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Il morbillo è tornato: Boom di casi nel Lazio

Nicastri (Spallanzani): "Chi non l'ha ancora fatto si vaccini, si rischiano coinvolgimenti a livello polmonare"

Numeri che preoccupano sempre più nel Lazio, dove attualmente si sono registrati ben 14 casi di morbillo in meno di due mesi e mezzo.

Un aumento dei pazienti adulti che contraggono il morbillo, in particolare con età media di 35/36 anni si sta verificando nella nostra Regione; tuttavia, le misure di prevenzione in strutture di cura e ospedaliere contro Covid limitano la diffusione ai “casi secondari”, cioè sanitari e utenti che vengono a contatto col malato. Lo ha sottolineato Emanuele Nicastri, direttore dell’unità di Malattie infettive ad alta intensità di cura dell’ospedale Spallanzani di Roma, commentando, su diverse testate locali, la circolare emanata dalla Regione Lazio per rinnovare agli operatori sanitari le raccomandazioni di prevenzione, controllo e l’invito a vaccinarsi.

Adulti over 30 con morbillo: 

In Italia la vaccinazione per il morbillo è obbligatoria dal 2017. “La circolare ministeriale che lo ha introdotto – continua Nicastri – è andata a ritroso nella popolazione fino al 2000. Ma abbiamo la quasi totalità della popolazione nata negli anni ’90 che non ha sviluppato gli anticorpi, a meno che non abbia già avuto la malattia”. I malati, infatti, hanno un’età media di 35-36 anni.
In seguito all’aumento dei casi di morbillo, la Regione ha emanato una circolare dettagliata a tutti gli operatori sanitari per rinnovare le raccomandazioni di prevenzione e controllo.
Il vaccino, sottolinea Nicastri, è “consigliato a tutti coloro che non lo hanno fatto o non hanno sviluppato gli anticorpi, e che lavorano in ambienti sanitari”.

Il morbillo: cos’è, quali sintomi porta e come si cura:

Il morbillo, spiega l’ISS, è una malattia infettiva causata da un virus del genere morbillivirus (famiglia dei Paramyxoviridae), molto contagiosa e colpisce spesso i bambini tra 1 e 3 anni, per cui viene detta infantile, come la rosolia, la varicella, la pertosse e la parotite. Il contagio avviene tramite le secrezioni nasali e faringee, probabilmente per via aerea tramite le goccioline respiratorie che si diffondono nell’aria quando il malato tossisce o starnutisce.
Una volta contratto, il morbillo dà un’immunizzazione teoricamente definitiva, quindi non ci si ammalerà più per l’intera durata della vita.

Il morbillo provoca principalmente un’eruzione cutanea, simile a quelle della rosolia o della scarlattina e dura tra i 10 e i 20 giorni.
I primi sintomi sono simili a quelli di un raffreddore (tosse secca, naso che cola, congiuntivite) con una febbre che diventa sempre più alta. Successivamente appaiono dei puntini bianchi all’interno della bocca, l’eruzione cutanea composta di piccoli punti rosso vivo, prima dietro le orecchie e sul viso, e poi su tutto il resto del corpo. L’eruzione dura da 4 a 7 giorni e scompare a cominciare dal collo.

Le complicazioni sono relativamente rare, ma il morbillo è responsabile di un numero compreso tra le 30 e le 100 morti ogni 100.000 persone colpite. Le complicazioni sono dovute principalmente a superinfezioni batteriche: otite media, laringite, diarrea, polmonite o encefaliti (infiammazioni del cervello). Si riscontrano più spesso nei neonati, nei bambini malnutriti o nelle persone immunocompromesse.

Non esiste una cura specifica, si possono trattare i sintomi con paracetamolo per abbassare la febbre, sciroppi per la tosse, gocce per gli occhi. Tuttavia, è disponibile, per prevenire la malattia, il vaccino sotto forma di un complesso vaccinale contro il morbillo, la parotite e la rosolia (Mpr).

La prima dose del Mpr viene consigliata prima del 24° mese di vita, preferibilmente al 12-15° mese, con un richiamo verso 5-6 anni o 11-12 anni. Fino al 6°-9° mese, il neonato può essere protetto dagli anticorpi che gli vengono dalla madre se questa è immunizzata.


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