Antonio Raso, l’ultramaratoneta del Parco Tor Tre Teste
“Familiari e amici mi aiutano a non mollare”Domenica 10 luglio 2022 ore 00.00 si è svolta la 6 ore di Roma e tra i partecipanti c’era anche Antonio Raso, atleta della squadra che organizza l’ultramaratona, ASD Villa De Sanctis e proprio nel luogo dove ha sede la sua società Antonio ha compiuto la sua prestazione sognata da anni e cioè arrivare a concludere 100 maratone/ultra.
Tutto ciò all’età di anni 70, dopo una lunga carriera di podista, maratoneta e ultramaratoneta, tesserato in diverse squadre del suo quartiere tra Centocelle e Tor Tre Teste, tra le tante società Atletica del Parco, Atletica La Sbarra, Podistica 2007 fino ad approdare alla società campione italiana di ultramaratona per alcuni anni.
Una grande esperienza sportiva insieme a tanti amici che corono con lui in allenamenti e gare con gruppi di amici runners che spesso la domenica mattina si divertono ad affrontare e gestire la fatica partendo dalla Sbarra del Parco di Tor Tre Teste fino ad arrivare nelle zone centrali di San Giovanni, Colosseo, Via dei Fori, non evitando la salita dell’Ara Coeli, molto preferita da uno dei runner più simpatici e per di più poeta, Patrizio d’Antonio.
Questo traguardo di Antonio è stata una grande festa, un grande momento di felicità e soddisfazione per lui, per la sua famiglia sempre in apprensione per lui che nonostante l’età avanzata continua a partecipare a maratone portando a casa anche premi di categoria, una grande festa per la sua società e soprattutto per i suoi amici presenti tutta la notte per acclamarlo e fare il tifo fino all’alba soprattutto nel momento apicale dell’arrivo e delle premiazioni.
Antonio fatica attraverso le ultramaratone e le maratone divertendosi, è sempre sorridente e pronto a ricordare aneddoti divertenti e barzellette per alleviare proprio la fatica rendendo felici chi fa tratti di corsa con lui.
Di seguito approfondiamo la conoscenza di Antonio attraverso risposte ad alcune mie domande di un po’ di tempo fa.
Cosa ti spinge a fare sport? “Stare meglio in salute”.
Cosa stai raccogliendo nello sport? “Per prima cosa molti amici”.
In effetti per Antonio, così come per tanti altri, lo sport e la corsa in particolare è un’opportunità per sentirsi bene, per svagare, per trascorrere del tempo all’aperto nel parco vicino casa, per incontrare amici e formare gruppi che corrono insieme, faticano insieme ma poi si rivedono in gare affrontando insieme chilometri e percorsi e poi ci si vede anche in pizzeria quando è possibile.
Sperimenti più benessere o performance? In che modo? “Sia benessere che performance, più elasticità con il mio fisico”.
Ce la puoi fare ancora alla tua età? Come? “Ancora abbastanza per la mia età, io sono testardo”.
La passione per uno sport come la corsa fa occuparsi di se stessi, fa provvedere alla propria salute per cecare di continuare a fare sport finché si può, allenandosi e gareggiando, raccontando le proprie imprese e aneddoti particolari.
Familiari e amici ti incitano a continuare o ti ostacolano? “Familiari e amici mi aiutano a non mollare e non mi ostacolano”.
I familiari un po’ sono preoccupati ma dall’altra parte sanno che la corsa diventa un giocattolo per l’atleta che non si deve rompere. Gli amici sono un po’ increduli e un po’ condividono questa passione.
Un episodio divertente e/o, triste nel tuo sport? “Di episodi divertenti ce ne sono stati molti correndo con i miei amici. Triste sì, il mio primo ritiro al ‘Passatore’”.
Sono tanti gli episodi bizzarri, tristi, curiosi e divertenti negli allenamenti e soprattutto in gare che prevedono anche viaggi e pernottamenti. Ad Antonio piace scherzare e raccontare, la sua compagnia è piacevole sia in allenamento che soprattutto in gare lunghissime dove bisogna distrarsi per sentire di meno la fatica.
L’evento sportivo dove hai sperimentato le emozioni più belle? “L’evento sportivo dove ho sperimentato l’emozione più bella, è stato nel mio secondo ‘Passatore’”.
Il Passatore è una grande sfida di 100 km dove si attraversano momenti di crisi e fatica ma anche momenti di amicizia e soddisfazione per esserci riusciti a portarla a termine.
La tua situazione sportiva più difficile? “La mia situazione sportiva più difficile è stata nel 2020 con l’infortunio, mi hanno prognosticato di mettermi la protesi al ginocchio, l’ho superato per adesso e spero che ciò avvenga il più tardi possibile”.
Tutto passa, tutto cambia, tutto non è più come una volta e bisogna fare i conti con l’età e con l’usura ma senza abbattersi si tratta solo di organizzarsi e comprendere quello che si può fare con le risorse residue.
Cosa hai scoperto nello sport di te e di chi ti circonda? “Ho scoperto di me e di chi mi circonda che c’è più educazione e aiuto leale con gli amici soprattutto nello sport”.
Lo sport avvicina persone di qualsiasi estrazione sociale diventando ognuno una risorsa per l’altro, un modo per confrontarsi e condividere momenti della giornata.
Una parola o una frase che ti aiuta nei momenti più difficili? “Una frase che mi ha aiutato nei momenti più difficili: ‘Grazie ai miei figli e a mia moglie’”.
