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Entusiasmo prematuro – Pietro Grasso e Debora Serracchiani – Gerardo D’Ambrosio e Antonio Di Pietro – Liceat

Fatti e misfatti di marzo 2014

Entusiasmo prematuro

“Il via libera, al Consiglio dei Ministri, per il disegno di legge costituzionale sul Senato – si è entusiasmato il “premier” Matteo Renzi – è una grandiosa svolta per la politica e per le istituzioni”.

Entusiasmo obiettivamente esagerato per un fatto del tutto scontato in Consiglio dei Ministri. Sarà davvero una grandiosa svolta per la politica e per le istituzioni, invece, quando il disegno di legge avrà avuto il via libera dal Parlamento. Fatto che, oggi come oggi, continua ad apparire perlomeno non immediato come avrebbe voluto il “premier” Matteo Renzi. Perché lui va sì di corsa, ma poi ci sono altri i quali hanno interesse a camminare “lento pede” o scegliere a loro favorevoli “allungatoie” o, ancora, restare fermi al palo. Senza contare quelli i quali, mentre lui comunque corre, cercano di fargli lo sgambetto.

Pietro Grasso e Debora Serracchiani

“Grasso è stato eletto nel Pd – ha dichiarato, irritata, la neovicesegretaria del partito, Debora Serracchiani, a proposito di certi rilievi mossi dal Presidente del Senato al progetto renziano sul nuovo ruolo di Palazzo Madama – e, quindi, deve accettarne le indicazioni”.

Debora Serracchiani, una ventina di anni fa, si è laureata in giurisprudenza. Ma, evidentemente, si è completamente dimenticata perfino dei principi fondamentali del diritto costituzionale. Perlomeno là dove si garantisce che i Presidenti di Camera e Senato, finché esercitano il loro ruolo istituzionale, devono essere e devono essere considerati al di sopra delle parti. Di qualsiasi parte. Anche al di sopra del movimento politico di cui possano possedere la tessera. Anche al di sopra di Matteo Renzi. E di Debora Serracchiani. Come mostra di sapere, invece, il Presidente Pietro Grasso. Il quale ricorda bene, ancora, quanto imparato diligentemente all’Università.

Gerardo D’Ambrosio e Antonio Di Pietro

“Meno male – Antonio Di Pietro ha riconosciuto così, a Gerardo D’Ambrosio morto ieri a 83 anni – meno male che che c’eri tu ai tempi di “Mani pulite””.

Meno male, sì. Perché, per quanto quella operazione giudiziaria abbia lasciato dietro di sé interrogativi inquietanti mai obiettivamente chiariti, il magistrato Gerardo D’Ambrosio fu l’unico, del famoso “pool”, a dolersi pubblicamente del suicidio dell’indagato Raul Gardini e a dichiararsi favorevole ad un ritorno in Patria, senza manette, per un ormai morente Bettino Craxi. Non solo: il magistrato Gerardo D’Ambrosio non gettò alle ortiche la sua toga, misteriosamente, come fece Antonio Di Pietro e attese di raggiungere la pensione, prima di entrare in politica, come non fece Antonio Di Pietro. Meno male, sì, che c’è stata, ai tempi di “Mani pulite”, anche una persona coerente ed umana, oltre che in buonafede, come il magistrato Gerardo D’Ambrosio. Parola, perfino, di Antonio Di Pietro. Il quale, una volta tanto, “c’ha azzeccato”.

Liceat

“L’88% delle persone intervistate – secondo uno studio condotto da quel “Victoria Milan” che è il principale sito di incontri extraconiugali – sarebbe pronto a tradire il proprio “partner” con un superiore, se ciò comportasse una promozione o un aumento di stipendio. Non solo: il 55% di questo 82% è convinto che, questi risultati comportando il tradimento, il proprio “partner” sarebbe pronto a perdonare molto più facilmente”.

A questo punto siamo? Parrebbe, incredibilmente, di sì.

 


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