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FL5 Roma-Civitavecchia, sovraffollata: scontro tra pendolari e crocieristi

In una delle tratte più importanti e trafficate del Lazio, il trasporto regionale rischia di trasformarsi in una lotteria

Sono le 8:42 del mattino. Il sole si riflette sulla banchina della stazione di Civitavecchia, ma non c’è nulla di rilassante in quell’atmosfera.

Un fiume di persone si accalca lungo il binario: zaini in spalla, trolley ovunque, facce assonnate e visi già stressati. È l’incontro quotidiano – e sempre più esplosivo – tra pendolari e turisti, sulla linea ferroviaria FL5 che collega Roma a Civitavecchia.

Un treno regionale si avvicina lentamente, già pieno. Alcuni passeggeri si guardano tra loro come concorrenti di una gara senza regole. Chi scatta per primo trova posto, gli altri restano in piedi, seduti sulle scale, schiacciati tra le porte, tra i bagagli. “È diventata una cosa impossibile”, racconta Sara, pendolare da anni, “Io mi alzo per andare a lavorare, loro invece vanno in crociera”.

Non è un caso isolato. Anzi, è ormai la regola. Il Comitato Pendolari Litoranea Roma Nord denuncia da tempo una situazione al limite del sostenibile. “Ogni mattina assistiamo a scene di caos. I crocieristi, spesso inconsapevoli delle dinamiche locali, riempiono treni e banchine con valigie enormi. A loro si aggiungono i pellegrini, che in questo periodo affollano ulteriormente stazioni e convogli. Risultato? Confusione, ritardi, pericoli e disagio”.

Foto Facebook Comitato pendolari litoranea

Il problema non è solo il sovraffollamento. È anche la gestione. Binari cambiati all’ultimo minuto, sottopassaggi impraticabili, personale scarso, lavori sulla linea che si traducono in meno treni e meno carrozze.

Da otto carrozze siamo passati spesso a seiprosegue la nota del comitatoe questo peggiora ancora di più le condizioni di viaggio. È diventato un incubo quotidiano”.

Eppure, nonostante l’emergenza sia nota da tempo, la Regione Lazio – accusano i pendolari – continua a non dare risposte. “Avevamo chiesto un incontro con l’assessore Ghera più di due mesi fa. Ad oggi, nessuna convocazione, nessun segnale concreto. Ci sentiamo abbandonati”.

Nel frattempo, ogni mattina e ogni sera, la stessa scena si ripete. Treni stipati, pendolari in piedi, turisti disorientati, e quel senso di impotenza che aleggia tra chi vorrebbe solo arrivare in orario al lavoro.

In una delle tratte più importanti – e trafficate – del Lazio, il trasporto regionale rischia di trasformarsi in una lotteria. Con biglietti sempre più salati e viaggi sempre più difficili.

E mentre le navi da crociera scaricano ogni giorno migliaia di turisti entusiasti, i lavoratori locali restano a terra. O peggio: seduti per terra, accanto a un trolley.


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