Categorie: Ambiente Cronaca

Andrà tutto bene?

Il 15 marzo 2020 mattina dalle ore 8 alle 10 su e giù per via di Pietralata e via Tiburtina. Il resoconto

Il 15 marzo 2020 mattina dalle ore 8 alle 10, in veste di podista giornalista, camminando, ed osservando le prescritte distanze con ogni essere umano, ed evitando di toccare cose e oggetti, ho percorso questo itinerario: via Matteo Tondi, via Pietralata, via Tiburtina fino all’altezza di via delle Cave di Pietralata (sul lato destro) e ritorno su via Tiburtina, sull’altro lato della via, e poi su via dei Monti Tiburtini, via Pomona, via di Pietralata, via Tondi.

Le foto che ho scattato e pubblicate nel mio profilo Facebook in due parti, per mia imperizia, mi serviranno come in altre occasioni per descrivere con maggiori dettagli quello che ho visto come un qualsiasi inviato (e potranno essere utili ai miei pochi o tanti lettori, non importa).

La mia Roma

Tutte le foto e il reportage sono dedicate soprattutto agli amici che mi chiedono come vanno le cose a Roma. Naturalmente io dirò della mia Roma. Nella capitale, come è noto, ci sono almeno cento Rome e solo un presuntuoso può affermare di sapere cosa succede realmente nel territorio della capitale.

Le strade della mia Roma (tra Pietralata e la Tiburtina direzione centro fino a via delle Cave di Pietralata e ritorno) si presentavano deserte e con persone molto accigliate, parecchie con maschera.

Nessuno ha risposto al mio saluto di buongiorno. Anzi più di qualcuno mi ha guardato con sospetto, nonostante la mia distanza fosse più che regolamentare.

In questa città purtroppo si è persa l’abitudine di rispondere ad un semplice saluto, figuriamoci scambiare un sorriso, cosa che pure sarebbe molto utile.

Solo un passante intento a raschiare un grattaevinci ha sorriso alla mia battuta:

“Ha vinto ancora una volta lo Stato, non è vero?”

Le file davanti ai supermercati e ipermercati si erano formate code, in maniera ordinata e rassegnata, mantenendo una distanza superiore a quella regolamentare.

Ho constatato che la mia Roma periferica non è blindata.

Nelle due ore della camminata non ho incontrato polizia, carabinieri, vigili.

Questa parte di città non è pulita e tanto meno sanificata, come pure magnificano le nostre autorità ed Enti (Sindaca ed Ama).

Con una regola fissa però: più ci si avvicina al centro e maggiore è la pulizia e viceversa. Le foto lo testimoniano abbondantemente.

Le strade mi sono apparse desolatamente desertificate. Pensate, ho potuto fotografare la via Tiburtina dal centro strada, comodamente, senza temere che una macchina o un bus mi investisse. Mi auguro che questa condizione cambi e che la vita riprenda presto e bene, anche se con un po’ più di smog…

Ma procediamo con ordine.

Parto dalla parrocchia di San Vincenzo Pallotti dove uno striscione invita alla donazione del sangue che ha subito in questi lunghi giorni un calo. La cancellata della chiesa è ancora chiusa.

Alla fine della via mi immetto su via di Pietralata, direzione via Tiburtina.

Via di Pietralata è svuotata, ogni tanto passa una macchina o un bus. Supero il mercato rionale dove ieri erano aperti solo i banchi del pane, degli alimentari e dei surgelati. Niente frutta e verdura od altro. Pare che lunedì riprenderà a pieno regime. Ho fatto un po’ di spesa ieri. Si entrava tre persone alla volta e ben distanziate. Quasi nessun movimento anche dal Camplus di via del Cottanello. Sul marciapiede qualche passante con cane.
Vicino all’Ipercarni una fila lunga e ordinata, con le giuste distanze.

Deserta anche la stazione metro B Pietralata, con discreta sporcizia nel prato antistante e una caritatevole bustona nera di plastica a raccogliere i rifiuti nei pressi di un “nasone” (la classica fontanella romana) e albero che non conosce potatura da molti anni.

