Centralità di Romanina. Si riaccende la battaglia in Municipio e nel territorio

L’accordo di programma della giunta capitolina affossa il Progetto urbano del Piano regolatore. Il processo partecipativo con i cittadini svilito e ridotto ad una farsa

Nel quadro delle 64 delibere urbanistiche cementificatorie che la giunta comunale di Alemanno intende approvare in questi ultimi sgoccioli di consiliatura tra le proteste di comitati e associazioni cittadine, anche la questione della Centralità di Romanina è tornata ad occupare i pensieri dell’opinione pubblica del territorio e della stessa Istituzione del X Municipio.

L’ouverture l’avevano data gli assessori Corsini e Augello con un comunicato del 26 novembre in cui si diceva tra l’altro: “Abbiamo fatto in modo che la Centralità Romanina realizzasse finalmente la missione che le era stata assegnata dal Prg: contribuire in modo determinante alla realizzazione della Metropolitana”. Corsini aveva in due righe messo insieme un lapsus freudiano e una clamorosa bugia. Il primo: non si tratta di metropolitana ma di metro leggera ovvero di un tram dedicato con capacità trasportistica minore di 2/3 rispetto ad una normale metropolitana; la seconda è che anche questa infrastruttura leggera non sarà pagata con il regalo cubatorio di ben 800.000 mc. di densificazione previsto dalla proposta corsiniana ma con il “trasferimento di aree di proprietà comunale (da reperire) a favore del futuro Concessionario, sulle quali rendere possibili operazioni di valorizzazione immobiliare”.

Cioè con altro cemento pudicamente definito project financing. Rendendo così ancor più indigeribile la proposta indecente già presentata nel dicembre scorso all’ex Officine Marconi a casa del costruttore beneficato. Come sanno i lettori che su questo giornale hanno seguito nel tempo la conturbante vicenda l’intenzione è indecente per due motivi: l’aumento delle cubature in assoluto (da 1.129.000 mc. a 1.920.000) e la pratica scomparsa dell’area ad uso pubblico della Centralità concepita dal Prg. Dal 60 al 5%. Dai 210.000 mq. di Sul a 3.000 mq., da 21 ha a 3 ha, di cui solo 15.000 mq. da dedicare alle funzioni pubbliche di rango metropolitano. L’edilizia abitativa privata passa da 224.000 mc. a 1.341.000 mc. In pratica – secondo il progetto redatto con la mano sapiente dell’archistar Manuel Salgado e commissionato dall’Immobilfin del proprietario-imprenditore-proponente Sergio Scarpellini – 4.000 abitazioni in palazzoni di 8 piani lunghi 160 mt. punteggiati da tre torri alte 64 mt e altri più o meno 500.000 mc. di attività terziarie private si staglieranno, coprendone la vista ai più, alle pendici dei Castelli romani sotto Frascati. Un grande regalo alla rendita urbana speculativa da replicare, secondo i perversi intendimenti della giunta Alemanno, anche nelle altre centralità previste dal Prg, ben 7, da pianificare.

Nel febbraio scorso si sono svolti in Municipio, indetti dal dipartimento urbanistico comunale, 4 incontri partecipativi con i cittadini più altri due, a maggio e luglio, sul progetto del metro leggero. Di questi incontri nella delibera corsiniana si dice solo che sono avvenuti non dando conto in alcun modo dell’unanime contrarietà ai due progetti espressa dai cittadini. Oltre a ciò ci sono state poi varie assemblee indette da associazioni e forze politiche sul territorio. Tutto questo ha consentito di sviscerare la proposta densificatoria in tutti i suoi ferali aspetti. Si pensava e si sperava che gli amministratori politici che agli incontri di approfondimento non si sono mai visti avessero comunque preso in considerazione il radicale rigetto che veniva dal territorio documentato sul sito web comunale e ribadito dal consiglio municipale
pressochè all’unanimità con varie mozioni nel marzo scorso. Manco per idea! 

Il 18 dicembre mattina si svolge la commissione urbanistica che rigetta la delibera alemanniana salvo il voto favorevole del consigliere Antipasqua (minoranza del Pdl) e del Presidente della commissione urbanistica con “sguardo verso il futuro” Matturro dell’Udc. Il pomeriggio invece si svolge l’unica assemblea partecipativa indetta dal Campidoglio ai sensi dell’apposita delibera 57/06. Dell’assessore Corsini neanche l’ombra. Così come dei massimi rappresentanti del Municipio: Presidente Medici e vicepresidente Perifano. A subire le rimostranze e il rigetto della proposta solo due funzionarie architetti Forti ed Esposito che dopo aver riproposto il progetto Immobilfin senza sostanziali modifiche (due parcheggi cosiddetti di scambio da 800 posti in più, un contributo di altri 30 milioni per il metro leggero subito compensati dalla riduzione da 2.500 a 500 i posti del teatro di Fonopoli) debbono sorbirsi pari pari le stesse demolitorie argomentazioni già sentite nei precedenti incontri. Insomma un bel dialogo tra sordi per responsabilità della giunta capitolina. A dire il vero nella delibera di Corsini una novità sostanziale c’è ed è il passaggio dal “Progetto urbano” previsto dal Prg al cosiddetto “Accordo di programma”, il famigerato strumento principe dell’urbanistica contrattata che nel governo del territorio di questi ultimi lustri ha praticamente messo in mora l’interesse pubblico lasciando mano libera ai più sfrenati interessi privati cementificatori. Da notare che la fòia cubatoria ha indotto persino ad affermare nella delibera corsiniana che l’area sarebbe accessibile con il corridoio di trasporto pubblico Anagnina-Tor Vergata che, come tutti sanno, meno i tecnici comunali evidentemente, sta al di là dell’autostrada Roma-Napoli e serve quell’altra centralità.

