Detenuto evaso da Livorno, catturato a Roma

Il sindacato: "Non si possono lasciare ambienti detentivi e muri di cinta senza presidio"

Umberto Reazione, il detenuto di 36 anni originario di Napoli che sabato scorso era evaso dal carcere di Livorno, è stato bloccato ieri pomeriggio alla stazione Tiburtina di Roma. L’uomo era riuscito a fuggire dal reparto di alta sicurezza del carcere livornese scavalcando il muro di cinta.

Reazione è stato rintracciato grazie al lavoro congiunto della squadra mobile di Livorno, del Sco e della Polizia Penitenziaria. L’arresto è avvenuto alle 16.45 di domenica mentre il fuggitivo era a bordo di un treno regionale diretto a Termini.

Al momento dell’evasione, Reazione stava scontando diverse condanne, tra cui una a 9 anni, 2 mesi e 20 giorni per associazione di stampo camorristico. Si ipotizza che la sua destinazione finale fosse proprio Napoli.

La cattura di Reazione è avvenuta grazie a un’intensa attività investigativa che ha visto coinvolti diversi corpi di polizia: la Polizia Penitenziaria, la Squadra Mobile di Livorno, la Sisco di Firenze, il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, il Compartimento Polizia Ferroviaria del Lazio, il Nucleo Investigativo Centrale di Polizia Penitenziaria, il Reparto di Polizia Penitenziaria della Casa Circondariale di Livorno e la Squadra Mobile di Roma.

L’evasione di Reazione ha sollevato ancora una volta il problema del sovraffollamento e della carenza di personale nelle carceri italiane. Il Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria, Gennarino De Fazio, ha commentato: “Non si possono lasciare ambienti detentivi e muri di cinta senza presidio e, per giunta, in assenza di efficienti impianti elettronici di sicurezza.

Serve immediatamente un decreto carceri per consentire cospicue assunzioni straordinarie e accelerate nel Corpo di polizia penitenziaria, mancante di 18mila unità, il potenziamento degli equipaggiamenti e delle strumentazioni, il deflazionamento della densità detentiva, sono 14mila i detenuti in esubero, e il rafforzamento dell’assistenza sanitaria.

Contestualmente, è necessario avviare la riforma complessiva dell’intero apparato d’esecuzione penale, specie inframurario, e riorganizzare il Corpo di polizia penitenziaria”.


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