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Dall’Antica Roma alla società moderna, l’evoluzione del tradimento

Il fenomeno del tradimento indica, spesso e volentieri, un ingranaggio errato all’interno della coppia. Si tradisce per svariati motivi, non c’è una regola universale e non c’è una risposta comune a tutti per rispondere alla fatidica domanda: “Perché mi hai tradito?”. 

Si potrebbero trovare delle possibili soluzioni o plausibili motivazioni, ma l’animo umano è in continua scoperta ed evoluzione. A riguardo del tradimento, si potrebbe consultare Subito News per avere un’idea più chiara. Nel frattempo, facciamo un tuffo nel passato e cerchiamo di comprendere se questo fenomeno affonda le radici in tempi remoti oppure risulta un “problema” da destinare ai nostri giorni.

Viaggio nel passato

La cultura del nostro Paese affonda le radici in tempi passati, è stata influenzata da diverse popolazioni che hanno invaso i confini e hanno introdotto le proprie tradizioni tra i popoli autoctoni. Volgiamo lo sguardo alla nostra Capitale, ma non quella odierna, bensì a quella abitata dai romani all’incirca nel I secolo a.C. 

C’era tutt’un’altra società a quei tempi, fondata principalmente sulla figura dell’uomo, quindi potremmo definirla androcentrica. Questo ha portato, di conseguenza, alla messa in ombra della figura della donna a cui veniva destinata esclusivamente la cura del focolare domestico e della prole. 

La vita di coppia, quindi, non è da intendere come la viviamo noi oggi. Infatti, per quanto riguarda il tradimento, chiamato anche adulterio, veniva punito, e quindi considerato reato, solo se a commetterlo era la donna. Le punizioni erano rigide e severe, si poteva addirittura incorrere nella pena di morte se l’uomo lo riteneva necessario.

Il matrimonio era l’obiettivo da raggiungere per ogni fanciulla; infatti, tra le punizioni destinate alle donne adultere c’era l’impossibilità di sposarsi, stesso destino delle donne di basso rango come le prostitute o le donne dedite a occupare posizioni lavorative che non c’entrassero con la cura della casa.

Inoltre, rispetto alla società moderna, nell’Antica Roma era concesso agli uomini avere liberamente rapporti extraconiugali con le meretrici; infatti, si legge in alcuni versi di Cicerone un invito palese ai fanciulli di concedersi ad altre fanciulle per evitare di “sfogare i propri impulsi” con donne che ricoprivano già il ruolo di moglie. In alcuni casi, la moglie era a conoscenza di tutto questo.

Differenza sostanziale con il pensiero odierno che, spesso, etichetta la donna come una “rovina famiglie” qualora dovesse concedersi ad un altro uomo. Probabilmente è un retaggio culturale che deriva proprio dal concetto della donna vista come proprietà dell’uomo e di quest’ultimo a cui ogni libertà è concessa.

Il tradimento moderno

Ad oggi, il concetto di coppia è decisamente cambiato, si tende a considerare “coppia” ogni essere umano che decide di relazionarsi con un altro essere umano, condividendo, in primis, il sentimento. Difatti, diverse volte si risponde con “È finito l’amore” alla domanda “Perché hai tradito?”. 

Foto www.thinkdonna.it

È legittima come risposta, ma l’uomo, senza differenza di genere, si è evoluto all’interno di questa unione. Non ci sono più, nella maggior parte delle coppie, distinzioni tra i ruoli; quindi, si richiede a entrambi i partner di rispettare l’altro in nome della fedeltà. Concetto molto discusso perché la società attuale presenta tante sfaccettature amorose; quindi, c’è chi lo intende sul piano sentimentale, chi fisico e chi su entrambi.

Dall’Antica Roma ad oggi, l’uomo ha attraversato secoli e secoli in cui si è messo in discussione, ha affinato alcuni concetti e ha rivisto alcune posizioni, ma il fenomeno del tradimento resta tra gli arcani perché è destinato a una sfera privata e intima a cui seguono reazioni e pensieri variegati.
Perché si tradisce?”, probabilmente tutti hanno ragione con la propria risposta. È bene sapere, però, che si tradisce fin dall’alba dei tempi, senza distinzione di epoche o di popolazioni e civiltà.


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