

Fatti e misfatti di maggio 2014
Basta violenza fuori e dentro gli stadi
“A campionato di calcio concluso – ha preannunciato il “premier” Renzi – discuteremo anche della opportunità di escludere a vita, dagli stadi, i violenti e i terroristi”.
Non sarebbe affatto male perché significherebbe riportare le partite di calcio – da esibizioni anti-sport, anti-società civile, anti-Stato – a manifestazioni di spettacolo e di festa. Anche se le società di calcio puntereanno i piedi contro una simile opportunità. Per quasi tutte, infatti, si tratterebbe di vendere molto meno biglietti e, dunque, un bel taglio agli incassi specialmente per i settori delle curve. Il presidente della “Lazio”, d’altra parte, ha già espresso la sua contrarierà. E, sicuramente, altri ne seguiranno. Perché, per loro, quello che conta è, appunto, l’incaso. Il resto amen. Amen anche quando, per gli incidenti fuori e dentro gli stadi, muoia qualcuno.
Quella risposta di Matteo
“Credo molto in lei” ha detto a Matteo Renzi – il quale si stava recando da Palazzo Chigi alla Direzione del Pd – una giovane signora di pasaggio e Matteo Renzi le ha risposto: “Perché lei non mi conosce”.
Un rarissimo momento di autocritica di Matteo Renzi o una di quelle “battute” che tanto gli piacciono tra la gente? Non resta, per capire, che attendere. E, forse, neppure troppo tempo.
“Il Qurinale? Yes, we can”
“Il Quirinale? – ha risposto a domanda, durante una pausa dei lavori del “Festival della tv e dei nuovi media”, Valter Veltroni – Per ora non ci penso”.
Chiaramente, insomma, oggi non ancora, ma per il futuro perché no? Legittimo – ci mancherebbe altro – solo che Valter Veltroni aveva solennemente dichiarato che, al compimento dei suoi 55 anni, avrebbe lasciato la politica. In un primo tempo per dedicarsi alla regìa cinematografica. In un secondo tempo per dedicarsi alle sofferenze dell’Africa. Evidentemente, dunque, ha ripensato di nuovo a che cosa fare quando sarà grande. Niente più mondo della pellicola, niente più mondo del volontariato. Ma, ancora e sempre, il mondo della politica. Fino – perché no? – al Colle più alto. Tanto, per lui, “yes, we can” (sì, si piò fare). Auguri per la sua carriera, allora, ma non per la sua coerenza.
Ignazio Marino e Mauthausen
“Il gonfalone di Roma – ha denunciato l’Associazione dei deportati – non sarà presente alla cerimonia commemorativa annuale che vede, a Mauthausen, la partecipazione di delegazioni di tutta Europa”.
“Necessità di risparmiare” si è giustificato il sindaco Ignazio Marino. O, meglio, ha cercato di giustificarsi. Perché, mentre per gli aumenti al suo “staff” gli euro nel bilancio si sono trovati, per la presenza di Roma a Mauthausen no. Ma qualcuno ha mai detto, al sindaco Ignazio Marino, che cosa è stato Mauthausen? Qualcuno a scuola, qualcuno nel Pd, qualcuno in un convegno? Forse no. Altrimenti la somma necessaria per rappresentare Roma l’avrebbe forse trovata. Tagliando qualche euro, magari, agli aumenti di compenso ail suo “staff”.
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