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A Vinòforum, manifestazione sul vino (e non solo)

Al Parco di Tor di Quinto fino al 19 settembre

Finalmente una manifestazione sul vino (e non solo) in una splendida serata di fine estate.

L’appuntamento in fiera è con il dottor Ugo Zampetti, sommelier dal palato straordinario.

Ci mettiamo in auto e raggiungiamo il Parco di Tor di Quinto in 20 minuti; cerchiamo il parcheggio e lo troviamo in “soli” 21 minuti.

Entriamo e scopriamo con stupore che i parcheggi interni sono vuoti: mah!

Dopo aver percorso un vialetto scarsamente illuminato ci avviciniamo alla cassa riservata alla stampa: cortesemente e velocemente, in osservanza alle leggi anti-covid, ci fanno entrare in fiera, che ad un primo impatto ci sembra ben ordinata.

Non perdiamo tempo e ci dirigiamo al padiglione Varvaglione-Lolli, dove ad attenderci c’è Pino Lagrasta, non in veste di Segretario UILT LAZIO, ma di raffinato divulgatore di vini (e non solo) d’eccellenza.

Ci sediamo comodamente in una sezione del padiglione particolarmente appartata e ci raggiunge Ernesto Barbi, elegante e competente rappresentante dell’azienda vitivinicola Varvaglione

L’azienda Varvaglione è situata a Leporano in provincia di Taranto e quest’anno compie 100 anni.

Essendo in pieno Salento, è logico aspettarsi i grandi vitigni pugliesi come il Primitivo ed il Negroamaro, ma anche la Malvasia, l’Aglianico, la Verdeca, Falanghina e Fiano. Inoltre l’azienda ha in filiera anche l’internazionale e ubiquitario Chardonnay, ma, per fortuna, con carattere tipicamente salentino.

Varvaglione esporta in 36 paesi e per soddisfare i palati così raffinati, oltre ai propri 120 ettari, si avvale di altri partners, coprendo un’area di ben 1500 ettari totalmente vitati.

L’azienda viene monitorata mensilmente dalle università di Udine e di Bologna

Mentre Ernesto Barbi ci fornisce tutti questi dati, Pino comincia, da perfetto ospite, ad allestire il tavolo con salumi e formaggi.

La Malvasia bianca IGP 12 E MEZZO è stato il primo vino ad essere degustato: ottenuto mediante 24 ore di macerazione con fermentazione a temperatura controllata a 14° C; colore giallo dorato; profumo intenso e fruttato; al palato fresco, vivace, equilibrato, armonico, persistente; alcool ovviamente 12,5%vol; abbinamento con tutto. Costo E 9,50.

Dopo aver avidamente consumato una doppia (se non tripla) porzione di formaggi e salumi, ci vediamo arrivare una pasta e fagioli con le cotiche, piccante al punto giusto; è da premettere che intanto la serata estiva si era già mitigata, temperatura perfetta per una calda degustazione.

Ad accompagnare il fumante piatto, un primitivo a pronta beva il Primitivo del Salento IGP 12 E MEZZO: anche qui abbiamo un grado alcolico di 12,5% vol; dopo la macerazione a temperatura controllata a 24-28°C, l’affinamento è in barrique americana per 3-6 mesi; colore rosso molto elegante; profumo di frutti di bosco, cacao, vaniglia; al palato risulta morbido e con i tannini giusti giusti per il piatto di cui sopra; costo E 9,50.

A completare la straordinaria serata un vino da degustazione: Papale; vino rosso rubino con riflessi violacei; profumo intenso ai frutti maturi di bosco, cacao, liquirizia; al palato una esplosione di sapori, rimanendo morbido e persistente; la vinificazione è ottenuta dopo macerazione a temperatura controllata a 26°-28° C; dopo la fermentazione malo-lattica, l’affinamento avviene in barrique francese per almeno 8 mesi; gradazione alcolica 14% vol; costo E 11,80.

Il nome Papale deriva da Benedetto XIII, eletto al soglio pontificio nel 1724, al secolo Pietro Francesco Orsini, nato a Gravina di Puglia il 2 febbraio 1649 e morto a Roma il 21 febbraio 1730.

Pietro Francesco Orsini possedeva un piccolo appezzamento di terra vicino a Manduria, conosciuto come “Contrada Papale”, in cui si coltivava la vite del famoso Primitivo, vino che puntualmente ogni anno veniva spedito alla Santa Sede, da qui il significato del nome.

Sul frontespizio dell’etichetta è riportato un articolo preso dal giornale di Napoli del 29 maggio 1724, in cui si raccontano le celebrazioni al soglio dell’unico Papa Pugliese.

Stavamo per lasciare molto soddisfatti la raffinata compagnia quando l’occhio ci va sui rosati.

Detto fatto, Pino con uno scatto alla Marcell Jacobs, ci porta i due rosati: il Moi fermo e il 12 e Mezzo leggermente mosso, 100% da uve di Negroamaro, che, pur essendo di quel rosa pallido pallido, tanto caro ai cugini francesi, vi assicuriamo piacevoli, eleganti, insomma per serate romantiche a lume di candela.

Da provare anche Primadonna Chardonnay di Puglia IGP: elegantissimo di colore giallo dorato; profuma di frutti esotici, abbiamo sentito in modo particolare la vaniglia, infatti c’è un rapido passaggio in barrique, che in questo caso (NDR: in linea generale siamo contrari a barricare i vini bianchi) non guasta; al palato morbido e acido al punto giusto, armonioso e pieno; gradazione alcolica 13,5% vol; costo E11, li vale tutti.

Finalmente lasciamo mal volentieri la compagnia, ma l’attenzione va verso la pasticceria: le cassatine siciliane, una resa totale; finito senza rimorsi, ma con ampi morsi il raffinato dolce, ritorniamo allo stand di Pino per un liquorino della Lolli al pistacchio….è andata a finire che ne abbiamo comprato una bottiglia al padiglione di uscita.

Ampiamente soddisfatti, ci siamo precipitati a casa per vedere su RAI Tre il programma Dante Confidential, un titolo ben strano per celebrare il Padre della Lingua Italiana, tra gli ospiti della trasmissione c’è il Dantista di fama internazionale Rino Caputo, già ordinario di Letteratura Italiana dell’Università Tor Vergata: degno corollario di una raffinata ed infinita serata tra amici.


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Un commento su “A Vinòforum, manifestazione sul vino (e non solo)

  1. Dopo avere letto un articolo così suggestivo non posso mancare almeno alla”finale “(fortuna che sono tornata in tempo)

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