Categorie: Ambiente Bici

In bici da Tor Tre Teste al parco Regionale Urbano di Aguzzano

I miei trenta chilometri giornalieri per raggiungere la periferia nord-est d Roma

Buongiorno dal parco Palatucci, di cui allego una foto scattata dal “catenaccio” Salvatore all’alba di qualche giorno fa, proprio di fronte alla biblioteca Gianni Rodari, in via Francesco Tovaglieri.

Sabato 24 febbraio di mattina, ci sarà poco traffico per andare al parco Regionale Urbano di Aguzzano. Non posso percorrere nessuna pista ciclabile perché non ci sono. Pigio lo start del mio orologio “satellitare” e inizia la pedalata da via Francesco Tovaglieri, via Viscogliosi, via Davide Campari, via Aristide Staderini, via Pietro Fumaroli, via di Tor Tre Teste, via Prenestina. 

Lascio Tor Tre Teste ed entro in bicicletta nel quartiere di Tor Sapienza, dall’omonima via.

Via di Tor Cervara, via Tiburtina, via del Casale di San Basilio e dopo dieci chilometri entro nel parco Regionale Urbano di Aguzzano.

E’ una delle entrate al parco ed è vicino alla “osteria romana da Crispino, al ponticello”, di via del Casale di San Basilio.
Negli anni intorno al 1980 ci andavamo, ogni tanto, a pranzo con i colleghi di lavoro di via Nomentana.
Casualmente, sabato pomeriggio ne ho incontrato uno a via Collatina.

Il parco Regionale Urbano di Aguzzano, con un’area di 60 etttari, è nella periferia nord-est d Roma, tra la via Nomentana, via del Casale di San Basilio, viale Kant, via Galbani, via di Casal de’ Pazzi e via Bartolo Longo, vicinissimo al carcere di Rebibbia e all’omonimo quartiere.

Gestito dall’Ente Regionale RomaNatura, in collaborazione con il Comune di Roma, la LIPU e l’Associazione Podere Rosa, il Parco è stato istituito e costituito con legge 08/08/1989.

Prima del decennio fra il 1950 e il 1960, aveva una estensione ben più ampia, ma la nascita dei quartieri Monte Sacro, Ponte Mammolo, San Basilio, Casal de’ Pazzi, Rebibbia, ne hanno ridotto gli ettari.

Molti dei viali all’interno del parco sono alberati con pini vecchi di circa 150 anni, ci sono anche platani, pioppi, cipressi, noci, mandorli, fichi, olivi.

Il resto del parco, con pochi dislivelli, è ricoperto di prati.

Vi sono dei casali storici, ristrutturati o in via di ristrutturazione grazie a un programma di recupero dell’Assessorato alle Politiche per le Periferie, per lo Sviluppo Locale e il Lavoro con finanziamento della Regione Lazio: “Casali A.L.B.A. 3”, “La Vaccheria”, sede del centro di cultura ecologica, la “Stalla dei Tori” e il “Fienile” con terrazza belvedere sul parco.  

Ci si arriva da via Galbani, collegata con altre piccole strade secondarie.

Il fosso di San Basilio lo attraversa e ospita, quand’è pieno d’acqua, canne di palude, equiseto, alghe, salici, pioppi, carote selvatiche. 

Molti gli animali presenti, ci sono merli, arone, tortore, volpi, donnole, ricci, talpe, gazze, cinciallegre e pappagalli.

Sabato 24 febbraio ho percorso il parco in bicicletta, nei suoi vialetti sterrati in tutto il suo interno, ho anche percorso tutte le strade asfaltate che lo circondano, del quartiere di Casal de’ Pazzi, del quartiere di Rebibbia, del quartiere di San Basilio, del quartiere di San Cleto.

E’ come se avessi pedalato con gli occhi chiusi, ho rivissuto i giorni e gli anni in cui ho calpestato quei viottoli e quelle strade con le scarpe da running, ho ricordato tutti i compagni di “sudate”, ho risentito tutte le risate e le battute del gruppo di amici, ho riascoltato tutti gli sfoghi e tutte le amerezze di quegli anni.

Importante, passare di nuovo davanti  la casa dove abitava Pier Paolo Pasolini, in via Giovanni Tagliere, donata alla città di Roma dal produttore cinematografico Pietro Valsecchi, che l’aveva acquistata all’asta.

Mancano notizie da parte del Comune di Roma e del IV Municipio circa l’uso a scopi culturali della stessa.

Stupendo, come sempre transitare per il “quartierino” di Rebibbia, con le sue salite e discese, nessun tratto in pianura.


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