

Trovati pure passaporti e documenti di guida risultati falsi, è caccia agli altri occupanti dell'abitazione
Fiumicino, un tranquillo quartiere della costa romana, si è trasformato nello scenario di un’operazione lampo dei Carabinieri.
Il risultato? Un peruviano di 30 anni, già noto alle forze dell’ordine, è stato arrestato con accuse che spaziano dalla ricettazione alla resistenza a Pubblico Ufficiale.
Tutto è iniziato con i sospetti su un’abitazione nel cuore di Fiumicino, frequentata da un continuo via vai di persone, tutte di origine sudamericana.
L’appartamento, segnalato per comportamenti anomali, è diventato l’obiettivo di un’operazione pianificata nei minimi dettagli.
I Carabinieri, decisi a fare luce sulla situazione, hanno bussato alla porta.
Ma quello che doveva essere un semplice controllo si è presto trasformato in un inseguimento: uno degli occupanti, un uomo di 30 anni, ha cercato di sfuggire alle verifiche, scagliandosi contro i militari con calci e gomitate. Una fuga disperata e inutile.
Dopo aver bloccato l’aggressore, i Carabinieri sono entrati nell’appartamento. Quello che hanno trovato ha trasformato un normale controllo in un’operazione di vasta portata.
Dentro l’abitazione erano custoditi:
7 orologi di lusso,
6 smartphone,
un tablet,
1.000 euro in contanti,
strumenti da scasso, inclusi martelli, seghetti, pinze e trapani.
A colpire i militari è stata anche la scoperta di passaporti peruviani e documenti di guida falsi, riconducibili a persone non presenti in casa. Gli oggetti ritrovati, compresa la refurtiva, lasciano pensare a un’organizzazione ben strutturata.
Il 30enne, che aveva fornito false generalità al momento dell’arresto, è stato identificato grazie al fotosegnalamento.
Con un passato già segnato da precedenti penali, l’uomo sembrerebbe parte di una rete criminale specializzata in furti e falsificazione di documenti.
Portato davanti al Tribunale di Civitavecchia per il rito direttissimo, l’arresto è stato convalidato. Per lui è stato disposto l’obbligo di presentazione quotidiana in caserma.
Gli inquirenti, però, non si fermano qui. Le indagini proseguono per rintracciare gli altri occupanti dell’abitazione e risalire ai legittimi proprietari della refurtiva. Orologi e smartphone, probabilmente trafugati, potrebbero portare a nuove accuse e ulteriori arresti.
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