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Ideario Berlinguer di Emiliano Sbaraglia alla Casa della Cultura del V Municipio

La prresentazione del libro giovedì 7 novembre 2024, alle ore 17,00, in via Casilina 665. La recensione al libro di Francesco Sirleto

Il libro di Emiliano Sbaraglia Ideario Berlinguer, Nova Delphi Edizioni, sarà presentato giovedì 7 novembre, alle ore 17,00, presso la Casa della Cultura “Silvio Di Francia”, in via Casilina 665.

Ed ecco, qui di seguito la recensione di Francesco Sirleto

È un libro (in verità la sua terza edizione, aggiornata e ampliata) che si caratterizza per la sua brevità (appena 140 pagine) e per la sua capacità di sintetizzare, anche attraverso la scelta di condensare in capitoli suddivisi in ordine alfabetico (una sorta di glossario) le idee e i momenti salienti della vita e dell’opera del leader del PCI.

Alla vita, in realtà, è dedicata l’introduzione del libro, ma il racconto biografico si ferma al 1969, anno nel quale Berlinguer diventa vice-segretario del partito (a causa della malattia di Luigi Longo, segretario in carica dal 1964, cioè dalla morte di Palmiro Togliatti) assumendone però, sulle proprie spalle, la leadership. Gli anni successivi sono distribuiti nelle diverse voci nelle quali vengono fissate e analizzate le Idee e le Parole (o le espressioni) che hanno caratterizzato la vita politica di Berlinguer dal 1969 al 1984.

Le Voci sono le seguenti: Austerità, Brigate Rosse, Compromesso Storico, Diversità, Eurocomunismo, Famiglia, Gioventù, Informazione e Intellettuali, Laicità, Mosca, Nato, Operai, Pace, Questione Morale, Referendum, Spinta Propulsiva, Terza Via, Uomini e Donne, Valori, Whashington, X, Zeroventiquattro. Ad ognuna di queste voci viene collegato uno o più momenti particolari del percorso e delle scelte berlingueriane: un’intervista oppure un intervento a qualche assise di partito, uno o più articoli da lui scritti per L’Unità oppure per Rinascita, i principali organi di stampa del PCI.

Concludono il libro un’intervista a Luciana Castellina, una recensione di Emanuele Macaluso e una commovente lettera, inviata all’autore, da parte di Giovanni Berlinguer.

Pur nella sua brevità, dalla lettura di questo libro emerge a tutto tondo la capacità di Berlinguer di assumersi responsabilità di valenza e portata storica: la proposta di “compromesso storico” in un momento molto delicato della vita politica nazionale e internazionale, la decisione di schierare tutto il partito nella difesa delle istituzioni democratiche in una fase caratterizzata dall’attacco allo Stato da parte delle Brigate Rosse e di altre organizzazioni terroristiche, attacco successivo a quello già iniziato con le stragi di matrice neo-fascista, a partire dalla strage di Piazza Fontana; gli interventi sulla “questione morale” e sul ruolo degli intellettuali; la scelta di denunciare “l’esaurimento della spinta propulsiva” originata dalla rivoluzione russa del 1917; la sua impopolare presa di posizione a favore degli operai della Fiat che avevano occupato le fabbriche nel 1980; sul piano dei valori, la sua determinazione a voler fondare l’agire politico su valori etici universali e, pertanto, il suo rifiuto del principio dell’autonomia della politica, affermatosi nella storia del pensiero politico a partire da Machiavelli.

Un libro, infine, che costituisce un prezioso contributo alla conoscenza di un leader la cui memoria, a 40 anni dalla sua scomparsa, non ha subito alcun’eclisse ma, anzi, è stata ancor di più rafforzata dall’uscita sugli schermi del film di Andrea Segre “La grande ambizione”, con Elio Germano nella parte di Enrico Berlinguer. 


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