grata e la “sorpresa” musicale contava moltissimo.

Il Prete Rosso, così soprannominato per la sua fulva capigliatura, fu sicuramente un precursore dei grandi mutamenti del linguaggio musicale che avrebbero portato allo stile sinfonico del tardo settecento.

Dopo la morte, avvenuta a Vienna nel luglio del 1741, la sua opera cadde quasi nel dimenticatoio e fu di fatto ignorata per quasi due secoli, durante tutto il periodo del  Classicismo e del Romanticismo.

Il Prete Rosso fu riscoperto nei primi decenni del secolo scorso ed è divenuto, dal secondo dopoguerra, uno dei più amati ed ascoltati compositori del  Barocco.

 

Foto di Franco Giorgi


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Un commento su “Il 15° Incontro Corale alla chiesa dei Santi Apostoli

  1. Recensione scritta magistralmente con dovizia di particolari e sfumature che mi hanno emzionato e toccato nel profondo….anche perchè avrei dovuto essere con voi a cantare e mi è stato vietato per ragioni di salute e non sono potuto neanche venire ad ascoltare perchè avrei pianto per tutto il tempo. I miei complimenti più sinceri!

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