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Ennesima deludente riunione della Commissione Comunale sul Parco di Centocelle

Assenti coloro che potevano fornire notizie sui problemi aperti: fondi, bonifica canalone e inquinanti, titolarità delle aree

Ennesima Commissione Comunale sul Parco di Centocelle chiusa con un nulla di fatto. Rimangono in piedi tutte le ombre e nessuna certezza sulla ripresa dei lavori.

La riunione del 19 novembre 2018 della Commissione Cultura Capitolina era stata convocata dalla presidente Eleonora Guadagno per fare il punto sulla titolarità dell’area del Parco di Centocelle, sulla musealizzazione delle due ville, sulla ripresa dei lavori nel 2° lotto del Parco e sulla ormai annosa questione della bonifica del canalone.

Chi si aspettava però notizie certe su questi argomenti è rimasto profondamente deluso.

In primo luogo perché all’assemblea erano assenti: a) chi doveva garantire la disponibilità dei finanziamenti decisi da anni (Bilancio); b) chi doveva riferire circa lo stato dell’arte per quanto riguarda la bonifica del canalone e la ricerca di eventuali fonti inquinanti nell’area (Ambiente); c) chi è chiamato a garantire sulla titolarità dell’area del Parco (Patrimonio), elemento questo indispensabile per poter dare l’avvio al progetto di musealizzazione.

Alla riunione erano presenti il WWF Sez. Prenestino e Italia nostra, il CdQ Centocelle storica e la Comunità Parco Pubblico. Stranamente non invitati Comitati da sempre impegnati sul Parco Archeologico di Centocelle, come Pac Libero e Pac Bonifica subito.

La proprietà delle aree

Per quanto riguarda la titolarità delle aree bisogna ricordare che una piccola porzione della Villa della Piscina e addirittura la metà di una seconda Villa romana si trovano nel perimetro militare. E’ quindi quantomai indispensabile definire e chiudere con il Ministero della Difesa procedure importanti per la realizzazione dei progetti in essere e non perdere i fondi stanziati (50 milioni).

Sistemare la questione della mancata registrazione presso la Conservatoria degli accordi sulla proprietà, a suo tempo stipulati con il Ministero della Difesa (fatto che ha portato all’attuale incertezza sulla titolarità dell’area), è oggi reso ancora più difficile dalla modifica alla legge in materia, apportata dall’ex ministro alla Semplificazione Calderoli.

Durante questi anni, però, sono emerse nuove esigenze per lo stesso Ministero della Difesa (come ad esempio una fascia di sicurezza di 300 metri di lunghezza per 50 di larghezza) che potrebbero essere inserite in un nuovo accordo tra le parti che faccia riferimento anche ai precedenti accordi sulla proprietà e registrato alla Conservatoria. Occorre, quindi, come sottolineato dall’Avvocato del Comune presente alla riunione, che gli interessati si siedano a un tavolo e risolvano la questione.

Nel corso della Commissione si è parlato anche della necessità di realizzare accessi al Parco sicuri e nel rispetto delle leggi.

Nel complesso una pratica decisamente pesante da chiudere. E di certo non può essere la Commissione Cultura ad avere i poteri per farlo.


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