Strada vuota anche nei pressi di Panorama (grande centro commerciale).

E sono all’incrocio che immette sulla via Tiburtina, con il centro scommesse Las Vegas (e di centri scommesse la periferia notoriamente ha disperato bisogno!).

Scatto una foto con in primo piano un cippo miliario e la Caserma Ruffo sullo sfondo. Inconfondibili entrambi. La tabaccheria all’angolo è aperta. Ma mi ricordo che ho smesso di fumare nel 1982. Complimenti a me stesso!

Chiuso e con lavori stradali in corso il ristorante cinese (con cucina italiana e forno a legna). Segue il parcheggio di Panorama, davanti al quale attendono alcune macchine.

Un passante “filosofo” riflette (su chi sa cosa) davanti al palo del semaforo della rampa che conduce in via dei Monti Tiburtini. Deserta, come l’altra rampa.

Dal distributore della Esso si apre una visione su via Tiburtina senza auto circolanti. Sul marciapiede mi viene incontro un passante con mascherina.

Ma la mia attenzione si sposta ai cassonetti co immondizia varia scaricata dai soliti incivili impuniti.

Ecco un ristorante giapponese con cucina cinese con piccolo murale. Sull’altro lato di via Tiburtini le case di Casal Bruciato.

Mi sorprendono le fioriture di un alloro che trasbordando invade il marciapiede, desolatamente primo di esseri umani.

Chiuso il Mercato di campagna amica della Coldiretti di via Tiburtina 695.

Un incivile ha abbandonato, vicino a una fontanella, davanti a una campana per il vetro una vetrina con la scritta “uscita”. E non siamo su una via qualsiasi.
Dove sta la sorveglianza? E le sanzioni?

L’Istituto tecnico Lagrange si presenta con manifesti a profusione e la scritta avvolta da erbacce. Accanto i cancelli dell’Istituto Vespucci ed una scuola internazionale.

All’angolo con via della Mortella, ci accoglie l’invito a un Happy hour che non potrà essere raccolto.
A seguire chiusa (meglio così) una sala slot.

Poco più avanti ancora il segno di incivili con copertone ed altre schifezze abbandonate a terra e non rimosse da tempo.

Coda lunga ed ordinata anche davanti al discount Euro Spin.

Poco più avanti banchetta una combriccola di piccioni per nulla spaventata dalla mia presenza.

Coda anche al Todis.

Immagine sconfortante quella degli sportelli degli allacci delle utenze (desolanti e pericolosi).
La segnaliamo come cosa da risolvere.

Come spiegherò ai miei nipotini l’uso dell’ormai decrepito telefono di strada che, con ogni probabilità, non è più funzionante.

Sono all’altezza di via Sante Bargellini, uno scrittore, autore tra l’altro di Pian dei Giullari, e che è stato anche sindaco di Firenze.

Ed ecco una frutteria con mercanzia in bella vista.

Mi affaccio su via Tiburtina, ancora vuota di macchine e bus.

Colgo al volo un camion dell’Ama che raccoglie i rifiuti di competenza.
Segnalerà alla sua azienda che c’è da rimuovere una rete metallica abbandonata da tempo?
E cosa ci fanno quella macchina e quella moto?
E quella pedana verrà rimossa?

Poco più avanti, un cumulo di rifiuti a terra e un altro paio di pedane.

Sono in via dei Durantini e di fronte alla mole degli ex Stabilimenti cinematografici della De Paolis oggi trasformati e destinati al Tiburtina Shopping Center (oggi chiuso) e negli Studios.

Mi attrae un piccolo distributore con pergola e insegna pubblicitaria in disuso.

Sono vicino al Mc Donald’s e mi giro per fotografare via Tiburtina svuotata.

Un cartello sulla Parafarmacia annuncia: NO mascherine, NO guanti, NO alcol, Si gel antimicrobico.

Lino Banfi dal manifesto mostra nel manifesto una faccia incredula di fronte alla via Tiburtina e alla poca gente davanti al supermercato reclamizzato e sembra quasi dire:

“Porca puttena!”

Anche le traverse di via Tiburtina sono deserte.

