Con Vino Sapiens tra i “vini del futuro”

Il 15 marzo a Roma Master Class del Prof. Marco Stefanini presidente di PIWI Italia, e degustazione via dei Virgulti 44 a Centocelle

Il professore Marco Stefanini, presidente di PIWI Italia, è stato illustre relatore, venerdì 15 marzo 2024, alle 20.30, nella sala degustazione di Vino Sapiens (via dei Virgulti 44, Roma), per l’avvio di una serie di conferenze e incontri con i massimi esperti del settore per approfondire gli aspetti legati alla sostenibilità vitivinicola, ambientale, sociale ed economica. 

La prima Master Class: dal racconto alla degustazione

Il prof. Marco Stefanini ha raccolto e studiato numerose “varietà resistenti” degli ultimi decenni: dai primi tentativi di incroci sino alla recente iscrizione all’albo delle varietà adatte alla vinificazione di nuovi vitigni di brevetto tutto italiano. Durante la serata sono state servite alla cieca sette etichette di vini tra uve da varietà resistenti (5) e uve tradizionali e note (2), per verificare, senza pregiudizi, il livello qualitativo raggiunto anche da queste vinificazioni ormai non più sperimentali, ma sempre più ricercate dal mercato. I vitigni PIWI (acronimo della parola tedesca Pilzwiderstandsfähige, che sta per viti resistenti ai funghi) sono incroci tra vinifere europee e altre viti di origini americane e/o asiatiche e possono difendersi da sole dalle principali malattie della vite, come oidio e peronospora, grazie ai geni che conferiscono loro un’alta resistenza alle malattie fungine e consentono una significativa riduzione dell’uso dei pesticidi. Per questo i vini Piwi, attualmente circa lo 0,5% della viticoltura italiana, rappresentano un fenomeno in decisa crescita, sia in termini di produttori e di vini in commercio, che di regioni che ne autorizzino la coltivazione (ogni regione delibera, infatti, quali varietà ammettere); si è riscontrato, in particolar modo, un vivo interesse da parte di numerosi vignaioli del Veneto.  

Tra questi in degustazione i vini dei seguenti produttori: OLTRE – CANTINE U. BORTOLOTTI; NARAN – AZ. AGRICOLA PRAVIS; DO – CA’ DA’ ROMAN; ATHOL – AZ. AGR. SARTORI ORGANIC FARM; CALIERE ROSSO – AZ. AGR. TERRE DI GER.

La “novità” dell’Associazione italiana

“A seguito della recente istituzione di Piwi Italia – il 12 gennaio 2024 è stata creata ufficialmente un’associazione con la sottoscrizione dello statuto e la registrazione presso l’Agenzia delle Entrate, aprendo le iscrizioni a chiunque pianti varietà resistenti, e con già all’attivo più di 250 produttori italiani – , Vino Sapiens si propone di offrire con questo ciclo di incontri a giornalisti ed operatori del settore, come anche ad appassionati, la possibilità di approfondire la conoscenza di un ambito della ricerca e della viticoltura così in fermento negli ultimi anni. Relativamente alle varietà naturalmente resistenti alle malattie fungine, infatti, si registra talvolta confusione e incertezza, accanto a pregiudizi dovuti, per lo più, a una non completa informazione sulla materia”, afferma Costantina Vocino, founder di Vino Sapiens. 

Una viticoltura più sostenibile tra gli obiettivi di Piwi

Dal punto di vista della salubrità ambientale, un incremento della diffusione dei vini Piwi e del loro consumo condurrebbe ad una radicale riduzione dei trattamenti fitosanitari in vigna (ad oggi l’uso di pesticidi in viticoltura è più diffuso rispetto a tutte le altre coltivazioni agricole in Europa, ben il 65% di tutti i fungicidi impiegati in agricoltura, ovvero 68 mila tonnellate/anno, secondo Assoenologi/Vini e Viti Resistenti), e anche ad un uso più limitato di acqua. La mission di Piwi Italia, quindi, è quella di ricercare varietà nuove, diverse e resistenti per garantire un futuro sostenibile e sano alle attività agricole nel rispetto delle vigne e di chi le lavora e verso i vini “del futuro”. Attualmente il Registro Nazionale delle Varietà di Vite ospita circa 600 varietà di Vitis vinifera e 36 Varietà di vitigni resistenti, delle circa 100 presenti a livello mondiale, che non possono sostituire 600 genotipi. L’attività di ricerca è finalizzata a rendere disponibili ai viticoltori un numero sempre maggiore di varietà resistenti per poter valorizzare al meglio il proprio territorio con quelle più adatte.

Dice ancora Costantina Vocino: “In questi incontri Vino Sapiens, in linea con i suoi valori di ricerca di autenticità, proverà a generare maggior consapevolezza sui temi trattati – con particolare riguardo alle risposte dell’agricoltura ai cambiamenti climatici – sgomberando il campo da equivoci e pregiudizi, per dare la possibilità a giornalisti, comunicatori ed estimatori, di approfondire questi concetti attraverso l’ascolto attivo e dialogico dei migliori esperti del settore. I partecipanti otterranno gli strumenti contenutistici utili a formarsi una propria opinione sui temi affrontati, e a migliorare le proprie competenze tecniche per rimanere aggiornati”. 

