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Giustizia è fatta – “Matteo, stai sereno” – “Quote rosa” e “quote azzurre” – Emma brava, però…

Fatti e misfatti di aprile 2014

Giustizia è fatta

“Silvio Berlusconi – il Tribunale di sorveglianza di Milano è stato di una tempestività eccezionale – potrà scontare la pena prestando la sua opera, quattro ore consecutive una volta la settimana, tra i ricoverati della Fondazione “Sacra famiglia” di Cesano Boscone”.

E poi? Poi, per il resto del tempo, avrà invece libertà di movimento in tutta la Lombardia e, dal martedi al giovedi, potrà anche recarsi a Roma. Piena possibilità, dunque, per continuare a fare politica. Due, però, le limitazioni. La prima non parlare male di singoli giudici, la seconda non farsi trovare fuori casa tra le 23 e le 6. Ma penserà a questo, sicuramente, l’amata fidanzata Francesca. Tenendogli, per la prima, un ditino smaltato sulle labbra e sussurrandogli “ssssssss”. Per la seconda, ove ce ne fosse bisogno, portando fuori lei, nell’ “orario proibito”, Dudù a fare pupù. E così, ancora una volta, giustizia è fatta.

“Matteo, stai sereno”

“Incontro a sorpresa – ieri sera a Palazzo Chigi – tra il “premier” Matteo Renzi e l’ex “premier” Silvio Berlusconi per fare il punto sullo stato dell’ iter della riforma del Senato e del Titolo quinto e sui tempi di approvazione della nuova legge elettorale”.

Com’è andata? Bene – secondo voci ufficiali di Palazzo Chigi – perché si sarebbe convenuto sulla necessità di qualche aggiustamento su alcuni punti marginali e perché Silvio Berlusconi avrebbe confermato la sua adesione al patto stipulato, tre mesi fa, nell’incontro alla Direzione del Pd. Matteo, dunque, stai sereno…

“Quote rosa” e “quote azzurre”

“Su cinque presidenze finora rinnovate nelle grandi aziende pubbliche – ha giocato un’altra carta il “premier” Matteo Renzi – ben quattro sono state assegnate a donne”.

Bel colpo, non c’è che dire. E però, per chi sa di “economia sul campo”, più fumo che arrosto. Nelle grandi aziende pubbliche, come anche in quelle private, chi conta veramente e ha veramente potere non è infatti il presidente, ma l’amministratore delegato. E – guarda caso – nelle rinnovate Eni, Enel, Terna, Poste italiane e Finmeccanica gli amministratori delegati sonoi rimasti tutti uomini. Cinque donne presidenti, per carità, è già una svolta. E meglio di niente com’era avvenuto fino ad oggi. Ma troppo trionfalismo non appare giustificato perché le donne presidenti saranno pure quattro su cinque e però, in concreto, il loro ruolo sarà puramente di rappresentanza. Il potere reale, ancora una volta, rimarrà in mano ai cinque amministratori delegati uomini. In mano alle “quote azzurre”.

Emma brava, però…

“Nuovo presidente dell’Enel – dunque – Emma Marcegaglia”.

Ma Emma Marcegaglia non è vicepresidente della società di famiglia, “leader” italiana nella lavorazione dell’acciaio, in ottimi rapporti, oltre che con Eni, proprio con Enel? E di lei, nel corso di un’inchiesta di qualche anno fa, non sono emersi alcuni conti cifrati sui quali – secondo le indagini – erano transitati “fondi neri”? E il di lei fratello, Antonio, non ha patteggoato, nel 2008, una pena di undici mesi (poi sospesa) in quanto imputato di corruzione? Tutto vero. E, allora, ci sarebbe da attendersi, perlomeno, che le neopresidente Enel Emma Marcegaglia si dimettesse da vicepresidente della sua azienda di famiglia e che il “premier” Matteo Renzi spiegasse i motivi per i quali certi precedenti, che in altri momenti politici e con altri protagonisti sarebbero stati considerati gravi, oggi gravi non vengono considerati più. Emma Marcegaglia, indubbiamente, è una donna preparata ed esperta, però… Però finirà com’è finita già con il Ministro allo Svilupppo economico, Federica Guidi, la cui azienda di famiglia “Ducati energia” ha importanti rapporti di affari con molti Comuni, con la Polizia di Stato e con alcune controllate pubbliche quali Poste italiane, Enel, Finmeccanica e Ferrovie dello Stato? Non sarebbe male, se il “premier” Matteo Renzi, in proposito, dicesse qualcosa di sinistra. Oltre che di istituzionale e di etico.


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