Categorie: Costume e Società
Municipi: ,

Il degrado nazionale della grande bellezza 

Ieri, 1 settembre 2023, finite le vacanze, è stato quasi doveroso ritrovarci e riabbracciarci per l’abituale incontro, non sempre rispettato. Purtroppo ieri mancava Attilio, l’ombrellaio, affetto da infezione intestinale a seguito di una indecorosa scorpacciata di frutti di mare fatta a Procida, durante una breve vacanza intorno a Ferragosto. Adesso è fuori pericolo, ma se l’è vista brutta dopo due giorni di continuato vomito e diarrea. Rimettiti in fretta, Attilio, presto comincerà a piovere. 

 Non mi ero preparato alcun tema da svolgere; pertanto ho lasciato liberi i discepoli di scegliere l’argomento e, come immaginavo, è stata Carlotta a chiedere la parola.

“Proffe, me scusi ma so’ proprio demoralizzata e non senza motivo. Ogni giorno ce sta sempre quarcosa che in una nazione der terzo millenio nun dovrebbe accadé. Invece da noi succede, e siccome ce confrontiamo spesso co l’Uropa, me vie’ da dimannà se puro ‘nartre nazioni uropee càpiteno le stesse cose. Lei che viaggia ‘n su e ‘n giù pe’ lezioni e congressi, credo ce possa schiarì l’idee, no?” 

“Sì, ma a che proposito? A cosa ti riferisci in particolar modo: ai fatti di Caivano? Alla derattizzazione di Roma per salvare il turismo, più che i cittadini? Ai continuati femminicidi, o all’enorme numero dei morti sul lavoro?”

“Principarmente sugli stupri e le violenze sui minori; però, se me permette, nell’elenco se sarebbe dimenticato de aggiunge’ artri aspetti ‘ndecorosi, tra cui le frane e l’alluvioni, dovute soprattutto ar no rispetto de le leggi che sarvaguardeno l’ambiente (e non me guardate come ‘n animale strano, che quanno che sentite na parola che ‘nizia per sarva, conoscete solo sarvadenaro).” 

“Chiaro Carlotta. Ora, in tutta sincerità, non so se all’estero accadano le stesse cose come da noi. Una cosa però è certa: se accadono, i mezzi d’informazione non le espongono in prima pagina scandalisticamente, come accade da noi. In secondo luogo – sempre che accadono – invece del clamore, preferiscono darsi da fare tacitamente per lavorare, più che scandalizzarsi, a risolvere il problema. Temo che da noi, per le troppe chiacchiere, si perda del tempo, utile a sanare la magagna di quanto è accaduto e magari continua accadere. E questo comportamento è generalizzato, sfociando alla fine in un piangersi addosso, per lasciare in futuro le cose come stavano al momento della denuncia di vergogna a tutta pagina. 

 Quanto ai fatti, assimilabili a quelli di Caivano, penso che il degrado sia iniziato da tempo, senza che nessuno se ne curasse attivamente per porci rimedio, prima che si arrivasse allo stupore e allo scandalo. Fatti che sono attribuibili alla crescente ignoranza, a comportamenti lasciati impuniti e soprattutto non corretti da scuola e famiglia. Non so se accadevano anche quando andavo a scuola io, ma quei pochi di cui si veniva a conoscenza, per lo più per vie sotterranee, erano subito presi in carico dalla scuola, e soprattutto dalla famiglia, senza contare che, grazie alla mancanza dei social network, nessuno si sognava di farsene vanto informando gli amici tramite foto o filmati. Quest’ultimo è un comportamento da curare, più che col carcere, con una gragnola di nocchini nel capo, nella speranza di chiarire le idee a chi evidentemente ce l’ha distorte.      Quanto alla bonifica di un’area come il Parco Verde, da sola serve a tacitare uno scandalo, che purtroppo non riguarda unicamente certe aree meridionali, ma che dovrà impegnare tutti noi italiani a fare qualcosa per cambiare rotta, verso comportamenti che minano il quieto vivere sociale, con l’uso crescente di droga a sniffo che invoglia a guidare auto, moto e monopattini in modo estremamente pericoloso per chi percorre le strade. 

 Ognuno è chiamato a fare la sua parte in prima persona col suo comportamento, affinché sia di monito ed esempio, supportato da una scuola, rifondata, per tornare ad essere la palestra che era un tempo, a prescindere dal tenore famigliare. Quanto ai ratti e ungulati che circolano per Roma e non solo, la causa principale sono i rifiuti che molti comuni non sanno come gestire per mancanza di un corretto smaltimento, che ancora una volta, lo ripeto, non possono essere le discariche. 

 Forse quest’oggi vi ho tediato troppo e prometto che in seguito non lo farò più. Ma finché mi fate certe domande, abbiate pazienza anche voi…”


Questo articolo è stato utile o interessante?
Sostieni Abitarearoma clicca qui! ↙

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Scrivi un commento