Diritto storto – Prima la “prima”
Fatti e misfatti di novembre 2014Diritto storto
“La prima sezione della Corte di cassazione – accogliendo la richiesta del procuratore generale Francesco Iacoviello – ha annullato senza rinvio la sentenza della Corte d’appello di Torino che, il 13 giugno 2013, aveva condannato a 18 anni di reclusione, per disastro doloso ambientale, il “re dell’eternit”, il miliardario svizzero Stephan Schmidheiny. E ha cancellato, anche, tutti i risarcimenti da lui dovuti”.
Il reato – ha motivato il procuratore generale Iacoviello e la prima sezione della Cassazione ha dunque concordato – si consuma nel momento in cui si commette. E il reato non si stava più commettendo da oltre vent’anni. Solo che, in conseguenza di quel reato, in quegli oltre vent’anni, sono morte centinaia e centinaia di persone e centinaia e centinaia di persone continueranno a morire a Casale Monferrato, a Cavagnolo, a Rubiera e a Bagnoli dove sorgevano gli stabilimenti della “multinazionale assassina”. Evidentemente, però, non ha alcun valore. A dimostrazione, ancora una volta, di quanto siano incomprensibili certe norme dell’italico diritto o la loro interpretazione. Ma finirà qui, così, come se nulla fosse accaduto e stia ancora accadendo? I parenti delle vittime hanno fatto sapere che continueranno la loro battaglia per avere giustizia. Il miliardario svizzero “re dell’eternit” Stephan Schmidheiny ha invece fatto sapere di sperare che lo Stato lo protegga da altri procedimenti. Nemmeno la dignità e l’opportunità, dunque, di rimanere in silenzio.
“Dopo gli sgomberi delle abitazioni abusivamente occupate al Corvetto, al Corvaccio e al Giambellino, nei giorni scorsi a Milano, si attenderà una ventina di giorni – ha deciso il prefetto – prima di procedere ai numerosi altri sgomberi previsti”.
Il motivo? La speranza – o l’illusione ? – di stemperare il più possibile la tensione e, in un clima più disteso, soprattutto cercare di salvaguardare la tradizionale “prima” del teatro “La Sala”. Innanzitutto la possibile tranquillità dei “vip” e delle “sciure” dell’alta borghesia meneghina, quindi, e poi il ripristino della legalità. Anche, magari, per una questione di immagine. Ma che tristezza ora che il ripristino del buon diritto viene costretto a cedere perfino per salvaguardare certe immagini.
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