La famiglia dovrebbe rimanere sempre l’orto numero uno da coltivare, il resto è una scelta per svagarsi e star bene in salute.
Prossimi obiettivi? “Prossimi obbiettivi vorrei correre altre 42 km e 195 m per arrivare a 100 maratone”.
Antonio ha corso 99 maratone/ultra, questi anni di pandemia a causa COVID hanno rallentato e ritardato il raggiungimento del suo sogno, ma lui si definisce testardo e non ha mollato, ha continuato nel suo intento con fiducia e resilienza.
Come ti vedi a 70 anni? “Essere così a 70 anni, abbastanza in forma”.
In effetti, Antonio ha compiuto i 70 anni e risulta essere ancora in forma e motivato in questo sport di ultramaratona.
Lo sport sembra congelare le persone e ritardare l’invecchiamento, si è più propensi al movimento e alla fatica senza lamentarsi e senza evitarla.
Come hai scelto la tua squadra e che intenzioni hai? “La mia squadra ha scelto me sapendo che ero portato per le lunghe distanze, per partecipare al Campionato Italiano Iuta Ultramatoneti. Ho intenzione, se il mio sogno si può avverare, di arrivare a 100 maratone/ultra e poi corricchiare per il mio parco di Tor Tre Teste finché lui vorrà”.
L’A.S.D. Villa De Sanctis è stata ed è tutt’ora una grande squadra di ultramaratoneti che ha conquistato podi prestigiosi a livello nazionale in ambito ultramaratone. Tra gli atleti vi è anche una sezione di atleti con disabilità visiva che con le guide si allenano e partecipano a gare podistiche.
Nel 2008 mi sono appassionato al mondo delle ultramaratone e intervistai alcuni partecipanti a un Campionato Mondiale di Ultramaratona svoltosi in Italia, la 100 km degli Etruschi, dove l’italiano Giorgio Calcaterra vinse il titolo mondiale individuale.
Le video-interviste, riportate nel mio primo libro del 2011 dal titolo “Psicologia dello sport e non solo”, illustrano il mondo dei partecipanti a gare lunghissime di corsa a piedi. Tra gli ultramaratoneti video intervistati vi era anche Antonio Raso e di seguito riporto alcune sue risposte di allora.
Che senso ha la corsa per lei? “Mi toglie tanti problemi dalla testa che ho in famiglia, mi scarica e vuol dir tanto, è la cosa più fondamentale della mia vita”.
Ti senti preparato? “Sì, preparatissimo, la testa da 4-5 mesi è orientata verso questa gara, speriamo bene”.
C’è qualcuno che sconsiglia questa gara? “Sì, qualcuno che non ha mai fatto sport”.
In questo momento come si sente? Cosa prova? “Sono veterano di queste 100km, non è la prima volta però sento un po’ di emozione, questa è un Mondiale ma sono calmo”.
Gli atleti sono coscienti che quello che si apprestano a fare è un’impresa, una sfida, dichiarano che questo tipo di gara è considerata dai non addetti ai lavori una pazzia, ma sono determinati nella loro impresa e sono consapevoli rispetto a quello che si apprestano a fare.
Anche nel libro “Ultramaratoneti e gare estreme” riporto le brevi interviste ad alcuni partecipanti alla “100 km degli Etruschi”, ho raccolto impressioni, sensazioni e testimonianze con l’intento di comprendere le motivazioni a intraprendere questo tipo di imprese estreme che comportano un’estenuante prestazione sportiva.
Matteo Simone
http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+matteo+simone.html
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Questo ” vecchietto ” lo conosco. In tutta onesta’ nelle gare dei decenni passati non l’ho ” mai visto ” in gara, stava sempre molto dietro di me.
Oggi e’ lui che non ” vede ” me . Va’ come un accelerato , ma va’ sempre.
Complimenti Antonio.
Un abbraccio.
Attilio Migliorato
Sono incazzato.
A gennaio 2023 l’articolo intervista, di seguito una 42 km e a marzo 2023 la Roma Ostia di 21 km.
A fine marzo la diagnosi: SLA.
Ora macchinario con sonde per mangiare, macchinario con sonde per respirare.
Un corpo che ha macinato chilometri ora e’ bloccato su un letto.
Non si muove.
Non parla.
Apre solo gli occhi. Non ti guarda.
Tutto in 6 mesi circa
Ieri ero a Tor Vergata a trovarlo, buco alla trachea e polmonite.
Nell’intervista Antonio rispondeva a Matteo Simone:
“familiari e amici mi aiutano a non mollare”.
Antonio, i familiari ci sono anche ora, gli amici ….pure.
Ho appreso solo ora che Antonio non c’è più. Mi dispiace molto che abbia sofferto nella la sua ultima corsa: quella della vita, che a volte riserva dolorose e inaspettate sorprese. Antonio ci mancherà . Mi mancherà il suo sorriso e la sua disponibilità a una parola o a una battuta quando ci incrociavamo nel parco, lui mentre si allenava ed io, ex podista, praticavo nordic walking.
Antonio era uno che amava lo sport come tanti di noi.
Lo immagino insieme ai tanti podisti che un tempo correvano nel parco e ora ci guardano dal cielo. Tutti loro sono vivi nei nostri ricordi e nel nostro cuore.
Condoglianze sentite ai suoi parenti.