Oltre ai cittadini e ai rappresentanti dei Cdq e del coordinatore della Comunità Territoriale Maurizio Battistiall’assemblea partecipativa sono intervenuti diversi consiglieri municipali (Colasanti e Cocciolo Pd La Bella Fed. sin), il coordinatore romano degli Ecologisti democratici Pierluigi Adami e anche la rappresentante della Cgil territoriale Fioralba Giordani che coraggiosamente ha respinto l’occupazione malata e senza diritti, il lavoro nero e precario, il caporalato dei subappalti che, oltre a tutti gli altri mali, l’edificazione speculativa produrrebbe.

Venerdì, infine, il terzo atto. Il dibattito in Consiglio municipale sulla proposta di delibera. Anche qui è palesemente emersa l’assenza del Presidente Medici e del vicepresidente Perifano che non poco imbarazzo e stizza hanno prodotto fra le file della maggioranza e le ironie della minoranza che ne aveva chiesto esplicitamente la presenza. In verità in una seduta durata 6 ore e mezzo che trattava un tema di così grande decisiva importanza per il futuro del nostro territorio Medici, per un certo tempo meritoriamente impegnato a protestare contri i tagli alla sanità alla Asl di via Cartagine, non ha trovato lo spazio necessario di affacciarsi e di votare in Consiglio contro la delibera-regalo dando adito al risorgere di polemiche mai sopite che hanno tenuto banco agli inizi dell’anno e di cui su questo giornale si è dato ampiamente conto (articoli del 9.1, 11.2, 14.2). Perifano invece è fugacemente apparso per qualche minuto in tarda mattinata più per parlare al telefono che per ascoltare il dibattito in corso e magari dare qualche spiegazione.

Del dibattito i lettori hanno potuto avere succinta contezza dalla cronaca fatta dal coordinatore della Comunità Territoriale Maurizio Battisti pubblicata su questo giornale.

Il vostro cronista vuole sottolinearne solo due aspetti politici. Le assenze sopraccennate che hanno inferto un serio danno di immagine alla giunta municipale non oscurato dalla pur lodevole, silenziosa e sacrificale presenza dell’assessore Alberelli a cui ha fatto da contrappunto un dibattito vero e approfondito, a tratti anche appassionato, che ha fatto onore al Consiglio. In questa discussione si è politicamente contraddistinto il gruppo del Pdl (Matronola, Di Giacomo, Bianchini, Giuliano, Folgori) non solo per la qualità delle argomentazioni e degli approfondimenti (Di Giacomo) quanto perché rispetto ai colleghi del centrosinistra loro era il compito più difficile: dissentire fino al limite della denuncia e della rivolta (Bianchini) dall’amministrazione Alemanno-Corsini. Altrettanto approfonditi e circostanziati gli interventi della maggioranza (La Bella, Colasanti, Poli, Cocciolo, Battaglia, Cortesi, Tilia) che però, per così dire, scivolavano politicamente sul bagnato.

Anche qui però, in particolare da parte del consigliere La Bella (Fed. sin.), non si è taciuta una critica severa e aspra all’assessore Perifano accusato di “debolezza enorme” e “ridicola” nel rappresentare presso l’assessorato all’urbanistica comunale le posizioni del Consiglio maggioranza contrarie alla proposta indecente di densificazione cubatoria. Tutt’altra storia per gli interventi a sostegno della delibera corsinian-alemanniana da parte di Antipasqua e Matturro. Antipasqua che avendo partecipato a tutti gli incontri di approfondimento con lo slogan “bisogna approfondire senza pregiudiziali” si è trovato di fronte una delibera che non cambia nulla del progetto originario, aggravandolo, anzi, nello strumento dell’”accordo di programma”. Ciò malgrado ha cercato di difendere l’indifendibile arrampicandosi sugli specchi e, in barba a quell’altro suo motto “i cittadini devono sapere”, ha sposato anche lui la bugia corsiniana che il regalo cubatorio a Scarpellini realizzerà il metro leggero. Particolarmente esilarante la sua considerazione che in fondo quanto a pesi urbanistici non cambia nulla perché anche il Prg del ’65 prevedeva 2 milioni di mc. Solo che quelli erano a M1 servizi pubblici generali e verde pubblico e che quel Prg era dimensionato per una città di 5 milioni di abitanti che, per fortuna, non s’è realizzata.

Alla fine i due dioscuri delle benefiche cubature hanno creduto opportuno non ripetere il voto favorevole espresso in commissione urbanistica e mestamente hanno lasciato il campo seguiti dal consigliere Bianchi (Pdl) prima che si arrivasse al voto finale che all’unanimità dei presenti ha rigettato la delibera di Alemanno. 


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