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Cibo, clima e giustizia: il grido di Ultima Generazione arriva tra i banchi della politica

Sotto il cappello della campagna "Il Giusto Prezzo", il movimento ambientalista ha deciso di alzare il livello della sfida, aprendo un dialogo diretto con i rappresentanti di maggioranza e opposizione

Un tempo li vedevamo incatenarsi ai cancelli, versare fango sui monumenti o bloccare il traffico per ore. Oggi, invece, gli attivisti di Ultima Generazione siedono di fronte ai parlamentari. Non per urlare, ma per proporre. Perché la battaglia contro lo spreco alimentare è troppo urgente per restare ai margini.

Sotto il cappello della campagna “Il Giusto Prezzo”, il movimento ambientalista ha deciso di alzare il livello della sfida, aprendo un dialogo diretto con i rappresentanti di maggioranza e opposizione. L’obiettivo? Ricostruire dalle fondamenta un sistema alimentare più equo, sostenibile e accessibile.

“La disobbedienza civile serve a rompere il silenzio e spingere la politica ad ascoltare”, spiega Maria Letizia, portavoce del movimento.

E sembra che l’ascolto, stavolta, sia arrivato davvero. Il deputato Alessandro Caramiello (M5S) ha infatti depositato una risoluzione attualmente al vaglio della Commissione Agricoltura, ispirata proprio alle istanze sollevate dagli attivisti.

Dentro il documento, c’è una visione nuova: vietare la distruzione delle eccedenze alimentari ancora commestibili, dimezzare lo spreco entro il 2030, attivare campagne educative su scala nazionale, finanziare reti locali di redistribuzione del cibo, prevedere sanzioni per chi non si adegua e incentivare trasparenza nella filiera. In sintesi: trasformare un sistema che oggi butta via troppo, e ascolta poco.

Ma la posta in gioco è ancora più alta. L’Italia è il terzo Paese europeo per quantità di cibo sprecato. E tra le cause principali ci sono sovrapproduzione, ma anche l’eliminazione di alimenti perfettamente buoni, ma non “belli” abbastanza per gli scaffali della grande distribuzione.

“Non ci interessa con chi parliamo. Ci interessa che si agisca. Subito”, chiarisce Giulio, uno degli attivisti.

Per Ultima Generazione, lo spreco alimentare è il sintomo di un male più profondo. La crisi climatica e quella sociale camminano a braccetto, e non c’è giustizia ambientale senza giustizia economica.

Per questo chiedono una transizione agricola resiliente, prezzi giusti per chi produce, e un nuovo patto tra cittadini e istituzioni. E propongono di finanziare il cambiamento non con nuove tasse, ma tassando gli extraprofitti di multinazionali, grande distribuzione e colossi fossili.

Nonostante l’apertura alle istituzioni, il movimento non ha intenzione di fermarsi. Finché non vedranno misure concrete, promettono di proseguire con le loro azioni nonviolente.


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