

In scena al Teatro Tirso due atti comici scritti diversi anni fa dall’artista romano
Il debutto il 13 ottobre, ma la rappresentazione proseguirà fino alla fine dell’anno. De cotte e de crude è l’ultimo lavoro di Alfiero Alfieri, unico rappresentante del teatro dialettale romano. Il palcoscenico è sempre quello del Teatro Tirso de Molina, in via Tirso-89, vicino piazza Buenos Aires e viale Regina Margherita.
«Avevo scritto questa commedia diversi anni fa – rivela Alfieri – ma solo adesso la rappresento perché, finalmente, ho trovato dei ragazzi in gamba che mi seguono sempre sulla scena, i giusti interpreti per questi due atti comici che non sono affatto semplici».
Com’è la trama, Alfiero?
«Parla di un uomo – ci dice – di età avanzata, er sor Pantaleo, che non si rassegna alla vecchiaia. Si sente ancora attratto dalle donne giovani e belle e ce prova con tutte. Ogni scusa è buona per avvicinare Virginia, la serva della pensione dove sor Pantaleo alloggia, gestita dalla sora Delia insieme alla figlia Marietta. In suo aiuto arriva dall’America un vecchio compagno di studi che gli dice di avere un ritrovato miracoloso che fa ringiovanire di 30-40 anni. Pantaleo fa subito la cura e ringiovanisce. Poi ci sono altre due successioni nella commedia, ma non le dico se no’ finisce il discorso».
Quindi affronta il tema della ricerca dell’eterna giovinezza. Qual è il messaggio che lei ha voluto mandare con questa scrittura?
«Il messaggio che voglio mandare con questa commedia è che nessuno si invecchia. Quello che conta è lo spirito non l’età. Se uno rimane con lo spirito vivo neanche si rende conto dell’età che c’ha. Poi molti anziani se rovinano con pasticche e compresse varie. Secondo me fanno male, è meglio non prenderle, sono sempre medicine. Eppoi è molto importante non buttarsi giù, non sentirsi vecchi».
Consigli preziosi, sicuramente da seguire. Comunque, in questo Alfieri è un privilegiato. Facendo teatro, grazie alla recitazione e al copione, l’artista tiene sempre la mente allenata. Senza trascurare il fatto di essere attorniato, nelle sue commedie, da giovani interpreti che infondono energia e gioia di vivere.
Da sempre innamorato di Roma, ma qual è l’angolo che ama di più Alfiero Alfieri?
«L’Appia, essendo nato a via Camilla. Quando ci vado mi commuovo, perché mi ricordo bellissimi momenti. Peccato che è tanto cambiata. Negli anni cinquanta c’erano pochissime case, degli alberi meravigliosi. Adesso è solo caos».
Purtroppo non è cambiata solo l’Appia. Quella Roma dell’adolescenza di Alfiero non esiste più. Ci rimane, grazie a lui, il teatro dialettale romano. E nonostante una vena di pessimismo che a volte traspare nelle sue parole, il futuro oggi appare più roseo. Infatti, l’allievo di Aldo Fabrizi ha trovato, a sua volta, un giovane dalle indubbie qualità, diventato ormai la sua spalla ideale, Pietro Romano. In De cotte e de crude, Pietro interpreta il dottore che somministra a sor Pantaleo, suo vecchio compagno di scuola, la miracolosa medicina. Ma Alfieri ha un’altra solida spalla, una spalla che gli dà sostegno sia sul palcoscenico che nella vita: sua moglie Lina Greco. Nella commedia Lina veste i panni di sora Delia, la padrona della pensione.
Il casting è completato da altri giovani e bravi artisti: Manuela Befani, che interpreta Virginia, la serva della pensione; Susanna Bugatti, la contessa pensionata che ringiovanirà insieme a sor Pantaleo con la cura del dottore; Rita Malizia, Conny, la giovane e bella moglie del dottore; Valeria Palmacci, Marietta, la figlia di sora Delia; Claudio Scarapazzi nei panni di Riccardo, il fidanzato di Marietta; e, nei panni di Nicola, fidanzato burino di Virginia, Simone Zucca, bravo nella recitazione, nel canto e nel suonare il pianoforte.
BOX INFORMAZIONI
Teatro Tirso de Molina Via Tirso, 89 – tel.: 068411827
Biglietti: mer-gio 21 €; ven-sab-dom 23 € Botteghino: lunedì-sabato ore 10-19
Orari spettacoli: lunedì e martedì riposo; da mercoledì a sabato ore 21; domenica ore 17
www.teatrotirsodemolina.it teatrotirsodemolina@virgilio.it
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