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Colli Aniene, dopo agosto tra vecchi e nuovi problemi

Non minimizzare la presenza dei ratti su alcune alberature di viale Bardanzellu

Che cosa dovranno aspettarsi i residenti di Colli Aniene al loro rientro dalle vacanze? Ci piacerebbe riferire, una volta tanto, che tutti i problemi sono stati risolti, dagli edifici scolastici fatiscenti alla manutenzione del complesso monumentale della Cervelletta (dove a luglio erano previsti i lavori di sistemazione del tetto), dalla riassegnazione della gestione del punto verde di piazzale Loriedo alla manutenzione della superficie asfaltata dei marciapiedi e del verde spontaneo lungo le strade, dalla manutenzione del verde pubblico alla mobilità, dalla sanità alla microcriminalità, dal vandalismo a tutto il resto.

Purtroppo dopo agosto si ricomincia tra le classiche invasioni di zanzare e la novità della presenza di topi su alcune alberature di viale Bardanzellu. “Niente di nuovo”, sosterrà qualcuno. Ma riguardo ai piccoli ratti qualcosa non ci torna e siamo rimasti sorpresi da diversi commenti alle immagini pubblicate. Infatti diversi commentatori hanno minimizzato queste ripugnanti presenze quasi paragonando i piccoli roditori al celebre e simpatico Mickey Mouse della Disney o al Jerry che maltratta televisivamente il gatto Tom. Quando poi questi “topolini” passeranno dalle alberature alle aule delle scuole, finendo in qualche caso nei zaini dei ragazzi come è già accaduto nel passato, allora si scatenerà la caccia al responsabile senza ricordarsi che abbiamo sorriso di fronte a certi commenti. Tutto questo ci ha fatto pensare alle tecniche di manipolazione delle notizie sul web. Ricordiamo che sui social network, oltre a stare attenti alla veridicità delle informazioni, occorre anche fare attenzione a chi di mestiere (spin doctor) o per convenienza politica o per difendere una ideologia, produce commenti atti a mitigare il problema o a renderlo insignificante o addirittura ridicolo. Purtroppo nel mondo libero dell’informatica ci sono tante tecniche per manipolare l’informazione o facendo in modo che gli algoritmi mettano i messaggi scomodi in fondo alle ricerche.
Ci sono tanti libri che trattano questo argomento ma per darvi un’idea di cosa parliamo vi riportiamo quanto riportato da wikipedia sull’argomento:

Manipolazione dell’informazione

La manipolazione dei mezzi di comunicazione di massa attiene alle tecniche con cui soggetti interessati creano un’immagine pubblica o un argomento che favorisca i loro interessi particolari, a discapito del conclamato intento di servire soltanto l’interesse pubblico.
Si tratta di tecniche che possono utilizzare paralogismi, propaganda e teorie del complotto; spesso includono atti di eliminazione di informazioni o di opinioni caratterizzate da terzietà, mediante il sovraffollamento intenzionale delle informazioni offerte nella medesima unità di tempo o di spazio, secondo tattiche di diversione dell’interesse dell’opinione pubblica.
Benché i giornalisti siano i primi gestori del materiale informativo, non sempre è ad essi che può ascriversi l’origine o la responsabilità consapevole dei casi di manipolazione del mezzo di comunicazione di massa.
Il flusso informativo, talvolta, ha origine presso organizzazioni complesse (organi politici o di governo, aziende private, istituti scientifici) dotate di una competenza specifica e, pertanto, di non immediata verifica. Spesso si tratta di organizzazioni dotate di spin doctor, autorizzati a relazionarsi direttamente con la stampa.
Benché anche queste organizzazioni possano essere autonomamente soggette ad obblighi di terzietà o di imparzialità (è il caso delle amministrazioni pubbliche), le loro attività di divulgazione di informazioni non sono sottoposte al codice deontologico del giornalista: ecco perché attività manipolatorie hanno talvolta origine al di fuori dell’organo di stampa. Questo se ne potrebbe fare tramite per cattiva professionalità dei suoi esponenti o per timori della sua dirigenza nei confronti di potentati politici od economici in grado di influenzare la proprietà della testata giornalistica.
Un’altra fonte di rischio è quella derivante dalla disintermediazione, “che è una spinta potentemente alimentata dai social, certo, ma che al tempo stesso ha a che fare con la (…) comunicazione politica. Il potere politico tende a voler eliminare gli intermediari che si frappongono tra la sua voce e i cittadini. Tutto questo è cosa buona e giusta. Ma la disintermediazione impone uno scotto da pagare, laddove contribuisce a fiaccare una professione, quella giornalistica, che può essere l’unico efficace baluardo alla post-verità, posto che la sua ragion d’essere risiede nel garantire all’opinione pubblica che l’informazione non si annulli nella propaganda.


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