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Da Oriolo Romano una buona pratica ecosostenibile per i monconi di alberi

Un'idea anche per Roma?

Ormai da qualche anno lo skyline della città eterna, caratterizzato dalle singolari chiome ad ombrello dei pini celebrati nel famoso poema sinfonico di Ottorino Respighi composto nel 1924, ha lasciato il posto ad una roadline di monconi di alberi sparsi un po’ ovunque lungo i viali e le strade della nostra città. Questi ceppi, oltre ad essere brutti da vedere, costituiscono ostacoli pericolosi per la viabilità pedonale di persone abili e disabili.

Il patrimonio vegetale è un elemento caratteristico del nostro paesaggio urbano nonché indispensabile, irrinunciabile per le sue funzioni ecologiche e, assolutamente, necessario per la stessa sopravvivenza dell’ecosistema tutto, per la qualità della vita e per la nostra salute. La carente gestione del verde urbano degli ultimi anni, i continui e indiscriminati abbattimenti di alberi anche quelli ritenuti monumentali, la mancata cura delle alberature sofferenti a causa della cocciniglia Toumeyella parvicornis rischiano di deturpare e modificare per sempre il paesaggio di Roma.

Comitati di quartiere, associazioni di tutela ambientale si sono mobilitati in vari modi per scongiurare questo disastro e per tentare di salvare, almeno in parte, quel che rimane di alcuni polmoni verdi ubicati nei vari municipi della capitale.

In tal senso segnaliamo, quindi, una iniziativa che – in parte – ha trovato una nuova riutilizzazione per alcuni monconi di alberi. Da una idea nata dalla Associazione Polisportiva, in collaborazione con il comune di Oriolo Romano e grazie ad un abile artigiano del luogo all’interno della Villa Altieri – splendido parco cittadino caratterizzato da numerosi alberi secolari, quali tassi, abeti bianchi, lecci, cerri e un monumentale tasso ultracentenario – è sorto l’angolo dei giochi nobili, ossia la dama e gli scacchi.

Sulla parte superiore dei monconi, come fossero dei tavoli da gioco, è stata realizzata una scacchiera in legno. Ai lati dei monconi, vani porta-oggetti e intorno alcuni ciocchi a mo’ di sedie.

Una iniziativa singolare, molto particolare tesa, comunque, alla valorizzazione dell’ambiente e a quella ricerca della socialità perduta ma sempre recuperabile attraverso attività ludiche.

Come molti secoli fa, forse, si sta avviando un ciclo storico dove i piccoli borghi possono ancora dire qualcosa alle “città” e fare da traino e da esempio per piccole pratiche quotidiane di decoro urbano e salvaguardia ambientale.


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