Categorie: Alimentazione
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Arzilla: un pesce “povero”, ma ricco di sali minerali e di acidi grassi polinsaturi

La ricetta e qualche consiglio

Il nome arzilla deriva dal dialetto romanesco, nel resto dell’Italia è la razza chiodata, perché il suo corpo è interamente ricoperto da piccoli denti ricurvi e pungenti.

Mimmo, pescivendolo del mercatino di Villa De Sanctis

Non è un pesce molto ricercato, eppure, nella antica cucina romana, c’è una ricetta di assoluto valore gastronomico: la minestra con il broccolo.

Non vogliamo, però, parlare di questa appetitosa minestra, ma di un sughetto altrettanto stuzzicante.

Altri valori nutrizionali, che ci fanno preferire l’arzilla come alimento, sono: un buon apporto di proteine, un basso contenuto di grassi e carboidrati, e, cosa molto importate per tutte le diete, un contenuto calorico di appena 70 kcal in una porzione di 100 grammi.

È un pesce cartilagineo, non ha la lisca, per cui NON TOGLIETE la cartilagine, come purtroppo abbiamo visto fare in televisione, è edibile e dà una croccantezza piacevole al palato: per non correre rischi fatevelo pulire perfettamente dal vostro pescivendolo di fiducia.  

La ricetta 

In una padella (va bene la Swatch) preparate un sugo con: pomodori a pezzetti (noi non togliamo né la buccia né i semi), origano (abbiamo una piantina sul balcone), aglio fresco (sempre del balcone), peperoncino q.b., finocchietto selvatico (se non lo trovate, il pennacchio del finocchio coltivato), olio extra vergine d’oliva q.b., olive nere, una decina di capperi (potete utilizzare anche i cocunci); fate bollire fino a raggiungere un certa consistenza, quindi adagiate le “ali” dell’arzilla (sia a pezzetti, che intera, come più vi piace) e finite la cottura facendo ben amalgamare.

Nel frattempo, durante la cottura del sugo, in una pentola a parte, fate bollire l’acqua leggermente salata (vi ricordiamo che tutto ciò che viene dal mare è molto salato); noi abbiamo utilizzato gli spaghettini della Gragnano; una volta cotti al dente, versate gli spaghettini nella padella con un po’ di prezzemolo (se vi piace) tritato finemente e servite a tavola.

I vini che abbiamo “dovuto” sperimentare sono stati tre: il Vermentino e Donna Ilia della cantina Ricci di Orbetello e il Prosecco Brut di Frassinelli di Conegliano Veneto: due fermi e una bollicina che hanno onorato benissimo la pietanza.  

Altri modi di cucinare l’arzilla

Ci sono altri modi di cucinare questo pesce: al forno impanato oppure con un bel condimento e le patate, fritto come una cotoletta, alla cacciatora (come il pollo): è un alimento poco valorizzato, ma che può essere impreziosito e reso gustoso con la vostra fantasia.


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