

5.- Non sappiamo in onore di chi, né con precisione quando fu edificato, comunque nel I secolo a.C., ma è certo che, per le sue dimensioni, il Torrione Prenestino è il terzo monumento funebre a forma di tumulo più grande, dopo il mausoleo di Augusto (nell’omonima piazza) e quello di Adriano (Castel Sant’Angelo).
Il diametro della copertura (tamburo circolare) è di ben 41 metri! Eppure questo monumento, anche dopo diversi interventi di restauro non è accessibile al pubblico.
Nei secoli la sua forma originale (un cilindro sormontato da una cupola da cui fuoriusciva la sommità di una colonna che sorreggeva la statua del defunto, con un corridoio di accesso ad alcune camere sepolcrali) è stata fortemente modificata: deposito agricolo, parte di una vigna, rimessa di un casale.
Ma la definitiva azione di snaturamento del monumento si è avuta nel periodo fascista quando, per allargare a fini militari via Prenestina, si eliminò completamente il tumulo di terra e si demolì parte del tamburo.
Nell’immagine il Torrione Prenestino in una stampa di Pier Sante Bertoli (XVIII secolo) che mostra il monumento ancora colmo di terra con al centro alcuni alberi.
Tra le poche cose che conosciamo, comunque, un dato è importante per la nostra strada: se in un periodo come quello augusteo si è deciso di erigere un monumento funebre molto simile a quello di Augusto stesso, e si è deciso di costruirlo lungo la via Praenestina, un motivo valido ci deve pur essere stato!
E visto che per i Romani l’immortalità consisteva nella memoria, costruire un monumento di quella importanza lungo una strada secondaria o poco frequentata non avrebbe avuto alcun senso.
La presenza del monumento è, quindi, un’altra testimonianza dell’importanza rivestita dalla via Prenestina da sempre: molti avrebbero visto il mausoleo ricordando così il defunto a cui era dedicato.
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Non solo la Prenestina ma anche la via Casilina ha importanti reperti archeologici come il mausoleo sepolto all’incrocio via Casilina via Palmiro Togliatti e sotto il pratone tra via Casilina e via Namusa .
Certamente, e sono anche magnifici (però il mio giudizio è di parte come archeologa). L’agenda del Parco 2021 ha narrato e raccontato la Via Prenestina, anche se in alcune pagine ha accennato anche ad altre aree sempre del V Municipio. Nei prossimi anni, chissà… .