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Estate 2016 dal Municipio IV a Rimini

Bellissime vacanze e poi, a rovinare tutto, alle 3.36 del 24 agosto... il terremoto

Voleva essere il racconto di una delle tante estati felici trascorse a Rimini da 12 anni a questa parte. La prima volta, infatti, vi ero andato nel 2004, perché mio figlio viveva lì.

Purtroppo, però, il diavolo ci ha messo lo zampino e ieri mattina, quasi in procinto di partire per rientrare a Roma, alle 3.36, una forte scossa di terremoto ha scosso buona parte dell’Italia centrale, Rimini compresa, ed ha causato tante vittime e distrutto tanti paesi, tanti sogni, tante certezze.

Peraltro ho saputo che ad Amatrice è deceduta, sotto le macerie, anche una mia collega ed amica che, ironia della sorte, se non ricordo male, si occupava proprio di terremoti.

beltramelliVolevo raccontare che, rientrato a Roma, nella mia amata piazza di largo Beltramelli (nel Municipio IV), dopo una vacanza di quattordici giorni, trascorsa con la consueta e consolidata compagnia, era mio immenso piacere inviare un affettuoso saluto ed un “arrivederci al 2017” a tutti gli amici che hanno condiviso, con me e con la mia famiglia, questo periodo di relax.

E avrei iniziato da mia moglie Germana e da nostro figlio Davide che, dopo svariati anni, finalmente, ha trascorso con noi i primi cinque giorni di ferie, salvo poi recarsi in Grecia, con gli amici, nella selvaggia isola di Ormos Odyssea, dove si trova ancora adesso.

Avrei proseguito con i decani del nostro gruppo: Teresio e Carla di Grugliasco (TO); e poi con Elisabetta di Nichelino (TO), quest’anno, per la prima volta, nel capoluogo romagnolo; Angelo e Marina di Ostia (RM); Dolores, Carlo, Fiorella, Umberto e Cinzia di Roma; Giancarlo, Manuela e Titti di Prato; Anna Maria di Giugliano (NA) e Cesare di Milano.

Avrei aggiunto che, quest’anno, mancavano Bruno e Liliana di Pescolanciano (IS), “assenti giustificati”, in quanto la loro figlia deve partorire a giorni e, giustamente, non se la sono sentita di lasciarla. Colgo l’occasione per inviare un affettuoso augurio al nascituro ed a tutta la famiglia.

E poi avrei inviato un saluto al titolare dell’hotel Columbia, Fabiano, con i suoi collaboratori Claudio, Alice, Valentina, Igor, Antonio e tutti gli altri di cui non ricordo o non conosco il nome.

Non avrei assolutamente dimenticato, inoltre, di salutare Mario, il “mitico” bagnino e gestore del bagno n. 44 (peraltro vittima, nei giorni scorsi, di un incidente stradale, per fortuna senza gravi conseguenze) ed i suoi figli, nonché collaboratori, Claudio e Nicoletta. Buona e rapida guarigione, Mario, grandissimo lavoratore.

Avrei detto a questi amici (quasi tutti presenti nella foto di gruppo, tranne Giancarlo assente al momento dello scatto cumulativo), arrivederci all’anno prossimo, stessa spiaggia, stesso mare e stesso albergo.

Tutto questo a loro lo dico ugualmente.

Ma, ma capiranno se il mio pensiero più grande, velato di immenso dolore e di tanta tristezza, va alle vittime del sisma delle 3,36 ed ai loro familiari.

Avevo deciso di non pubblicare più questo articolo per rispetto alle vittime del sisma. Ma, poi, ho deciso che la morte non può e non deve prevalere sulla vita; che la tristezza non può e non deve prevalere sulla gioia.

Ho voluto dare un calcio al destino che colpisce quando meno te lo aspetti.

Il mio articolo vuole essere un “inno alla vita” che deve prevalere sempre sulla morte.


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