Ad aprire l’affascinante tema dei vini resistenti sono stati Marco Felini e Costantina Vocino, che, dopo averci deliziato con una introduzione altamente condivisibile: “Il vino è relazione e comunica il sapere attraverso il sapore”, hanno lasciato la parola al prof. Marco Stefanini.

“Il mio lavoro di ricercatore a San Michele all’Adige – ha esordito il professore Stefanini-, è stato quello di selezionare i vitigni con le tecniche genetiche dell’incrocio e, grazie al prof. Attilio Scienza, che era il direttore allora della fondazione, abbiamo raccolto un numero elevato di genotipi, sulla scia di quelli già selezionati in Germania e Ungheria. Nella seconda metà dell’Ottocento da oltreoceano sono arrivate fillossera, oidio e peronospora, un insetto e due funghi, che misero in grave crisi tutta la viticoltura europea. La convivenza delle piante con gli agenti infestanti, con il tempo ha generato forme più resistenti, come le varietà americane: labrusca, riparia, rupestris ecc…Ovviamente i primi incroci di vitis vinifera europea con le viti americane, per l’alto contenuto di tannini, non produssero vini gradevoli; tuttavia, si ottennero degli incroci che presentavano una maggiore resistenza sia ai funghi, che agli insetti. Sin dal 1988, quando già effettuavo i primi incroci, venivo additato come sperperatore di soldi pubblici, tanto è vero che dal 1991 al 1998 ho dovuto sospendere il lavoro di ricerca. Nel 1998 arrivò in istituto un direttore genetista, il professor Scienza, che dette nuovo impulso alla ricerca tutta italiana, ma ancora non avevamo il permesso di impiantare i nuovi incroci; ma finalmente nel 2008 la normativa europea permetteva la coltivazione delle viti e la vinificazione dell’uva degli ibridi. Nel 2021 la UE ha permesso la DOC ai blend anche con solo il 10% di vino PIWI, mentre in Italia la normativa deve essere PIWI al 100%, ma questo non ha impedito lo sviluppo delle viti resistenti, tanto è vero che ogni anno si aggiungono circa 50/60 ettari di nuovi impianti: ad oggi sono più di 200 le aziende che producono almeno un vino PIWI e ben 350 le etichette e le varietà di vino sono 36, che, ovviamente, non possono sostituire le 600 esistenti in Italia. Noi non risolviamo tutti i problemi della vite. La biodiversità deve intendersi come una evoluzione in risposta anche al cambiamento climatico…ai miei allievi faccio sempre questo esempio: una volta lo Chardonnay non esisteva, perché è il risultato dell’incrocio tra Pinot nero e Gouais blanc, quindi si può pensare che, per il bene della viticoltura, ci potranno essere nuove varietà ottenute direttamente dal seme con incroci per aumentare la resistenza, quindi,  non si può essere, a priori, contrari alla ricerca”.

Nella degustazione alla cieca, tutti vini ottimi, nessuno ha saputo distinguere i vini piwi dagli altri; “i resistenti, in linea generale, hanno una maggiore acidità” ha concluso il professore Marco Stefanini. 

La serata, condotta magistralmente da Costantina Vocino e Marco Felini, è stata molto apprezzata sia per l’alta professionalità dei convenuti che per l’atmosfera cordiale ed elegante.

L’appuntamento è per il 24 aprile 2024, sempre nella sala degustazioni di Vino Sapiens con l’enologo Nicola Biasi. Tema dell’evento sarà: la sostenibilità vitivinicola, la qualità del vino; in assaggio 8 etichette della rete resistenti.       

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Vino Sapiens 

Hub culturale: ha l’obiettivo di generare consapevolezza e raccontare ai consumatori i vini della selezione Sapiens. L’intento è quello di preparare il fruitore ad un tipo di esperienza più ampia del mero gesto del bere o del valutare un’etichetta: un’esperienza estetica nuova dove il gusto non è più legato alla sola analisi organolettica, ma diventa l’innesco di una relazione più ampia. Attraverso un’attività strutturata di advocacy, si occupa di creare nuove audience e incoraggiare la distribuzione e la conoscenza delle categorie di vino selezionate: PIWI, Ossidativi, Spumanti Tattili e vini del cuore. 

Il Professore Marco Stefanini

Laureato in Scienze Agrarie presso l’Università degli Studi di Milano, agronomo ed enologo. Docente incaricato da parte della Facoltà di Ingegneria di Trento a svolgere il corso di “Vitienologia Internazionale”. Relatore di tesi e ricercatore di supporto di tesi di dottorato. È autore di oltre 300 articoli su riviste nazionali ed internazionali. Ha svolto attività di ricerca nel settore del miglioramento genetico con la pratica del breeding e della selezione delle diverse varietà e dei loro cloni. Si occupa di moltiplicazione del materiale vivaistico con metodi tradizionali ed innovativi e delle problematiche dell’impianto del vigneto. Ha partecipato a diversi progetti nazionali ed internazionali. 

Anna Onori, Henos Palmisano


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