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Disturbo alimentare …anoressia

Oggi c’è un aiuto aggiuntivo, il bonus psicologo*

E’ passato qualche anno. All’ora di pranzo, il martedì e il giovedì di tutte le settimane, avevamo gli allenamenti veloci. Serena era velocissima, oltre che bella e simpatica. Magra, come si era magri tutti, sempre alla ricerca di aver meno chili addosso per andare più veloci in gara. I chilometri in allenamento erano tanti, chi voleva aggiungeva gli integratori, che sostituivano il pranzo.

L’appuntamento era presso il parchetto di via Nomentana, vicino alla pizzeria La Torre. Passato l’incrocio, con semaforo, di via Nomentana con via Arturo Graf c’è una bella salita e sulla collinetta che si vede sulla destra c’è un bel parchetto attorniato da belle palazzine a quattro o cinque piani. C’è tanto verde, tanti alberi e c’è una bella strada perimetrale asfaltata e un bel rettilineo che i runners usavano  per gli allenamenti veloci.

Serena, non ci siamo più incontrati ma ricordo quando il perdere continuamente peso era diventata la tua ossessione.

Ti ho ritrovato nella mia memoria leggendo un articolo su una tua omonima di Bergamo, stessa ossessione nel contare le calorie ed eliminare il cibo. Sicuramente un periodo e un contesto diverso, dovuto alla pandemia del 2020 e tutt’ora in piedi. Il disturbo lo stesso: anoressia. La solitudine in una età delicatissima, passare dalla scuola con i suoi contatti fisici, dalle amicizie di strada al lockdown in casa, genitori al lavoro e fratelli piccoli dai nonni. La casa che si riempie di sera, ma nessuno di giorno, nessuno doveva sapere, si pensa male di una ragazza che rifiuta il cibo.

Si entra nella droga e si entra anche nel disturbo alimentare, quando si è “dentro è brutto” e basta partire dalla tua immagine di ragazza “gonfia” e tu ti vuoi “sgonfiare”. Il cibo pensiero fisso, di notte, di giorno. Entri nell’ansia o entri nelle crisi di panico, vorresti non esserci mai entrata. Ma i motivi per cui “entri” sono tanti, devi solo farti aiutare. Avere paura e vergogna ad ammettere le proprie difficoltà e non raccontarle allo specialista non ti aiuta.

Certo, pagarsi le cure private costa tanto, non è nemmeno facile trovare psicologi e psicoterapeuti specializzati in disturbi alimentari, ma ci sono. Certo, le famiglie non sempre possono permetterselo, ma oggi c’è un aiuto aggiuntivo, il bonus psicologo*.

Serena di Bergamo non è ancora guarita. Tu Serena, atleta di Roma, come stai?

 

*Bonus psicologo – Il bonus psicologo è un contributo per le spese di sessioni di psicoterapia a disposizione degli italiani stressati dai lunghi lockdown, dai cambiamenti nella vita di tutti i giorni imposti dalla pandemia e dalle conseguenze economiche della crisi socio-economica. Il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi David Lazzari ha spiegato che il 31% della popolazione al di sopra dei 18 anni vive una situazione di stress psicologico. Percentuale che sale al 50% sotto i 18 anni. Disagi legati ai lockdown e all’impoverimento socio-economico della popolazione.


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