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Il 27 ottobre 1962 muore in un incidente aereo Enrico Mattei

Dopo 60 anni la ricerca della verità sulla tragica fine di questo ‘scomodo’ personaggio continua fra dubbi e incertezze
Enrico Mattei

Enrico Mattei, presidente dell’Eni, il più potente manager dello stato italiano dell’epoca perse la vita in un incidente aereo, il 27 ottobre 1962 a Bascapè, alle porte di Milano, in circostanze misteriose che non sono mai state chiarite: un sabotaggio, un attentato o un comune disastro aviatorio?

La storia di Enrico Mattei, si può riassumere per grandi linee, ed è collegata con le vicende della seconda guerra mondiale, la nascita della Repubblica, la ricostruzione e il miracolo economico italiano. Nasce nel 1906 ad Acqualagna, in provincia di Pesaro nelle Marche, imprenditore e militante della sinistra cattolica, dopo l’8 settembre 1943 guidò alcune formazioni partigiane.

Commissario straordinario dell’Agip (1945), diede impulso a ricerche sugli idrocarburi che portarono a scoperte a Caviaga e Cortemaggiore (1946). Consultore e deputato della DC (1948/1953) fu sostenitore dell’intervento pubblico e fece dell’Agip lo strumento per l’affrancamento energetico dell’Italia promuovendo ulteriori ricerche di gas e petrolio e la costruzione di metanodotti.

Presidente dell’Eni fin dalla costituzione (1953), figura centrale nel sistema industriale italiano, portò avanti una strategia di cooperazione con i paesi produttori finalizzata anche all’emancipazione dello sfruttamento oligopolistico delle fonti energetiche (tra gli altri, strinse accordi con l’Unione Sovietica e l’Iran), politica che gli valse inimicizie interne e internazionali, dalle quali si difese rafforzando i legami con vari settori del mondo politico e anche promuovendo la fondazione di un quotidiano dell’Eni (Il Giorno, 1956).

A Mattei si deve anche la costruzione dei complessi petrolchimici di Ravenna e di Gela. Era un uomo che dava molto fastidio. La strategia di Mattei era volta a spezzare il monopolio delle “sette sorelle” (compagnie petrolifere anglo-americane), non soltanto per il tornaconto del nostro ente petrolifero, ma anche per stabilire rapporti nuovi tra i paesi industrializzati e i fornitori di materie prime.

Una strategia semplicemente inaccettabile per le grandi compagnie petrolifere che si spartivano le ricchezze del mondo. L’attività del “re del petrolio italiano”, come veniva chiamato Mattei, aveva creato inoltre stabili rapporti con i paesi africani del Mediterraneo e dialogava con l’Amministrazione Kennedy, ma gli sviluppi di tali iniziative furono interrotte, bruscamente e drammaticamente, la sera del 27 ottobre 1962, con l’esplosione del bimotore dell’Eni, prima di arrivare a Milano, con Mattei perirono il pilota Irnerio Bertuzzi e il giornalista americano William McHale.

Il giallo o la tragedia Mattei, malgrado i decenni trascorsi, fra processi per la ricerca della verità che non hanno trovato colpevoli, un libro scritto da Fulvio Bellini e Alessandro Previdi, intitolato “L’assassinio di Enrico Mattei”, e il film di Francesco Rosi “Il caso Mattei,” resta il mistero di chi ha ordinato la strage, ed è ancora lontana una soluzione definitiva e credibile.

Tuttavia, tra le varie ricostruzioni, c’è quella che a mettere la bomba a bordo dell’aereo (riferita dal pentito di mafia Gaetano Ianni), furono uomini della famiglia mafiosa Di Cristina, per onorare “un accordo tra non meglio identificati americani e Cosa nostra siciliana” e anche Tommaso Buscetta (pentito ai tempi del giudice Falcone) rivela fatti analoghi, che la mafia americana chiese di eliminare Enrico Mattei “nell’interesse sostanziale delle maggiori compagnie petrolifere americane”.

Un tragico episodio, legato all’omicidio del giornalista Mauro de Mauro, per cui è stato coinvolto anche Totò Riina, dopo indagini e processi, ha trovato una verità giudiziaria. Il 7 agosto 2012 una sentenza della Corte d’Assise di Palermo, ha stabilito che l’omicidio De Mauro è stato voluto da “mandanti occulti”, per quello che “il giornalista aveva scoperto riguardo alla natura dolosa dell’incidente aereo di Mattei”.

Oggi, a 60 anni dalla morte di Enrico Mattei, non sappiamo ancora la verità. Una cosa è certa, che il grande manager italiano era un uomo scomodo nello scenario mondiale dell’energia, per questo, forse, è stato eliminato. La ricerca della verità continua fra dubbi e incertezze.

 


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