Calcio da strada
Pensare il calcio come bambini, non come adultiPensate alle foto di Pier Paolo Pasolini che giocava a pallone con dei ragazzi sui pratoni tra Centocelle e la borgata Gordiani. In quegli anni si giocava con un pallone di plastica tutti i giorni nei prati e nei cortili dei palazzi, e si andava anche allo stadio con la ciriola del sabato ripiena di frittata cucinata la domenica mattina. Tutte le partite negli stadi si svolgevano la domenica pomeriggio, si ascoltavano alla radio, i più fortunati che possedevano la televisione vedevano solo gli spezzoni nella serata e in bianco e nero.
Gli allenatori/osservatori potevano pescare su una base immensa di praticanti, destinati a rimanere comunque nel giro del pallone come semplici tifosi.
Pochi anni fa, in una scuola calcio, un bambino disse: giochiamo a pallone; gli replicò l’allenatore: qui giochiamo a calcio non a pallone.
Tra gli anni di Pasolini e le scuole calcio è passato più di mezzo secolo. Avevamo Totti, ora abbiamo Pellegrini; avevamo Wilson ora Immobile; avevamo Pulici o Graziani, ora abbiamo Belotti; avevamo Del Piero o Baggio, ora abbiamo Pellegrini L.. Tutti fuoriclasse? No, molti sono solo buoni giocatori.
Per fare un esempio, nella formazione della Juventus di sabato: 9 stranieri. I 2 italiani sono il frutto di un movimento di massa? Quello non esiste più.
Il calcio oggi è finanza, “Il calcio di oggi è una bolla di denaro poggiata sul nulla. Dopo di che, se Berardi non la mette dentro neanche a porta vuota…” ha scritto Gramellini sul Corriere della Sera.
Il Funiño
Qualcuno ci sta pensando a cambiare… La federazione tedesca per migliorare la qualità dei suoi giovani calciatori ha preso una decisione forte: rimettere il divertimento e lo sviluppo della tecnica al di sopra di tutto.
La riforma del calcio dei bambini più piccoli prevede mini partite (2 contro 2 o 3 contro 3), mini porte, l’assenza di arbitri e anche di campionati, in sintesi ricreare il calcio di strada o una mentalità più da campetto.
L’hanno denominato il metodo «Funiño», Fun» (divertimento) e niño (bambino), una sorta di metodo Montessori calcistico.
La Figc sta puntando anche sul calcio a 5 e sul beach soccer: l’importante è giocare, puntando sulla qualità. Dobbiamo ricreare entusiasmo, rimettere il pallone al centro. Anche da noi si punterà sulle mini-partite per «Piccoli amici» e «Primi calci» (5 e 6 anni), sull’auto-arbitraggio dei bambini, sui giochi di abilità. Pensate che, oggi, in seconda elementare (7 e 8 anni) si gioca già 7 vs 7, con il rischio di non toccare mai il pallone.
Angelo, Fabio, noi al nostro oratorio di San Tommaso d’Aquino e con i nostri “PICCOLI AMICI “ del calcio abbiamo anticipato i tempi, possiamo cambiare il nome della chat di gruppo in «Funiño» del lunedì/mercoledì o martedì/giovedì.
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