Il barista in maschera mi guarda sospettoso e sembra dire cosa fotografa questo vecchietto?
Io fotografo invece soprattutto l’insegna “C’era una volta il caffè?” che è premonitrice dei tempi del Coronavius e delle diffidenze ad entrare, compresa la mia: meglio evitare, anche se un caffè mi andrebbe proprio, a questo punto della mattinata.

Nuovo supermercato e nuova fila più lunga di quelle incontrate finora.

Ancora cassonetti con firma di un incivile che ha abbandonato masserizie.

Foto con visione del deserto di via Tiburtina e con sullo sfondo gli “alberi pizzuti” (i cipressi) del Verano.

E foto dalla mezzeria di via Tiburtina (neanche a Ferragosto è così come appare questa mattina).

Mi sposto sull’altro lato della via dove campeggia l’insegna di Cherubini (strumenti musicali) e della sua scuola di musica. Nuova fila e poi foto delle via laterali di Portonaccio.

Superato l’autoparco dell’Anas, altre visioni di vie laterali e di palazzi intensivi in un’area dove si è costruito di tutto e di più.

Sono davanti al supermarket Gros con una ragguardevole fila in cui vengono rispettate le distanze.

Poco più avanti ammiro un pino dal fusto contorto che sovrasta un gabbiotto e si proietta verso il cielo.

Ancora uno sguardo agli ex stabilimenti cinematografici della De Paolis.
Ricordo che (era il 1987) intervistai l’ing. De Paolis… Devo ripescarla dall’archivio del giornale Abitare A.

Mi affaccio su uno scorcio di una via chiusa al traffico dove sorgono numerose botteghe artigiane.
Ricordo che c’era anche un artigiano che realizzava le lastre per la stampa del nostro giornale (sembra di parlare dell’età della pietra ed era appena una trentina di anni fa).

Dopo aver scattato delle foto alle vie laterali ecco una sedia in buono stato abbandonata sul marciapiedi di via Tiburtina. Non credo sia per me che incomincio ad avvertire un po’ di stanchezza.

Ancora strade laterali della via Tiburtina, manco a dirlo, deserte tutte.

E’ talmente incredibile la situazione che non resisto a rifotografare da un altro punto di vista la via Tiburtina sgombra di auto.

E sono già all’altezza di via Casal Bruciato.

Poco più avanti approfitto del passaggio pedonale, ligio alle regole, per passare dall’altro lato della strada.

All’inizio di via Alessandro Bacchiardi – Giornalista – non posso non sorridere sulla trasandatezza con cui si pensa di onorare la memoria di personaggi ai quali vengono dedicati i nomi delle vie.
In questo caso con cassonetti e manifesti vecchi a profusione.

Questo tronco semidivelto e ciò che lo circonda rappresenta forse il decoro di cui parlano spesso la presidente del Municipio e la sindaca Raggi? A noi non sembra. E soprattutto quando si pensa di eliminare lo sconcio, attorniato da cassonetti da cui traboccano immondizie varie a cura degli incivili?

E immondizie ci accompagnano ancora procedendo.
E allora dove è in corso la sanificazione di cui parlano in questi giorni l’Ama e la sindaca Raggi?

Una podista asiatica corricchia lungo la via mentre di fronte si lascia ammirare un albero in fiore.

E sono di nuovo sotto la soprelevata che conduce a via dei Monti Tiburtini. Infatti ho deciso di deviare e, di passare attraverso il parchetto di via Pomona

Cittadini anonimi hanno affisso dei cartelli che cercano di far rispettare l’ordinanza della sindaca apponendo sigilli improvvisati, in surroga alle autorità assenti.

All’inizio un cittadino sta eseguendo degli esercizi ginnici.

Fotografo il parchetto che sarebbe molto bello se non ci fosse quell’obbrobrio di piscina incompiuta e abbandonata al degrado dalle vecchie e dall’attuale amministrazione.

 

Fuori dal parco mi attende questo piccolo striscione con la scritta:

“Andrà tutto bene!”.

Ma è circondata da immondizia.

Andrà tutto bene?

Lo speriamo vivamente…

Ma, chi vivrà vedrà e riferirà.

 

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